Giovanni Alì non è un presuntuoso, uno di quelli, per intenderci, che a chi vuole dargli un consiglio risponde che sa sbagliare da sé, ma uno che i consigli li accetta, specialmente quando ha accettato quello su come vincere la diffidenza del tifosi siracusani. Forti di quel successo, torniamo oggi alla carica con un consiglio su un argomento che sta molto a cuore ai tifosi del Siracusa e che riguarda il rapporto che dovrà essere basato sulla chiarezza.
A partire dal programma del prossimo campionato che non può essere basato su frasi e obiettivi generici ma che dev’essere rapportato alle possibilità economiche di cui potrà disporre la società con una scaletta di opzioni. Con un apporto consistente delle entrate (per ingresso nuovi soci, sensibile aumento di presenze allo stadio e del gettito pubblicitario, chiusura inattivo delle operazioni di compravendita di giocatori e contemporanea diminuzione delle multe e delle sanzioni) rafforzamento della squadra per raggiungere il massimo obiettivo della promozione diretta. Con un gettito medio di entrate, varo di una squadra da mantenimento della categoria al raggiungimento della zona play-off. Con un gettito di entrate, infine, appena pari a quelle attuali, obiettivo salvezza. Nulla dev’essere taciuto ai tifosi sulle potenzialità di spesa della società, perché gli obiettivi societari siano chiari a tutti.
Questo eviterà le delusioni che sono parenti stretti delle contestazioni e consentirà alla triade (Alì, Santangelo, Laneri) di uniformare il proprio operato alla chiarezza di propositi e di programmi, pur tenendo conto che il rispetto di questo accorgimento, non essendo il calcio scienza esatta,può anche non raggiungere gli obiettivi sperati e viceversa. E i casi Catania e Juve Stabia lo dimostrano. E’ però altrettanto vero che le società hanno anche un compito educativo che è quello di far capire al tifoso che «l’erba voglio» non abita più dalle nostre parti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA