Processo sulle “spese pazze” dell’Ars, prime decisioni: una condanna, un’assoluzione, sei rinvii a giudizio e quattro proscioglimentiL’ex capogruppo Innocenzo Leontini (Pdl) è stato condannato a due anni con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Assolto perché “il fatto non sussiste” Cateno De Luca (Mpa e Gruppo Misto). Avevano scelto di essere processati in abbreviato, ecco perché la loro posizione è stata definita subito. Il giudice Riccardo Ricciardi ha rinviato a giudizio Giulia Adamo (Pdl, gruppo Misto e Udc), Giambattista Bufardeci (Grande Sud), Nunzio Cappadona (Aps, Alleati per la Sicilia), Rudy Maira (Udc e Pid), Livio Marrocco (Pdl e Fli), Cataldo Fiorenza (Pd e gruppo Misto), Salvo Pogliese (Pdl).
Prosciolti da ogni accusa e dunque fuori dal processo Nicola D’Agostino (Mpa) – difeso dagli avvocati Nino Caleca, Roberto Mangano ed Enzo Mellia – Marianna Caronia – difesa dall’avvocato Ninni Reina – Francesco Musotto (Mpa) – avvocato Fabio Ferrara – e Paolo Ruggirello (Mpa e gruppo Misto), difeso dallìavvocato Vincenzo Zummo. Per gli altri ex capigruppo, che dovranno difendersi dall’accusa di peculato a partire dal prossimo 7 novembre, sono comunque caduti alcuni capi d’imputazione.
Dai soldi trasferiti nei conti correnti personali alle ceste natalizie, dalle cene al ristorante alla spesa al supermercato, dalle borse Louis Vuitton alle cravatte Hermes. C’è tutto questo nei capi d’imputazione contestati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Luca Battinieri. Gli anni di legislatura finiti sotto inchiesta vanno dal 2008 a 2012. A spulciare le carte sono stati i finanzieri del Nucleo tutela spesa pubblica della Polizia tributaria che hanno stilato due informative. Una consegnata alla Procura regionale della Corte dei Conti e l’altra alla Procura ordinaria. Davanti ai giudici contabili sono già fioccate pesanti condanne a risarcire il danno. Quella di oggi è la prima decisione in sede penale. I pm avevano deciso di contestare solo le spese totalmente estranee ai fini politici. Escluso, dunque, anche il capitolo più oneroso, quello che riguardava le spese per i dipendenti dei gruppi. Ha retto al vaglio del giudice la ricostruzione della Procura sulle spese di Leontini, che si sarebbe appropriato di 7.100 euro del gruppo Pdl per un acquisto in una gioielleria di Modica, 210 euro per due piatti di cristallo, 486 euro per un servizio di sei tazze, 236 euro per tre piatti da portata in acciaio, 15 euro per un cesto floreale, 237 euro spesi al supermercato per comprare panettoni, pandori e bottiglie di spumante. Ed ancora, avrebbe speso 830 euro per riparare una “non meglio identificata autovettura”, 51 per pagare una multa per una sua infrazione al codice della strada.
Assolto, invece, De Luca al quale veniva contestata la spesa di 6.698 euro per pagare le rate leasing dell’Audi A6 nonostante, così sosteneva la Procura, fosse uscito dal partito. Inoltre lo stesso De Luca avrebbe utilizzato i soldi del gruppo (1.810 euro) per comprare 133 agende Nazareno Gabrielli consegnate alla sua segreterie politica di Messina. Particolarmente delicata era la posizione di Francesco Musotto. Nel suo caso le contestazioni andavano dai 22 mila euro utilizzati per pagare la Audi A6 a disposizione del senatore e allora commissario regionale del Mpa, Vincenzo Oliva, a una serie di prelievi in contanti per 160 mila euro.
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