Piccoli stratagemmi di un mestiere non facile

Siracusa. In assenza di vere e proprie notizie arriva l’ora delle «fake news»

di Armando Galea

Quella volta che il Siracusa concluse un lucroso affare con la società greca del Panatanaikos che all’oscuro di tutto aveva “acquistato” Gigi Lo Bascio per 100 milioni

I mesi estivi sono il terreno fertile per le notizie sportive false e destituite di ogni fondamento di verità. meglio note come «fake news». E poiché le notizie false coincidono con quelle che si vorrebbe che fossero vere diventano titolo di merito per chi riesce ad immetterle nel circuito dell’informazione, guadagnandosi i complimenti per lo «scoop». Nel giornalismo sportivo quelle delle notizie false sono poi la risorsa per supplire alla mancanza di notizie vere, purché siano attendibili, siano presentate con quanta più dovizia di particolari, non siano facilmente verificabili e identificabili come non vere. Una fra le più riuscite fake news si deve alla penna di Pino Filippelli, uno dei migliori giornalisti che la nostra città abbia mai avuto. Venutogli all’ultimo momento il pezzo di un suo collaboratore ai tempi de «La Domenica», il periodico da lui fondato e diretto. L’estroso giornalista anziché scoraggiarsi, incalzato com’era dal direttore della Società Tipografica, del mitico Ronco Capobianco, oggi invaso dalle sedie e dei tavolini di uno dei quattordici ristoranti che si sono insediati in via Maestranza, si impadronì dell’Olivetti lettera 22 (senza nastro) che il cavaliere Germano aveva generosamente messo a disposizione di quella decina di folli da legare che dalle colonne de «La Domenica» volevano cambiare il mondo, e in men che non si dica consegnò il pezzo mancante che per la curiosità e il clamore portò all’esaurimento del giornale. Giocava allora nel Siracusa un certo Gigi Lo Bascio che il direttore sportivo Randazzo aveva prelevato dal Barletta, un centravanti da 20 gol a campionato e che per questo era entrato nell’agenda di parecchi operatori di mercato. Proprio in quegli anni si stava verificando a livello di calcio mercato un’inversione di tendenza.

Non solo calciatori stranieri che arrivavano in Italia, ma anche atleti italiani che andavano all’estero. Filippelli fece due più due quattro e lo accostò all’équipe greca del Panathinaikos che per 100 milioni stava per potarselo ad Atene. Inimmaginabile lo scalpore che suscitò la notizia che fu ripresa sia dalla radio che da alcuni quotidiani sportivi. Manco a dirlo, il giornale, allora affidato a due strilloni e all’edicola Finocchiaro, si esaurì in appena un paio d’ore. Il «gigante» aveva colpito ancora.

di Armando Galea 18 Maggio 2019 | 09:07
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