Un’enormità che richiede un drastico contenimento della spesa

Siracusa. In tre campionati bruciati diciotto punti per violazioni di natura amministrativa

di Armando Galea

Da un’indagine il Siracusa è fra le società più colpite anche perché è fra le più recidive - L’unico sistema per uscire dalla black-list è mantenere i conti in ordine

Evviva, non sono più sette i punti sottrattaci per violazioni di natura amministrativa nelle quali sarebbe incorso il Siracusa ma solo sei, essendosi compiaciuto sul Tribunale Sportivo Nazionale, al quale il Siracusa si era rivolto, di restituircene uno.

Un gesto passato quasi inosservato sia perché questo regaluccio arriva a campionato finito, sia perché risveglia amari ricordi, e risuscita sopiti fantasmi. Non foss’altro che per la frequenza del numero sei nei punti sottrattici in tre diversi campionati. A cominciare da quelli risalenti al 2012, presidente Luigi Salvoldi, che per un’analoga somma di penalizzazioni il Siracusa perdette l’occasione di rivedere la B dalla quale mancavamo da quasi sessant’anni avendo vinto sul campo un campionato che fu poi appannaggio dello Spezia che ancor oggi si gode quella manna caduta dal cielo. Il bis di quella vicenda, almeno sul numero dei punti sottrattici per penalizzazioni si registrò la stagione scorsa, questa volta con alla guida della società patròn Cutrufo e con la squadra già in zona playoff, alla quale per via di quella sanzione non fu concesso di disputarli.

Con il passaggio di mano da Cutrufo ad Alì, chi riteneva di aver esorcizzato il rischio dell’erosione di punti, si è trovato ancora, una volta a dover fare i conti con quella sorta di persecuzione che a livello di penalizzazione si è tradotta anche quest’anno nella perdita netta di altri sette punti, poi ridotta a sei, entità numerica che ancora una volta si ripete, con conseguenze sempre gravi, rappresentate questa volta dal rischio di dover disputare i play-out, pur essendo riuscita la squadra a totalizzare ben 43 punti, che in un girone livellato, come qualità di gioco, verso l’alto non sono bruscolini. E in attesa che qualcuno riesca a far capire ai “padroni del pallone”, ovvero che non si può continuare a colpire la classifica delle società che è un fatto sportivo, a fronte del mancato pagamento di una tassa o di un tributo che invece sono violazioni di natura amministrativa, sanzionabile al massimo con una multa. Le proteste isolate purtroppo non servono a niente. Cosa diversa se a manifestare il proprio dissenso è un gruppo di società. Un motivo di più perché il Siracusa o chi per lui si faccia promotore di una protesta collettiva, anche perché di isolazionamenti e di solitudine si può anche morire.

di Armando Galea 10 Maggio 2019 | 09:33
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