Per la Collana di studi e documentazione del Centro nazionale di Studi pirandelliani, diretto da Enzo Lauretta, è stato pubblicato un elegante volume intitolato “Sicilia: dialetto e teatro».
Si tratta di un’opera non solo ponderosa, ricchissima com›è di notizie, ragguagli, foto, richiami storici, immagini d›epoca, ma anche, e forse soprattutto, di basilare importanza a livello museale.
Gli autori sono, naturalmente, Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla. Naturalmente perché nell’ambito della cultura della storia del Teatro sono sempre all’avanguardia per le variegate iniziative.
Per chi volesse saperne di più sulle vicende teatrali in Sicilia, questo volume è un insostituibile vademecum, un prezioso crogiuolo di dati e di date, dove è possibile trovate tutto e di più, persino l›inimmaginabile considerando i particolarissimi reperti riportati alla luce.
Spulciando tra le pagine del volume ti accorgi di quanto appassionata sia stata l’opera dei curatori Zappulla, e quanto sia meritevole la loro dedizione pari soltanto alla loro dottrina.
Suddiviso per annate, il volume offre una panoramica esaustiva occupandosi dei commediografi, dei copioni, dei testi musicali, del materiale pubblicitario, di attori e attrici, di costumi, oggetti e materiale di scena, degli autografi, delle note e delle recensioni giornalistiche, dei testi teatrali editi, insomma di un caleidoscopio dove riesci a trovare notizie di cui non avevi più memoria.
Come, per esempio, notizie riguardanti in qualche modo Siracusa, alcuni suoi teatranti, e quel Giuseppe Guarraci lodevole “storico” del teatro siracusano.
Un Guarraci che merita doverosamente un discorso a parte, non solo per i puntuali articoli giornalistici pubblicati su varie testate, ma anche e soprattutto per i libri di Storia del Teatro che ha scritto con serietà, impegno professionale, dettaglio cronachistico. Lui, che ha inoltre calcato le scene dilettantistiche nella sua verde età.
Solo per citare qualche esempio, a pag. LXXV si legge di Saretto Leotta che (guarda caso) su Tribuna Iblea scrive a proposito di «A oriente del sole» di Aldo Formosa (1967). E Guarraci che scrive di Pippo Lampo “attore di razza”, di “Formosa al Ridottissimo”, di “Allestimento a Siracusa de I Navarra con Pippo Lampo”.
E poi Carlo Lo Presti che scrive su “A oriente del sole” di Formosa, e ancora Guarraci “Turi Xibilia, trent’anni sulla scena”, “Giuseppe La Rizza”, “Dieci anni di Teatro”, “Giovanni Capodicasa”,”Un puro del Teatro siracusano: Mario Pistorio”, “Teatro d’Arte OK”.
Tutto un mondo che torna alla luce con anni di realizzazioni e con personaggi irripetibili.
E non manca poi Telusta (pseudonimo di Lucia Testaferrata) che su “Siracusa Nuova” scrive della “Compagnia Stabile del Teatro di Sicilia” il 20 nov. 1969, e “Il Teatro a Siracusa” il 7 febbr. 1970 sempre su “Siracusa Nuova”.
E ancora Antonino Uccello, il benemerito poeta che inventò a Palazzolo Acreide il Museo etnologico che porta il nome, e che su “Settegiorni” di Saretto Leotta il 23 febbr. 1963 scrisse su “L’Opra dei Pupi”.
Un autentico “universo”, il volume “Sicilia: dialetto e teatro”. Nel suo genere particolarissimo, un monumento storico.
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