L’andamento sociale a Siracusa soffre di gravi problemi mentali ed ha un notevole impatto sulla salute della popolazione. Numerose ricerche hanno già dimostrato che l’ansia, la depressione e altri disturbi mentali sono associati alle caratteristiche socio-economiche delle persone, al loro stile di vita e ad alcune caratteristiche del quartiere ove risiedono come ad esempio la presenza di aree verdi. Quartieri dormitori. Alcuni studi hanno valutato quale sia l’ansia, la depressione e altri disturbi mentali associati all’impatto della struttura urbanistica della città nel suo insieme (la sua densità, la dislocazione di aree, l’uso principale del territorio urbano) e dei suoi servizi, è ben servita dai trasporti pubblici? Ci sono luoghi in cui fare sport libero? Cinema? Teatri? Cultura?) sul benessere psicologico dei residenti. Lo scopo di alcuni studi è quello di indagare la relazione tra queste caratteristiche e il consumo di antidepressivi da parte dei residenti. Ma per il sindaco di Siracusa è aria fritta.
La politica e il suo malessere sull’individuo siracusano pesa non poco.
Siamo preoccupati per il clima ma nel momento in cui dovremmo prendere delle importanti decisioni la politica al Vermexio è assente e i bla-bla lasciano il tempo che trovano.
Ci siamo meravigliati (e forse non tanto, ci abbiamo fatto l’abitudine) dell’ennesima assenza del sindaco sulla vicenda della Camera di Commercio che è ritornata a respirare aria Siracusana anche se in condominio con altre 4 CamCom della Sicilia nelle stesse condizioni economiche, in attesa di un nuovo assetto della Regione che accorpi Siracusa-Ragusa. Un’assenza che come le altre che ci conferma, senza tema di smentita, l’inutilità del soggetto. Gli elettori Siracusani ha gettato alle ortiche altri cinque anni di amministrazione inutile, intanto il tempo scorre e le persone care speranzose di vedere cambiare le sorti della città sono decedute.
Diciamolo chiaramente Siracusa con la sua politica, non offre più nulla, né lavoro, né prospettive di progetti di medio e lungo termine, l’industria con i suoi oltre 7000 dipendenti e gli oltre 5000 dell’indotto, vive in una fase stagnante e smobilitante.
E’ un fatto: da anni ormai non investe più nessuno nella zona industriale. Perché «logoro» è ormai investire su questo territorio. Fateci caso: fin dalla vergognosa vicenda del rigassificatore, dove i siracusani non hanno saputo difendere la nuova economia. Oggi Siracusa sarebbe stata invidiata in tutto il Paese per il suo nuovo eldorado, la ricchezza. Finanziato con un miliardo assolutamente ed esclusivamente privato, il progetto è stato trascinato dalla Regione e, più in generale, dalla politica e «parapolitica», tra comitati e comitatini, per sette anni. Senza una risposta politica siracusana: né un sì né un no, solo poi a mendicare posti di lavoro. Finchè la società (Ionio gas, costituita da Erg e Shell al 50 per cento) ha abbandonato il progetto. Si è sciolta. Poteva essere una manna dal cielo con la trasformazione del Polo petrolifero a Polo energetico (altro che transizione energetica) con un formidabile indotto lavorativo riguardante la catena del freddo, unico in Europa.
Poi Erg ha venduto la raffineria Isab e la centrale di cogenerazione elettrica Isab Energy alla russa Lukoil. E tutto è finito lì. Adesso Lukoil ha effettuato notevoli investimenti con oltre 160 milioni di euro, rimodernando tutto l’impianto occupando un indotto di oltre 4.000. Ma dopo il nulla.
Anche la Esso ha venduto la raffineria di Augusta all’algerina Sonatrach la quale ha dovuto a sua volta investire in ammodernamenti oltre 250 milioni di euro. Ma anche qui dopo il silenzio.
In pratica la zona industriale è «imbalsamata» in attesa del Pnrr che non arriva. Ora qui cresce soltanto la disoccupazione grazie ai comitatini e ai presunti ambientalisti dissacratori del territorio. Disoccupazione che ormai nella provincia ha superato quota 30 per cento in termini generali, addirittura il sessanta per l’occupazione giovanile.
La politica «inutile» di alcuni burattinai
Tra politica e «parapolitica», tra comitati, comitatini e ambientalisti dell’ultima ora improvvisati a fare sciacallaggio mediatico e in cerca di notorietà, qui da noi nessuno vuole più investire. Un territorio destinato a morire di una lenta agonia. Una città di «gente inutile» pronta a disseminare tempesta di odio-invidia portando all’obblio un territorio con i giovani che fuggono in cerca del loro futuro. Il presunto e illusivo turismo che produce in alta stagione (periodo rappresentazioni classiche ed estate) 2-3% del Pil in provincia, contro l’oltre 60% Pil dell’industria, il 20% dell’agricoltura; adesso con la pandemia il turismo si è azzerato provocando, nel piccolo, uno scoramento finanziario di notevoli dimensioni, il quale per riprendersi occorre dare uno scossone d’investimenti sul territorio.
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