indagine e anni di silenzio e l’omertà» del direttore Bennardo. La vergogna tutta siracusana

Siracusa. Teatro Greco sotto assedio: tutela sacrificata sull’altare degli eventi usa-e-getta

di Redazione

Chi difende il Teatro Greco? Siracusa contro l’Amministrazione Italia che lo sfrutta senza freni. Il monumento non è un luna park: scontro totale sulla sua gestione

Da anni, a Siracusa, si consuma la stessa disputa irrisolta: quale destino dare al Teatro Greco? Il monumento simbolo della città continua a essere terreno di scontro tra chi difende la sacralità del sito archeologico e chi, invece, insiste nel trasformarlo in un palcoscenico multiuso, spesso piegato a logiche di spettacolarizzazione più che di tutela. In questo scenario già complesso, pesa come una pietra il silenzio del direttore del Parco archeologico, Carlo Bennardo: un’assenza di voce e responsabilità che molti leggono come una forma di omertà istituzionale, soprattutto mentre emergono criticità, indagini e scelte discutibili.

L’Amministrazione Italia continua infatti a ricadere nello stesso errore: sfruttare il Teatro Greco come fosse una struttura moderna, ignorando che pioggia, vento e agenti atmosferici lo hanno già messo alla prova per millenni. Le pietre antiche, logorate dal tempo, non possono sopportare ulteriori stress derivanti da palchi invasivi, impianti pesanti e usi impropri. La fragilità del monumento è sotto gli occhi di tutti, tranne, pare, di chi dovrebbe tutelarlo.

L’obiettivo dovrebbe essere chiaro: trovare un equilibrio tra conservazione e fruizione, preservando l’integrità materiale del sito e il suo ruolo culturale unico. E invece si continua a inseguire il profitto immediato, come dimostrano i tre sold out di Giorgia celebrati dall’Amministrazione come un trionfo. Ma il vero successo, riconosciuto da visitatori, guide e archeologi, è stato vedere il monumento finalmente libero da coperture e allestimenti già ad agosto, restituito alla sua forma originaria. La semplice bellezza della pietra nuda ha emozionato più di qualunque scenografia moderna.

Archiviata la parentesi dei concerti all’Ara di Ierone – operazione nata con la scusa della tutela del Teatro Greco ma naufragata tra costi spropositati e risultati modesti – il Comune rilancia con un nuovo progetto: ribaltare completamente la disposizione degli spazi per offrire un colpo d’occhio “inedito”. Pubblico sul palcoscenico, artisti al margine dell’orchestra, cavea trasformata in scenografia naturale. Una versione ingigantita dell’esperimento Inda durante la pandemia, quando i posti erano 480; ora si punta a 1.200.

Tutto ciò mentre il direttore del Parco tace. Nessuna dichiarazione, nessuna presa di posizione, nessuna spiegazione sui rischi per la conservazione del monumento. Un silenzio che non tutela, che non chiarisce, che non guida. E che pesa, eccome.

Siracusa, nel frattempo, osserva divisa l’ennesima trasformazione del suo teatro più antico, sospesa tra chi chiede rispetto e chi cerca profitto. Ma su una cosa ormai tutti concordano: il Teatro Greco non può essere un campo di prova per esperimenti continui. Serve una linea chiara, una voce autorevole e una decisione responsabile. Tutto ciò che, per ora, manca.

16 Novembre 2025 | 12:36
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