Siracusa. La città ostaggio di una classe politica superficiale e mediocre

di Giuseppe Bianca

E’ scattata la spirale di non ritorno, la società siracusana va sempre più regredendo. Economia distrutta, società fallita

No! Non ci siano assolutamente, questa politica non rappresenta più i siracusani, gli attuali politici non sono più condivisi dalla gente e le istituzioni finiscono col diventare un ostaggio nelle mani di una minoranza autoreferenziale.

La società è governata da una minoranza politica autoreferenziale che all’atto delle votazioni eleggono i loro ‘figliocci’, assente la stragrande maggioranza che diserta le urne per poi dopo lamentarsi. E’ scattata la spirale di non ritorno, la società siracusana va sempre più regredendo. La popolazione 30 anni fa contava circa 126 mila abitanti adesso ne ha poco più di 116 mila, di questo passo tra 20 anni saremo sotto 100 mila abitanti. 

«Lo scorso anno i nuovi nati sono stati solamente 708 (370 maschi e 338 femmine), mentre i morti nel 2023 sono stati 1.314 (con un saldo naturale negativo di 606 persone). Secondo le proiezioni, nel medio periodo a Siracusa i bambini con meno di 4 anni saranno circa 3600 e gli ultraottantenni 11mila. «Questi dati non tengono conto, inoltre, che molti giovani che van-no a studiare o a lavorare altrove, per diversi anni lasciano sovente la loro residenza anagrafica nella città di origine. Talvolta decidono di non rientrare definitivamente a Siracusa, con una fuga di cervelli che impoverisce la nostra provincia di preziose intelligenze. Per vincere questa sfida demografica i giovani devono ritrovare fiducia nel futuro», come sostiene Salvo Sorbello. 

«La politica deve creare i presupposti di sviluppo affinché i giovani ritrovino la fiducia nel futuro, scoprendo la bellezza di essere genitori e nonni e venendo agevolati quando scelgono di costruire una famiglia e di mettere al mondo dei figli. Fin quando non comprenderemo che la denatalità erode in maniera devastante l’asse portante della popolazione attiva, rendendo molto più difficile se non impossibile anche per la provincia di Siracusa poter sostenere ed alimentare la capacità di produrre ricchezza e benessere, non ci renderemo conto che la natalità è un fondamentale problema economico e sociale, non certo privato». 

Ci va giù duro Salvo Benanti su facebook: «Nella Relazione annuale del sindaco Italia in Consiglio comunale (che pubblichiamo integralmente gratuitamente a pag. 4). Non c’è dubbio che il sindaco parla di una città che vede solo lui insieme alla sua band, non certo disinteressata. Il sindaco non ha parlato della CamCom che ha silurato firmando una lettera pro Catania, non ha parlato del nuovo ospedale a cui vogliono scippare il secondo livello, non ha parlato dell’autorità portuale, del lavoro, dell’occupazione, di centinaia di attività che hanno già chiuso, non ha parlato della realtà di Siracusa di cui gli interessano solo i concerti e qualche stilista amico. Per Italia, per fare un esempio, le piste ciclabili sono un vanto. Ad oggi deserte, sporche, nate dalla mente di una persona che certamente non ama Siracusa. Le piste ciclabili sono in effetti milioni sperperati che hanno rovinato urbanistica e mobilità della città per il 99 per cento dei siracusani. L’attuale sindaco, nonostante danni e proteste quotidiane, fa quello che vuole senza dare conto a nessuno, nemmeno al nuovo consiglio comunale disinteressato alla città, alle ciclabili e già noto e super impegnato per traffichi, poltrone, prebende, cariche e indennità di platino, coi consiglieri traditori del loro schieramento e quelli del Capo che fanno di tutto insomma, tranne gli interessi di Siracusa. Italia ha poi menato vanto della Sais che ha sostituito l’Ast. Sais? Un disastro! Per fortuna scade fra pochi mesi anche se il Capo sembra avere idee con rinvii, proroghe e altri marchingegni pro Sais a cui ad aprile 2023, a pochi giorni dal voto comunale, ha affidato direttamente il servizio per due anni con 5 milioni cash».

