di Redazione
Il servizio idrico a Siracusa, gestito dalla Siam, come si dice: «fa acqua da tutte le parti».
Partiamo da un dato incontrovertibile, di quelli che Libertà Sicilia riporta sovente per attendibilità di cronaca: “secondo le rilevazioni dell’ISTAT (Istituto nazionale di statistica) a Siracusa si perde il 65,2% dell’acqua immessa nella rete idrica, ed è una delle percentuali più alte in Italia”. Una situazione di massima criticità, dovuta alle condizioni fatiscenti delle reti idriche e della gestione delle stesse.
“La maggior parte delle tubazioni è fatta di ghisa, risalenti agli anni 60 e in stato di degrado avanzato”, affermava tempo addietro in un articolo riportato su Sky TG 24, Bruno Di Bella, direttore operativo di Siam. Tubi così vecchi si rompono di continuo e le segnalazioni di perdite sono incessanti, soprattutto nelle zone più antiche della città, scrivono dal noto giornale.
A noi piace sempre parlare con i dati ed eccone un altro inconfutabile, divulgato con solerte attività giornalistica da Libertà Sicilia, e proviene dallo studio riportato da Utilitalia – la Federazione che riunisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas – dove addirittura la percentuale di dispersione idrica a Siracusa aumenta, attestandosi al 67,6%. Per la federazione appena citata le conseguenze dipendono essenzialmente dalle primitive condizioni degli impianti e a fattori amministrativi, riconducibili a “errori di misura dei contatori e ad allacci abusivi”, si legge nel rapporto. Certamente migliorabili se la gestione fosse più oculata e attenta alle esigenze dei cittadini.
I disagi manifestati dai cittadini
Il nostro quotidiano Libertà Sicilia da sempre denuncia, grazie al sostegno e ai solleciti provenienti dai cittadini, le irregolarità e le precarie condizioni in cui versa la città, cercando di tutelare la libera informazione, operando con discernimento e per la salvaguardia dei diritti della popolazione aretusea.
In questo ambito ricadono certamente le oggettive contestazioni che pervengono in redazione circa gli incessanti disagi recanti dal servizio idrico aretuseo, dovute anche alle condizioni vetuste delle tubazioni, come la recente segnalazione di un nostro strenuo lettore che lamenta la mancanza di acqua in tutto il Plemmirio, zona in cui ha sede anche un’attività turistica di proprietà sempre del lettore succitato.
Insomma è un dato di fatto che si registrano puntualmente carenze, perdite e continue interruzioni dell’acqua nelle case dei nostri concittadini, arrecando una condizione di massima difficoltà: spesso tale stato di necessità proviene dalle zone più colpite, come Ortigia e la Borgata, ma anche da zona Plemmirio, zona Isola e Belvedere e finanche la zona nord: praticamente da tutta la città.
E si sa, quando manca l’acqua le conseguenze sono irreversibili, in primis per i cittadini e poi anche per i poveri turisti che alloggiano nelle parti più sensibili, come il centro storico, lamentando ‘giustamente’ e costantemente il disagio: tali vicissitudini contribuiscono ad arrecare una pessima immagine della città, non di certo consona ai tempi moderni.
Le risorse perse del Pnrr
La rete idrica andrebbe interamente sostituita. La mala gestione è dovuta anche alla pessima capacità sia del Comune che della società che gestisce il servizio, di reperire risorse provenienti dall’Europa: anche qui Siracusa si attesta in fondo alle classifiche. Alcune decine di milioni di euro sarebbero potuti arrivare grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Ma il treno delle possibilità è passato, in quanto né la società che gestisce il servizio idrico, né il singolo Comune possono partecipare al bando. Per rimettere in sesto le condotte servirebbe prima affidare il servizio ad un gestore che potrebbe pianificare gli interventi. Ecco che sorge anche il problema dell’Ati idrico di Siracusa, assemblea che riunisce tutti i sindaci, che oltre un anno fa ha deliberato l’affidamento del servizio su scala provinciale ad una società mista, a maggioranza pubblica, per un periodo di 30 anni. Un affare che vale circa a 1,3 miliardi di euro ma la gara non ha ancora decretato il vincitore, con varie vicende giudiziarie.
