Siracusa. Tensione sui reflui, IAS in bilico tra emergenza e chiarezza istituzionale: le reazioni di politica e sindacati

di Redazione

Dalla depurazione al riuso delle acque, dalla responsabilità occupazionale all’impatto ambientale: l’impianto consortile di Priolo rimane momentaneamente senza risposte concrete. Tutti gli attori coinvolti concordano sull’urgenza di scelte condivise e pianificazione strategica, e chiedono responsabilità istituzionale, trasparenza e un approccio integrato, senza lasciare spazio a annunci estemporanei o soluzioni frammentarie

Il futuro dell’impianto biologico consortile IAS di Priolo Gargallo è tornato al centro del dibattito pubblico durante il consiglio comunale aperto, svoltosi ieri a Siracusa, convocato per discutere il convogliamento delle acque reflue dei comuni di Siracusa, Floridia e Solarino.

La seduta ha visto la partecipazione di politici locali e nazionali, sindacati, associazioni di categoria e rappresentanti delle imprese, mentre altri esponenti istituzionali locali risultavano assenti – tra cui il deputato regionale e presidente della commissione ambiente all’Ars Giuseppe Carta, il parlamentare di Forza Italia alla Regione Riccardo Gennuso, il presidente del Libero Consorzio Comunale Michelangelo Giansiracusa e il sindaco di Siracusa Francesco Italia – sottolineando le tensioni politiche attorno alla gestione dell’impianto.

La denuncia del PD: “Intollerabile la mancanza di risposte. Chi pagherà i costi?”

Dal Partito Democratico, Massimo Milazzo, Sara Zappulla e Angelo Greco hanno ribadito la necessità di chiarezza sul futuro dell’IAS e sulla gestione dei reflui, definendo l’impianto “un nodo strategico per il sistema industriale e ambientale della provincia di Siracusa”.

I rappresentanti del PD hanno denunciato la mancanza di risposte concrete su tre questioni fondamentali: chi pagherà i costi di gestione e adeguamento dell’impianto, chi garantirà la manutenzione e chi guiderà il nuovo IAS. “Senza chiarezza su questi punti, qualsiasi ipotesi di soluzione rischia di restare solo sulla carta”, hanno sottolineato.

Durante il Consiglio erano presenti, tra gli altri, il deputato regionale e sindaco di Solarino Tiziano Spada, il sindaco di Floridia Marco Carianni, l’onorevole Filippo Scerra e, in videocollegamento, il senatore Antonio Nicita. Assenti, invece, i deputati di maggioranza a Roma e Palermo e il primo cittadino di Siracusa, “assenze che pesano e parlano da sole”, hanno commentato i consiglieri del PD.

Il deputato Spada: “Ias strumento essenziale per il territorio”

Tiziano Spada, parlamentare Dem all’Ars, ha evidenziato come il Governo regionale sia il “grande assente” nella vicenda, sottolineando la mancanza di investimenti strategici che ha portato al progressivo deterioramento del sistema e al suo sequestro da parte dell’autorità giudiziaria.

“È necessario costruire condizioni per non compromettere la possibilità di dotare il territorio di uno strumento essenziale per la zona industriale”, ha dichiarato il deputato, evidenziando anche l’importanza di evitare aggravi sulle bollette dei cittadini.

Europa Verde invoca tavolo tecnico urgente

Il movimento Europa Verde Siracusa ha espresso preoccupazione per l’attuale gestione dei reflui e per gli effetti ambientali degli scarichi nel Porto Grande di Siracusa, nonostante i parametri a norma.

I coportavoce Salvo La Delfa e Giovanna Megna hanno sottolineato l’urgenza di tavoli tecnici condivisi, necessari per pianificare soluzioni sostenibili, rispettose dell’ambiente e dell’occupazione. Hanno inoltre evidenziato la possibilità di convogliare i reflui di Augusta verso l’IAS, evitando la costruzione di un nuovo depuratore da oltre 50 milioni di euro.

Le reazione dei sindacati: “Tutelare lavoratori e convogliare reflui dei 3 Comuni”

Le organizzazioni sindacali hanno ribadito la centralità della salvaguardia dei posti di lavoro.

Alessandro Tripoli, segretario generale della Femca Cisl di Siracusa, ha definito fondamentale il convogliamento dei reflui dei tre comuni – Siracusa, Floridia e Solarino – verso l’IAS come passo concreto per la tutela occupazionale dei 37 lavoratori dell’impianto, senza che ciò comporti ulteriori aggravi sulle bollette dei cittadini, già gravati da un carico fiscale significativo.

Per Alessandro Bottaro, segretario generale della Uiltec Sicilia, la strada più concreta resta quella di un utilizzo civile del depuratore. Il sindacalista ha evidenziato come la vera questione sia il destino dell’impianto dopo settembre 2026, quando i grandi utenti industriali si staccheranno, e ha chiesto un intervento deciso della Regione Siciliana per garantire la sostenibilità economica e ambientale dell’IAS.

Rimane inoltre aperta – conclude Bottaro – la riflessione sulla depurazione di Augusta, che potrebbe allacciarsi al sistema IAS anziché realizzare un nuovo impianto, riducendo i costi e contribuendo all’obiettivo comune di eliminare gli scarichi a mare in tempi più brevi.

Visione unitaria per coniugare ambiente, lavoro e sviluppo

Tutti gli attori coinvolti concordano sull’urgenza di scelte condivise e pianificazione strategica: dalla gestione dei reflui al riutilizzo delle acque depurate, dalla tutela dell’ambiente alla salvaguardia dei posti di lavoro, fino all’ottimizzazione delle infrastrutture già esistenti.

Una questione complessa, che richiede responsabilità istituzionale, trasparenza e un approccio integrato, senza lasciare spazio a annunci estemporanei o soluzioni frammentarie.

In sintesi, il Consiglio comunale ha messo in luce la tensione tra esigenze ambientali, industriali e occupazionali, mentre il futuro dell’IAS resta appeso a decisioni politiche e investimenti che devono ancora essere chiaramente definiti.

25 Ottobre 2025 | 15:58
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