Siracusa. Concessioni balneari, Comune senza Pudm rallenta sulla tabella di marcia

di Redazione

La città tra i 27 Comuni siciliani senza Pudm: entro il 2027 l’Europa impone gare pubbliche, ma il rischio è un freno allo sviluppo turistico

Siracusa si trova ancora in ritardo sul percorso che porterà, entro il 2027, all’obbligo di gare pubbliche per l’assegnazione delle concessioni balneari. Alla data del 30 luglio, secondo quanto certificato dal Ddg n. 1060 dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, il capoluogo aretuseo figura tra i 27 Comuni costieri siciliani che non hanno superato la verifica del Piano di utilizzo del demanio marittimo (Pudm), documento chiave senza il quale non è possibile procedere con i bandi.

Un dato che preoccupa non solo per le implicazioni giuridiche, ma soprattutto per le ripercussioni economiche e turistiche. Siracusa, città che ha nel mare uno dei suoi punti di forza, rischia di pagare un prezzo alto se non riuscirà ad accelerare. Senza Pudm, infatti, resta impossibile pianificare in modo organico l’uso delle aree costiere, regolamentare in maniera trasparente le concessioni, migliorare i servizi a beneficio di residenti e turisti.

La questione si inserisce in un quadro più ampio: l’Italia, obbligata a conformarsi alla direttiva europea Bolkestein (2006/123/Ce) e all’articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell’Ue, continua a subire sanzioni pesanti per i ritardi. Dal 2011 a oggi, le infrazioni europee hanno già comportato oltre un miliardo di euro di multe a carico dello Stato.

La legge regionale n. 32 del 2020 ha tentato di agevolare i Comuni, consentendo il rilascio di concessioni provvisorie della durata di sei anni, purché coerenti con i piani preliminari adottati o in fase di approvazione. Ma si tratta pur sempre di un provvedimento tampone: se una volta approvato il Pudm le concessioni risultassero non conformi, i titolari avrebbero appena 90 giorni di tempo per adeguarsi, pena la revoca.

Oggi la mappa delle inadempienze restituisce l’immagine di una Sicilia a due velocità. Siracusa è in compagnia di altri 26 Comuni che non hanno ancora completato l’iter: Messina guida la classifica con 13 amministrazioni ferme, seguono Agrigento con 6, Palermo con 3, Trapani con 2, e infine Gela per la provincia di Caltanissetta.

Per la città aretusea, però, la posta in gioco è ancora più alta. Con un litorale che si estende da Fontane Bianche all’Arenella, da Ognina fino al Plemmirio, il Pudm rappresenta non solo un adempimento burocratico, ma la vera occasione per ridisegnare il rapporto tra turismo e territorio, garantendo equilibrio tra sviluppo economico, tutela ambientale e fruizione collettiva delle spiagge.

Il tempo, però, stringe: senza un’accelerazione immediata, Siracusa rischia di trovarsi impreparata all’appuntamento del 2027. E a pagare non sarebbero solo le istituzioni, ma anche gli imprenditori balneari e, in ultima analisi, l’intera economia legata al mare che rappresenta una delle colonne portanti del futuro turistico della città.

30 Settembre 2025 | 11:40
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