Il ruolo di Antonello Laneri dev’essere fra i più invidiati, a livello calcistico. E se, non ci credi, entra nel primo bar che ti capita, uno di quelli, ad esempio, trasformato in covo dei tifosi e trovi tutta gente disponibile a parlare, a fare dichiarazioni o a cimentarsi persino come operatori di mercato, perché da che calcio è calcio. Se non ti misuri valutazioni e in giudizi a prima parola ti zittiscono.
E allora tutti a parlare, a dire la loro, a mostrare competenze che magari non hanno. Il periodo è quello giusto, quello dei sogni, tanto nel calcio, è risaputo che i sogni non costano niente.
Prendiamo ad esempio la Reggina, per via della campagna di riparazione di gennaio, c’è chi oggi, ormai fuori dai giochi, la comprerebbe tutta.
A cominciare da Conson, difensore quasi insuperabile, nonostante le primavere sulle spalle e la grande esperienza consumata sui campi di B e che dire di Tulissi, uno che alla palla dice del tu e ad ogni sua ripartenza sa creare quella superiorità numerica in grado di aprire come scatolette di tonno le aree avversarie.
E cosa ci vuole per trovare un bell’attaccante? Niente, basta un fischio e arriva Manuel Fishnaller, trasmigrato l’alto atesino al Catanzaro dal Feralpi Salò. E sempre dal Catanzaro c’è chi porterebbe alla corte del presidente Alì, quel Bianchimano, che in area non perdona. Ma per disporre di un buon attacco nel girone meridionale di serie C c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Ci sono i palermitani Saraniti e Di Piazza, ad esempio. O il rossoazzurro Denis Curiale, o trottolino Mannéh, sbarcato a Siracusa da uno di quei barconi che partono dalle coste libiche, ma finito al Catania. Il problema, come chiunque puo’ rendersi facilmente conto non è una questione di nomi o di giocatori importanti, ma di soldi. E il Siracusa di quelli, ne ha avuti sempre pochini.
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