Pensatela come credete ma noi a Monopoli ci saremmo dovuti andare con una formazione decente anziché esporre ad una figuraccia i ragazzi mandati in campo quasi come premio per avere atteso pazientemente un’occasione che non era mai prima arrivata e per aver fatto concludere il campionato alla squadra con una secca sconfitta che probabilmente sarebbe arrivata lo stesso ma non certo in termini così perentori. Purtroppo il buon Raciti pensa che la gente sia tutta della sua stessa pasta, capace di anteporre le doti di cuore a quelli della ragione e di avere rispetto per l’etica professionale che in gergo è nota come fair play “Se ormai siamo salvi – avrà pensato il buon Raciti – cosa andiamo a fare a Monopoli, a rendere la vita difficile alla squadra dell’amico Beppe Scienza? E visto che mandando in campo le seconde linee, a salvezza raggiunta, non solo non rischiavo di render la vita difficile a una squadra come quella pugliese che aveva disputato un signor campionato, ma posso accontentare anche quei ragazzi che nel corso della stagione hanno trovato poco spazio in prima squadra, se giochiamo a ritmi normali senza ammazzarci la vita non sarò né il primo nè l’ultimo a giocare così una partita di fine stagione e non se ne parli più del resto non sarò stato il solo a fare questa scelta.
E fu a quel punto che Raciti sbagliò (si può ancora dire “sbagliò” o è delitto di “lesa maestà”). Perché il fair play nel calcio o si attua in due o si fa la fine che domenica ha fatto il Siracusa che al 3° minuto di gioco perdeva già per due a zero. A quel punto mi sarei reso conto della gaffe in cui ero caduto e avrei cominciato a sostituire i novizi con i titolari. Probabilmente con due gol al passivo non avrei potuto sovvertire il risultato ma non avremmo nemmeno perduto 4-1, chiudendo così un campionato tutto da dimenticare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
