Imisteri inspiegabili della politica siracusana che rimangono in gran parte irrisolti, il vero mistero che aleggia sulla vendita di immobili in Ortigia con la promessa del cambiamento urbanistico della destinazione d’uso. Ma a chi ha promesso e quale contropartita? Magistratura permettendo… si configurerebbe in reato? Collusione? Corruzione?
E come si dice: dove non arrivarono le casse sempre vuote e le idee altrettanto carenti delle istituzioni, sono giunti i privati ad investire con forti interessi trasmessi, ed anche ai politici? Come diceva Andreotti: «A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina». È configurabile il delitto di abuso d’ufficio nel comportamento del sindaco che, allo scopo di favorire lo scopo personale?
Vendita carcere Borbonico
Dopo la presunta vendita, poi saltata, dell’autodromo di Siracusa; è arrivato il momento per l’ex carcere borbonico. La tanto sospirata struttura, incastonata in Ortigia, si trasformerà per incanto in un grande hotel? (con l’attuale destinazione d’uso: contenitore culturale, chi ha promesso chi?). Accordo sottoscritto tra le parti in uno studio notarile il 5 luglio 2024. Per l’acquisizione dell’immobile, la società aggiudicataria «Tas» ha corrisposto all’ente, ovvero l’ex Provincia, la somma complessiva di 3milioni 750mila euro, corrispondente all’importo dell’ultima asta, la quinta, in cui l’ex carcere borbonico non aveva trovato alcun acquirente.
La struttura era di proprietà del Libero consorzio comunale, ed è stata ceduta dalla commissione straordinaria di liquidazione a un’azienda privata. Superato anche il problema relativo al reperimento degli atti storici, visto che si doveva risalire al 1884. In deroga al piano particolareggiato di Ortigia, che per quell’immobile di proprietà dell’ex Provincia Regionale prevedeva la realizzazione di un contenitore culturale: l’ex casa cu’ ‘n’occhiu, dovrebbe essere trasformata in un albergo lussuoso.
Chiaramente la destinazione d’uso viene ovviamente decisa dal Comune di Siracusa. Già una ventina d’anni fa ci fu il tentativo di trasformarlo in un albergo, mediante una concessione pluridecennale e l’apposita conferenza dei servizi aveva anche espresso parere positivo. Ma al momento del voto in consiglio comunale il cambio di destinazione dell’immobile da archivistico-museale ad albergo venne bocciato. Vogliamo vedere chiara la posizione (presunta corrotta) del Consiglio comunale esprimersi sulla nuova destinazione d’uso; come dicono che i soldi fanno miracoli… in prigione.
Qualche anno prima era stato invece concesso al Gruppo Russotti per il palazzo delle Poste, in cambio del pagamento di oneri di urbanizzazione per più di 600mila euro.
L’immobile ‘Ex Ente comunale di assistenza’
Lo stabile di via Privitera, che in passato ha ospitato l’Istituto musicale, lo scorso 18 settembre è stato alienato per 806mila euro alla Fimesa spa di Milano. La vendita è stata effettuata con la procedura di pubblico incanto con il metodo delle offerte segrete esclusivamente in rialzo o almeno pari al prezzo base, cosi come previsto nell’Avviso d’asta e che era di 650mila euro. L’immobile rientrava tra quelli previsti nel ‘Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale 2024/2026’ approvato di recente dal ‘solito’ Consiglio comunale.
Sin qui il comunicato. «Chissà perché eravamo praticamente certi di questa vendita e chissà perché avevamo subito pensato ad una società di Milano. Chissà?
La Fimesa è in effetti una immobiliare meneghina con soli 3 dipendenti che probabilmente trarrà il massimo profitto dai 311 metri quadrati con vista mare dal piano terra, dal primo piano e dal secondo piano dell’immobile in via Privitera, un gioiello che ha acquistato a poco più di duemila euro al mq in un centro storico ormai privo di qualsiasi occasione per acquistare anche una casetta di pochi metri quadrati. Registriamo invece un autentico colpaccio. Ci sono due sole ipotesi possibili: O Fimesa ci vede lungo con il cannocchiale anche da Milano o da Siracusa è arrivato l’aiutino dal fatino turchino? Non è dato sapere.
Aleggia il mistero sulla Caserma Caldieri
L’ex caserma Caldieri verrà data in concessione. L’antico edificio, sito in Ortigia, figura, infatti, tra gli immobili non strumentali di proprietà dello Stato che l’Agenzia del Demanio vuole affidare in concessione-locazione per essere avviati ad una valorizzazione economica, sociale, culturale, turistica, assicurandone la fruizione pubblica, sottraendoli al degrado e aprendoli al pubblico.
