Con Alì, se necessario, pronto a dare una mano

Siracusa. Cutrufo e Salvoldi in soccorso del Siracusa sulla scia degli slanci generosi di una volta

di Armando Galea

Dubbi e incredulità alla notizia pubblicata dal nostro giornale di un probabile ritorno di fiamma di Luigi Salvoldi per un ruolo nella costituenda nuova società e conferma dell’esistenza di un inizio di dialogo fra i due, gli unici a non esitare a tornare a scommettersi sia per il salvataggio che per il rilancio. E si fanno sempre più frequenti le richieste di aiuto, soprattutto economico, partiti in direzione di associazioni in cui confluiscono migliaia di iscritti (come quella degli industriali, degli artigiani e dei commercianti), con risposte per il momento interlocutorie, ma possibiliste.

Circa i tempi stretti di costituzione di una nuova società non va sottovalutata la possibilità di sfruttare le due che non hanno subìto procedure concorsuali come quella attualmente in mano a Salvoldi o l’altra in mano di Alì, quest’ultimo, signorilmente disposto a restituirla anche gratuitamente o in cambio di un ruolo societario marginale a dimostrazione dei legami affettivi che, a quanto ha sempre sostenuto, lo avevano spinto a spostare nella nostra città, parte dei suoi interessi commerciali. Il problema è che mentre il tempo stringe, l’auspicato incontro fra Salvoldi e Cutrufo, salta da una settimana all’altra, una volta per gli impegni di lavoro dell’uno e un’altra volta dell’altro. Non per niente, nel chiedere una seconda intervista a Luigi Salvoldi che fra i due è quello meno facilmente raggiungibile essendo svolta la sua attività prevalentemente all’estero, abbiamo ricordato che i tempi, se vogliono effettivamente dare un seguito ad un’eventualità che sarebbe, tutto sommato, gradita alle centinaia di tifosi, rimasti senza interlocutori e, quindi, senza notizie. Il black-out ha comunque favorito il ricordo di momenti simili, vissuti dal Siracusa e dai suoi tifosi. Come quelli legati alle estemporanee iniziative dell’epoca, qualcuna storica, come quella del vice di Matteo Sgarlata, signor Giudice, di professione macellaio, che aumentando il costo della carne di qualche lira, mise in moto una sorta di gara fra esercenti che alla fine diede gli esiti sperati sul piano del salvataggio del Siracusa. E si registrò anche un fatto da “libro Cuore”. Durante la raccolta si presentò nel punto vendita della macelleria Giudice, in via Trento, un vecchietto, che depositando sul banco alcuni spiccioli, dichiarò che quella settimana avrebbe fatto a meno dell’etto di carne che si poteva permettere per aiutare il Siracusa. Commozione del signor Giudice che gli regalò tre robuste fette di buona carne. Altri uomini, altri tempi.

di Armando Galea 04 Luglio 2019 | 09:36
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