Nella propria relazione annuale sull’economia siciliana, pubblicata solo lo scorso mese di giugno, scrive Banca d’Italia: «L’economia siciliana continua a caratterizzarsi per un divario di produttività molto ampio nel confronto con la media nazionale, comune a tutti i settori». Lo rileva in un intervento la società Elemata riferita alla preoccupata disamina sulla disoccupazione giovanile sul territorio siracusano.
La Sicilia, non possiede un solo indicatore di segno positivo, salvo considerare “stabile” l’occupazione, anche se evidentemente si tratta di un buonismo dell’estensore, perchè stabile lo è in effetti, ma la disoccupazione. In termini di incidenza percentuale sui volumi totali dei crediti deteriorati però, la Sicilia non è seconda a nessuno. Se le regioni del Centro e del Sud Italia mostrano livelli più elevati di gross bad loan ratio rispetto al Nord Italia, la Sicilia è in testa, è finalmente la prima in qualcosa.
La ripartizione dei gross bad loan per macro settore mostra che Real Estate, Costruzioni e Manifattura rappresentano circa il 66% dell’intero mercato NPL italiano. A buon intenditor poche parole, ai vertici dell’Amministrazione regionale, se lo riterranno, le considerazioni e i correttivi del caso. A quanti avrebbero potuto aspettarsi un commento ai recenti pronunciamenti del Tribunale Amministrativo di Catania, rispondiamo con la semplicità di sempre: no, non commentiamo le sentenze, le rispettiamo anche quando a noi incomprensibili.
Alla comunità invece, agli amministratori, ai decisori politici, ai partner, a quanti hanno inteso correttamente le nostre buone intenzioni, chiediamo vicinanza e fiducia. Confidiamo che le energie profuse in questi lunghi undici anni, insieme con la qualità e il livello dell’hospitality proposta, per gli innegabili benefici per il territorio in termini di ricadute, considerata l’offerta occupazionale durevole oltre che l’assoluto rispetto e valorizzazione dei luoghi, possano incontrare equilibrio e la sintesi necessaria e risolutiva.
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