
Contro chi? Contro nessuno? Il vuoto a Palazzo Vermexio. Solo prendere in mano la propria e altrui vita e andare lontano. E’ un atto di merito dell’organizzazione, dei giovani, che costituitosi in poco tempo, chiedono le dimissioni del primo cittadino, presunto responsabile del disastro cittadino che proviene da molto lontano, senza che lo stesso abbia fermato lo scempio sociale e avere ascoltato la voce del cuore della città; inscenando pacificamente con uno striscione sul ponte ciclopedonale inneggiando la scritta: ‘13 aprile in piazza Duomo ore 11 chiediamo le dimissioni di Francesco Italia’.
Non c’è nessun omicidio, nessuna aggressione o reato, sola una pacifica e sobria manifestazione di pace apartitica e apolitica. Un gruppo di simpatizzanti siracusani, che ha avuto solo il coraggio di manifestare, seppure in minore intensità di partecipazione dei siracusani, bravi solo a lamentarsi e mugugnare in silenzio. Un popolo passivo che accetta le avversità della politica di turno. Le avversità del destino. La loro coscienza non morde.
Una manifestazione pacifica: apartitica e apolitica organizzata da Giorgio Nanì La Terra, con i partecipanti che contestano numerose problematiche cittadine come la carenza illuminazione pubblica, le condizioni obsolete delle strutture scolastiche, i Ccr a Mazzarrona, Cassibile e in città, il ponte ciclopedonale con la repulsione delle piste ciclabili e molto altro. La lista sarebbe molto lunga.
Ci atteniamo alla manifestazione che vuole essere l’esposizione della opinione comune di un gruppo di persone del mal contento popolare. Vergogna, i siracusani assenti, nascosti come topi nelle loro tane.
Il luogo di incontro è una forma di attivismo, di coscienza, che solitamente si svolge per mezzo di persone che si riuniscono insieme. In questo modo, l’opinione che si vuole manifestare prende significato grazie alla moltitudine di persone che sono d’accordo con essa e si radunano per dimostrarlo visivamente, nel nostro caso solo giovani volenterosi vogliosi di una città protagonista del proprio destino, del futuro.
Una manifestazione per mostrare un punto di vista: il dissenso dell’attuale gestione pubblica del sindaco della città che dura da oltre tredici anni, su diseguaglianze sociali e territorio in decrescita, sottosviluppato, ed ultimo in classifica nella qualità della vita.
Una manifestazione solitamente viene considerata di maggior successo se vi partecipa un maggior numero di persone. Argomenti per manifestare riguardano spesso la politica, l’economia e i problemi sociali. Diciamolo chiaramente non ci sono né vincitori, né vinti ma la città in primo luogo. Nessuno metta etichette. La simbolicità ha un valore e in quanto tale va apprezzato.
L’analisi focalizza il significato strategico e il valore dell’evento anche culturale se vogliamo di protesta come questa, di grande signorilità.
E’ legittimo promuovere lo sviluppo della propria città, cultura, così come tutelare il patrimonio storico ed artistico abbandonato del territorio è tra i principi fondamentali della Carta Costituzionale.
Spesso si discute sull’importanza della conservazione dei beni concreti, sulla loro salvaguardia. E questa per Siracusa deve essere considerata una ‘mission’ quasi esclusiva della politica culturale della società civile tutelare i propri beni e lo sviluppo della stessa e promuovere iniziative per la sua crescita.
Questa nuova coscienza si esprime in una crescente attenzione da parte di tutti i soggetti che si muovono sul palcoscenico della città (siano essi orientati al profitto o meno) verso quelli che sono i principi, gli strumenti e le strategie di sviluppo, della ricerca e della comunicazione per migliorare lo stato sociale di Siracusa.
I giovani gridano forte: ‘basta strade abbandonate, periferie dimenticate, rifiuti ovunque, mare negato, cemento sulle spiagge, la città è al buio, strade bucate, più sicurezza stradale, non solo multe, diritti negati, salute pubblico diritto assente, non c’è lavoro, ciclabili senza criterio, risposte tempestive e puntuali alle richieste di accesso agli atti, basta inquinamento con sversamenti di fogna a mare, basta perdite acqua bene prezioso, basta scelte sbagliate, e con un sindaco assente che governa da un salotto’.
Guardando al momento socio economico e, appunto, culturale che stiamo vivendo a Siracusa, è evidente che ci troviamo alla fine di un percorso buio. E’ cosa poco conveniente pensare che politiche pubbliche immateriali e simboliche, come sono quelle sociali e culturali, possano continuare ad essere gestite da strutture da soggetti vuoti di idee se queste restano ancora modulate su una missione conservativa vecchia del passato, che rischia di diventare incancrenita.
I giovani siracusani guardano al territorio come espressione e generatore: una ‘mission’, al contempo, della gente che lo anima significa comprendere i nuovi ed emergenti desideri di rinascita culturale. Ma ciò dai siracusani è capito? La domanda che fortemente viene da tale spazio temporale confluisce spesso nella richiesta di giuste e salutari coordinate per utilizzo del tempo di vita e crescita del territorio.
Questa iniziativa è solo il punto di partenza, occorre svegliare le coscienze dei siracusani, il percorso comprende una complessità che varia a seconda dell’ambiente in cui si opera, dall’elettroshock, una tecnica terapeutica usata in neurologia e psichiatria basata sull’induzione di convulsioni nel paziente mediante passaggio di una corrente elettrica attraverso il cervello.
Una terapia per moltissimi interlocutori da soddisfare, delle relazioni da sviluppare, delle nuove e articolate competenze che è necessario possedere per intraprendere un percorso di crescita.
In queste poche righe, dopo un’accurata valutazione si è scelto di focalizzare sul legame, alquanto naturale, tra cultura ed economia. La valorizzazione di ciò che Siracusa possiede in maniera unica: industria, agricoltura, turismo e servizi, esclusiva ed irripetibile può avvenire attraverso l’applicazione di strategie da adottate per il prossimo futuro.
Ieri mattina lo striscione era rivolto verso il ponte Umbertino ed rimasto visibile dalle ore 11:00 alle 15:30.
Questa mattina al dissenso manifestato sul ponte Umbertino vi sarà la protesta principale in Piazza Duomo, sotto il Vermexio. Ultima chiama per i siracusani sconcertati? Chissà? ‘Né vincitori, né vinti: nella follia del territorio la sconfitta è di tutti’. È la vita, non è una gara, un atto di merito e di coraggio per chi si è speso per il territorio. Ma dove sono chi? Cosa? I siracusani, chi sono?
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