Insomma un mare magnum che si ripercuote come una tempesta, sulla testa dei cittadini: infatti, proprio “a causa dei continui guasti dovuti a questa benedetta pompa di rilancio”, le bollette dei siracusani potrebbero registrare un incremento dei costi: le pompe di sollevamento lavorano di continuo, per tenere alto il livello d’acqua nei serbatoi dislocati in vari punti della città, per garantire che la pressione sia costante dappertutto, e i costi energetici sono elevati.
La replica di Siam all’articolo
“In merito all’articolo comparso sul quotidiano Libertà, in data 6 luglio 2024, e intitolato “Siracusa. Zona Plemmirio è senz’acqua e senza nessun preavviso: residenti infuriati”, Siam ritiene necessario ancora una volta intervenire e rispondere, per stabilire la verità dei fatti, che è totalmente diversa rispetto a quanto raccontato dal suddetto articolo.
Nello specifico, infatti, in quella data (sabato 6 luglio) è stata fatta una prima segnalazione alle ore 15.30 ed è stata prontamente gestita dalle nostre squadre operative alle ore 16.00, con intervento di verifica sul posto. A causa di una bolla d’aria (questa la ragione del problema rilevato), l’acqua è mancata solo in alcune parti del Plemmirio (e non nell’intera area) nella giornata di sabato. Le nostre squadre hanno lavorato senza sosta fino alla prima mattinata della domenica per innescare la rete. Dalle ore 07:00 di domenica 7 luglio il servizio è stato ripristinato ed è tornato regolare in tutta la zona interessata.
Insomma, un episodio isolato, rispetto al quale SIAM, come di consueto, è intervenuta prontamente per risolvere un problema improvviso e non prevedibile, motivo per cui non sarebbe stato possibile alcun preavviso.
Vorremmo ricordare, inoltre, che il solo modo per segnalare correttamente l’esistenza di un guasto è quello di chiamare immediatamente il nostro numero verde di pronto intervento 800.31.31.30, comunicando il problema, l’indirizzo e il numero civico ai nostri operatori, i quali provvedono subito a girare la segnalazione direttamente ai nostri tecnici per le verifiche e l’eventuale intervento. Tutte le altre modalità di segnalazione (ad esempio a giornali, radio, tv o canali social) non hanno alcuna utilità ai fini della conoscenza di un guasto e della sua pronta risoluzione.
Invitiamo infine – concludono da Siam – ancora una volta, il vostro quotidiano a non diffondere notizie infondate e per le quali non vi è stata nemmeno la necessaria verifica, imprescindibile per qualsiasi organo di stampa. Sarebbe bastato contattare la nostra azienda, infatti, per essere messi a conoscenza della reale situazione e della prassi, che peraltro l’editore del vostro quotidiano conosce bene, avendo sempre avuto rapporti diretti e cordiali con SIAM”.
Le critiche aiutano a ‘crescere’
«La critica può non essere piacevole, ma è necessaria. Richiama l’attenzione su uno stato malsano delle cose», diceva un certo Sir Winston Churchill.
Ebbene cara Siam – riferiscono dai vertici della Redazione di Libertà Sicilia – i rapporti cordiali intercorrono a prescindere, e la fondatezza dell’informazione non si attesta solo contattando il gestore delle continue anomalie. La reciproca sintonia non può essere fonte di condiscendenza degli organi di stampa, che noi di Libertà Sicilia, esuliamo dal nostro modus operandi, cercando in tal modo di riportare sempre verità e serietà giornalistica per il bene della Comunità.
Noi – concludono dalla Redazione – siamo sensibili solo alle riflessioni dei nostri concittadini e affezionati lettori, cercando di salvaguardarli da meccanismi ritenuti ‘perversi’. Attendiamo, come sempre, una quieta risoluzione dell’equivoco, ma di certo restiamo integerrimi su uno dei nostri diritti fondamentali, ovvero la Libertà di Stampa, sulla quale dovrebbe essere impedito speculare.
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