La serie C prossima ventura sarà una sorta di serie B declassata per la presenza di squadre che hanno fatto la massima serie a queste aggiungiamo quelle che in serie C già ci sono e sono già mature per il ritorno in serie B, quelle che arrivano dalla D non è difficile prevedere che in ognuno dei tre gironi, nel prossimo campionato, la lotta per la promozione sarà un discorso circoscritto ad una mezza dozzina e forse più di società.
E le altre? Resteranno a guardare, nonostante gli alti costi cui abitualmente sono andate incontro in passato e che sono destinati ad aumentare esponenzialmente, per assecondare i desideri dei tifosi che chiederanno squadre sempre più in grado di competere con gli squadroni e che per la congruità dei loro investimenti gia’ da qualche anno avrebbero meritato di militare nella famosa B/2, cioè in una ”B” declassata rispetto a quella attuale che a sua volta e per differenziarla, avrebbe dovuto assumere il nome di ”Serie B di eccellenza”.
Purtroppo, impegnati a sfornare nuovi e più complicati regolamenti, a concedere rinvii a tutto spiano, chi era chiamato a risolvere il problema non si è minimamente occupato di questo ambizioso progetto lasciando che le cose restassero al punto di partenza. E per renderci conto della gravità della situazione basti pensare come nel girone C, tanto per fare un esempio, le squadre che punteranno alla promozione diretta saranno non meno di sei: Catania, Catanzaro e Trapani, attualmente impegnate nella disputa dei play-off, alle quali si devono aggiungere Bari, Foggia, Avellino e dulcis in fundo, il Palermo, deferito per violazioni amministrative con sentenza di primo grado che lo condanna alla retrocessione in serie C. Sei squadre con organici già competitivi e in predicato di ulteriori rafforzamenti con cui dovrebbero gareggiare a breve piccole società come il Siracusa alle quali i tifosi si affretteranno a chiedere la luna, dimenticando che alla base di qualsiasi richiesta, pure ammesso che ormai l’usanza è questa, bisognerebbe porre il senso della misura.
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