Il bando pubblicato nella sezione “Gare e Aste” del sito www.agenziademanio.it , e c’era tempo fino alle 12 del 19 maggio 2022 per presentare l’offerta. Oltre al bando era possibile visionare tutta la documentazione a supporto sia in italiano che in inglese: una Guida ai bandi di concessione/locazione di valorizzazione, una Guida al Pef (Piano Economico Finanziario), una Sintesi del Bando e tutte le schede di presentazione dei beni.
L’ex caserma Caldieri, che attualmente versa in completo stato di abbandono, è situata sul lungomare di Ortigia nel versante est dell’isola omonima in corrispondenza del punto in cui la stessa si fa più stretta.
L’impianto principale risale al XVII secolo venne trasformato in ospedale fino al 1876, quando fu trasferito in piazzetta san Rocco nell’ospedale delle Cinque piaghe dove è stato fino al 1953 (trasferito poi successivamente nello stesso anno all’Umberto I) ma l’edificio trova la sua collocazione storica naturale all’interno del XIX secolo, epoca cui si fa risalire la sua ristrutturazione con la conseguente fusione dei due organismi monastici originali: il convento di Santa Teresa e il convento di Santa Croce.
I divisori di grande spessore modellano lo spazio interno con una sequenza di vani collegati e distribuiti attraverso due ampi corridoi conformati a “T”, affacciati prevalentemente sulla corte interna all’edificio. Due corpi scala mettono in comunicazione il piano superiore che sostanzialmente ripropone un identico schema distributivo. L’immobile, che si estende per una superficie complessiva di 4.970 metri quadrati.
L’Agenzia del Demanio ha ufficializzato a giugno 2024 di aver affidato in concessione alla società messinese Zancle757 guidata da Rocco Finocchiaro, l’ex Caserma Caldieri di Ortigia a Siracusa per i prossimi 50 anni. Questa struttura storica di 4.970 mq, che da tempo vive in stato di abbandono, è ubicata in uno dei lungomari più belli e ricchi di storia della nostra Sicilia.
Il progetto presentato dalla Zancle757 prevede non solo il recupero dell’immobile, rispettando i vincoli di tutela, ma anche la realizzazione di una struttura ricettiva di alta categoria, con annessi tutta una serie di servizi complementari.
L’imprenditore Rocco Finocchiaro spiega: «Questo mio progetto, che sognavo da tempo, si realizza in un momento storico per la nostra terra di Sicilia, tutto ciò dimostra la sempre più crescente attenzione per la Sicilia da parte di investitori internazionali.
Negli anni scorsi avevo manifestato l’interesse verso lo stabile dell’ex Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele di Messina, quel magnifico e storico palazzo del Basile, operazione che per vari motivi purtroppo non si è potuta concretizzare e che forse è stata destinata a istituzioni pubbliche. Così ho dirottato i miei sogni in un’altra notte dal diverso cielo stellato, ed ho guardato fuori dalla città dello Stretto e, vista la disponibilità dell’ex Caserma Caldiera, che ancora prima era l’ex convento dei Carmelitani Scalzi, ho deciso di sviluppare un progetto per rinominarlo “Hotel Scausi”, prevedendo tutta una serie di attività collaterali uniche al mondo. Non solo, infatti, la realizzazione di 32-34 camere, ma i due piani dell’ex Chiesa diventeranno due laboratori permanenti di restauro del papiro e uno di gioielli e materiali antichi.
Ci aspettano quattro anni di lavori di restauro conservativo e per il ripristino della struttura, per un totale di risorse economiche investite che ammontano a 15 milioni di euro. Non vedo l’ora di vedere passeggiare i clienti provenienti da tutto il mondo, sbirciare dentro i laboratori per apprezzare e respirare la nostra storia di Sicilia, proprio nella terra che ha dato i natali al grande Archimede», conclude l’imprenditore messinese Rocco Finocchiaro. Anche qui ci sarebbe la mano del fatino turchino contattato dal magnate messinese di cambiare la destinazione d’uso in consiglio comunale che in questi mesi ha elevato l’implementazione mensili ad ogni consigliere oltre duemila mensile senza lavorare e senza colpo ferire. ‘Una pacchia con furto con scasso delinquenziale impunito’.
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