Siracusa. All’orizzonte lo scenario del 2012: quando Salvoldi fu lasciato solo

di Armando Galea

Credeteci, ce ne vuole per capirci qualcosa sulle reali potenzialità di un territorio come il nostro, sotto certi aspetti impoverito e ridotto a vivere di stenti e sotto altri aspetti, teatro di traffici, per lo più illeciti che continuano ad assicurare insperate carriere e relative fortune a chi domani sarà costretto a ricambiare i favori, come probabilmente è già accaduto e come è assai probabile che accada ancora. Sono i chiaroscuri di una realtà che i servizi di stampa stanno portando alla luce, assegnando alla nostra provincia una centralità operativa di scenari inediti anche per chi ci vive e per cui le ingiustizie non dovrebbero rappresentare una novità. Eppure nel territorio in cui pare si decidono posti di comando di colossi industriali e l’imparzialità di vitali organismi di giustizia, ci vorrebbero far capire che non gira il becco di un quattrino e che le casse di club, associazioni, di categoria, confederazioni industriali e artigianali siano vuote e quindi nell’impossibilità di sostenere iniziative a sfondo ricreativo e sociale che interessino la collettività o parte di essa e che è meglio quindi in assenza anche di politici e istituzioni, che gravino sul privato. E’ la realtà che sta emergendo dagli appelli rimasti inascoltati dell’attuale patròn del Siracusa e del suo braccio destro per trovare un aiuto nella gestione della maggior rappresentativa calcistica cittadina la cui iscrizione al prossimo campionato è più che mai in forse, salvo abbassamenti di braghe e genuflessioni varie alle quali i pochi mecenati ancora in circolazione non possono sottostare per rispetto dei valori morali e della propria dignità.

di Armando Galea 07 Giugno 2019 | 09:28
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