Si è disputata “regolarmente” la gara d’esordio della squadra Under 15 Élite della FC Priolo, ma sugli spalti del campo comunale, a differenza di quanto ci si sarebbe aspettati, i seggiolini sono rimasti vuoti.
Non per disinteresse, bensì per un contestato divieto di accesso dai contorni “opachi”. Una comunicazione arrivata poco prima del match ha infatti informato che il club sportivo non disporrebbe delle necessarie licenze per l’apertura al pubblico.
Una situazione che ha suscitato la protesta pacata ma decisa di un gruppo di genitori, che in una lettera aperta indirizzata alla Redazione di Libertà Sicilia esprime rammarico e delusione per quanto accaduto.
“Dopo una settimana di lavoro, senza la possibilità di seguire da vicino gli allenamenti e le fatiche quotidiane dei ragazzi – si legge nella missiva – ci saremmo aspettati di goderci finalmente il loro debutto in campionato. Invece ci è stato negato l’accesso”.
Il punto sollevato dalle famiglie tocca una questione più ampia: il ruolo degli impianti sportivi pubblici e la loro idoneità ad accogliere il pubblico, in particolare quando si tratta di competizioni giovanili. “Parliamo di ragazzi di 13 e 14 anni, non di professionisti – sottolineano i genitori – eppure ci è stato impedito di assistere a una semplice partita di calcio giovanile”.
Nella lettera non mancano dubbi sull’organizzazione e sulla tempistica degli adeguamenti strutturali richiesti per rendere la struttura completamente a norma. “Se per ottenere le licenze è necessario che i Comuni effettuino dei lavori, perché non programmarli durante l’estate? Perché arrivare all’inizio del campionato con campi ancora inaccessibili al pubblico?”.
Il caso solleva interrogativi anche sul piano burocratico. “Non è forse possibile – scrivono ancora i genitori – che la burocrazia venga snellita, così da permettere alle famiglie di vivere insieme ai propri figli le emozioni dello sport?”.
“Va ricordato – precisano alcun dei genitori più attenti – che a quanto risulta, la società FC Priolo avrebbe provveduto a presentare regolare documentazione per l’ottenimento della licenza, già 10 giorni fa, senza tuttavia aver ricevuto ancora risposta dagli organi comunali preposti. Oltretutto il club sportivo non è mai stato al centro di episodi problematici dal punto di vista dell’ordine pubblico o della gestione del tifo, e che le gare giovanili si sono sempre svolte in un clima sereno”, sottolineano.
La richiesta, dunque, è chiara: poter semplicemente esserci. Condividere la crescita sportiva ed emotiva dei ragazzi, senza ostacoli o esclusioni. “Noi genitori – si legge in chiusura della lettera – non chiediamo altro che vivere insieme ai nostri ragazzi quelle emozioni genuine che solo lo sport sa regalare. Oggi, purtroppo, ci siamo sentiti esclusi da qualcosa che dovrebbe appartenere a tutti”.
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