Se l’esperienza serve ancora a qualcosa…!

Siracusa. Già al lavoro per un grande Siracusa facendo tesoro degli errori del passato

di Armando Galea

Un buon punto di partenza è il nome dell’allenatore e la consapevolezza di una squadra che con sola mezza dozzina di buoni elementi ha saputo ottenere 42 punti

Dopo un campionato in cui la regolarità è stata la grande assente o la gente si limita a deporlo nel dimenticatoio e non se ne parla più, per affrontare temi più seri o si continua ad occuparsene rischiando travasi biliari in quantità industriale. Fra l’altro, visto che se errori sono stati commessi, sono tutti riconducibili ad inesperienza e quindi in buona fede, è inutile cominciare con i processi com’è collaudata consuetudine siracusana, processi che si trasformano in stucchevoli polemiche e che alla fine non producono niente di buono.

E poiché all’indomani della vittoria sul Catanzaro che ha sancito il raggiungimento della salvezza la dirigenza ha manifestato l’intenzione di mettersi subito al lavoro per allestire una buona squadra, noi al posto di Alì e di Santangelo avremmo aggiunto “partendo dall’allenatore”.

Giusto per evitare la solita giustificazione di non aver operato direttamente sul mercato e non aver quindi potuto partecipare alle scelte. A parte il fatto che il Siracusa un allenatore, fino a prova contraria, ce l’ha. Bisogna solo capire se, oltre ad essere un elemento rasserenante per lo spogliatoio e in possesso di una buona preparazione tecnica sia anche ritenuto capace di garantire qualcosina in più di una risicata salvezza. E poi bisogna valutare se sia il caso di rafforzare quella stessa squadra che in fondo ha ottenuto sul campo ben 42 punti o se sia invece il caso di rinnovare totalmente l’organico puntando soprattutto sui giovani, sull’esempio del Rieti che sceso in campo al Massimino con ben nove under, è riuscito ad imbrigliare i senatori rossoazzurri. Si dimentica purtroppo che il Rieti è da cinque anni che cura il settore giovanile mentre il Siracusa è appena agli inizi anche se con buoi risultati. C’è infine, per una società che vuol bruciare i tempi del rinnovamento come il Siracusa, di “evitare di gettare il bimbo insieme all’acqua sporca del bagnetto”. Anche perché ci sono elementi come Crispino, Palermo, Russini, Parisi e Vazquez che potrebbero costituire un patrimonio da non disperdere e anzi da valorizzare, sia che si tratti di prestiti con diritto di riscatto, sia che la società sia proprietaria del cartellino.

di Armando Galea 08 Maggio 2019 | 09:11
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