«Naturalmente Italia non ha parlato di tasse. Aveva scritto nel suo programma elettorale: “L’obiettivo del prossimo mandato è di proseguire e migliorare per rendere il carico tributario dei cittadini e delle attività produttive meno gravoso riducendo la TARI e le aliquote IMU”. Nel 2024 ha invece aumentato al massimo Tari e Imu. Naturalmente non ha parlato del crollo di presenze per le feste pasquali e nemmeno dell’ira degli albergatori per lo sconsiderato aumento della tassa di soggiorno. Come può una città maglia nera per la qualità della vita chiedere più soldi a chi la viene a visitare e porta soldi nei suoi alberghi? Una scelta balorda, come tante altre di Italia. Naturalmente non ha parlato nemmeno del cimitero totalmente in degrado, con ruberie quotidiane così come i crolli. Per Italia il cimitero è un bancomat, ha cercato di far pagare due volte loculi di proprietà con tanto di documentazione di proprietà, oggi ha raddoppiato il costo dei servizi in un camposanto dove non c’è nessun rispetto per i defunti e per i cittadini che vanno a visitarli fra disservizi, spazzatura e in mezzo al degrado dilagante. Infine dai contenziosi milionari con Sai 8 ed Igm», fin qui parte della nota di Benanti.

Il malessere di vivere in una città come Siracusa senza presente e senza futuro dove i politici sono in stato di delirio bipolare dissociativo. Lo denunciavamo nell’editoriale del 26 febbraio 2022. 

Non c’è più nulla; una società siracusana piatta, il cui dolore si abbatte su uomini, animali e cose, spazzando via ogni forma di speranza, compassione, coraggio, e i sogni hanno solo un retrogusto amaro. Eugenio Montale scriveva: «la propria vita un vero e proprio viaggio di dolore» ed è quella in cui vivono i cittadini. I siracusani hanno scelto una politica folgorata sulla via di Damasco. Le cui scelte per il territorio hanno fatto regredire notevolmente la società civile. Le cui condizioni non sono più recuperabili. Il disfacimento.

Siracusa di cotanta narrazione che ha segnato libri di storia di tutti i tempi, da oltre 40anni a questa parte, per causa di una cattiva gestione politica, si troverebbe in depressione. Nel dettaglio la classifica delle città depresse vede la città di Archimede in nona posizione: Udine in testa (14,3% di depressi), seguita da Mantova (14,1%), Piacenza (12,7%), Ancona (11,4%), Lucca (10,4%), Campobasso (10,2%), Perugia (9,4%), Salerno (8,7%), Siracusa (8,1%), Foggia (7,8%), Cagliari (7,2 %), Cosenza 6,7%.

Vivere a Siracusa fa tanto male. La colpa? È degli stili di vita scorretti legati alla cattiva gestione della politica e all’urbanizzazione, di una società non società. E’ proprio la politica, infatti, tra la principale responsabile dei due terzi delle malattie che si registrano nelle città. A dirlo sono gli studi condotti a vario titolo negli ultimi anni da eminenti professionalità.

Un’urbanizzazione 

disordinata genera 

diseguaglianze sociali

Le denunce nei nostri editoriali parlano chiaro, l’urbanizzazione di Siracusa è avvenuta in modo disordinato: quartieri separati dal resto della città; mancanza delle infrastrutture basilari come strade, marciapiedi, l’illuminazione stradale o un’adeguata rete fognaria; assenza dei servizi primari come gli asili nido, le scuole o le aree verdi. 

Le comunità che ogni giorno fanno esperienza dell’isolamento, delle ineguaglianze e della povertà sono le prime a perdere fiducia nei confronti della politica e di Palazzo Vermexio, e a rappresentare una terra di conquista per le organizzazioni politiche vicine e criminali.

Se ancora non si fosse capito i siracusani stanno vivendo un momento di grave crisi interiore e depressiva con enorme difficoltà a svincolarsene e non riescono a trovare la strada maestra dello sviluppo e a socializzare ed entrare in contatto con altre persone, ad avere una cerchia sociale intorno a loro, siamo in evidente stato di allarme sociale e la causa è tutta di una cattiva gestione politica ultra decennale a qualunque latitudine sia di destra, di sinistra e centro. 

Ahimè è una questione di uomini di qualità che in città sono in pochissimi e quelli stessi se la defilano per non rimanere prigionieri nella maglia della mala politica e del mal costume locale. E’ tutta una questione di scelte e di qualità. 

Le qualità di una persona sono le sue caratteristiche distintive e possono essere buone o cattive. La proprietà determina la natura di una cosa. Insomma, come scriveva John Ruskin (scrittore, pittore, poeta e critico d’arte britannico): «La qualità e il talento non sono mai casuali; è sempre il risultato di uno sforzo intelligente».

di Giuseppe Bianca 08 Aprile 2024 | 09:27
© RIPRODUZIONE RISERVATA