Siracusa. Tavolo Raffinerie alla Regione

di Giuseppe Bianca

Incontro presso la presidenza della Regione con sindacati e imprese

Il presidente Musumeci durante il suo intervento di mercoledì scorso all‘Ars ha fatto un breve passaggio sul discorso del Piano dell‘Aria dicendo: «Se le misure appaiono restrittive siamo disposti a un confronto… in accordo col Ministero dell‘Ambiente siamo disposti a modificarlo».

Un preciso impegno nella direzione della tutela dell‘ambiente e dei posti di lavoro.

Il susseguirsi di contatti ha fatto scaturire entro la prima decade di agosto un tavolo tra la Regione, i sindacati e le imprese per parlare del futuro della azienda petrolchimica dell’isola. Lo hanno chiesto energicamente i sindacati nel corso dell’incontro con l’assessore al territorio Toto Cordaro. Sul tavolo la questione del piano regionale della qualità dell’aria che introduce dei limiti più restrittivi, anche rispetto alle norme nazionali, per le imprese presenti nell’isola. Una situazione che crea tensione e nella quale alcune aziende hanno minacciato di lasciare l’Isola o di non realizzare alcuni investimenti previsti.

I sindacati: Cgil, Cisl e Uil siciliane e Filctem, Femca e Uiltec hanno chiesto nel corso dell’incontro con Cordaro un tavolo presso la Presidenza della Regione con sindacati e imprese, ottenendo l’impegno dal rappresentante del governo a insediarlo entro la prima settimana di agosto. «E’ necessario togliere alle aziende ogni possibile alibi», hanno detto Alfio Mannino e Giuseppe D’Aquila (Cgil e Filctem), Paolo Sanzaro e Franco Parisi (Cisl e Femca), Claudio Barone ed Emanuele Sorrentino (Uil e Uiltec), affinché diano corso a investimenti che, per i vari siti, si aggirano attorno ai 3 miliardi. Per i sindacati «è necessario, per agevolare e rendere il percorso più rapido, che le aziende dal canto loro presentino i piani per la gestione della transizione energetica».

Per quest’ultimo scopo i sindacati hanno chiesto anche l’insediamento di un tavolo di crisi e di sviluppo con i ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente «finalizzato a rimuovere i problemi sul tappeto, a governare la transizione energetica, e ad assicurare il futuro e il rilancio dell’industria petrolchimica siciliana».

I rappresentati delle imprese già nel corso di un altro incontro con Cordaro una decina di giorni fa hanno ricordato come «gli impianti industriali destinatari di Autorizzazioni Integrate Ambientali già dal 2011 hanno posto in essere progetti di ammodernamento degli impianti per conseguire l’applicazione delle miglior tecnologie disponibili di settore, i cui risultati in termini di miglioramento della qualità dell’aria non sono stati tenuti in conto dal piano regionale».

C’è da evidenziare, inoltre, ricordano ancora le imprese «che le prescrizioni restrittive previste non hanno eguali a livello nazionale: basti verificare come i paini analoghi della Regione Piemonte, Lombardia, Venote, Emilia Romagna, con qualità dell’aria ben più compromessa di quella siciliana, non indichino soluzioni come quelle previste nel piano della Regione Siciliana e ciò a grande nocumento della competitività delle nostre industrie con quelle nazionali ed europee».

Intanto le aziende hanno inviato la documentazione che avevano già fornito all’Assessorato per rispondere alle richieste, chiarimenti e delucidazioni sulla difficoltà di rispondere alle prescrizioni previste nel Piano.

La Regione può condividere la documentazione, la può ritenere valida ed esaustiva o meno, però nulla cambia rispetto a quello che ha detto l’assessore che prima di cambiare il piano vuole che il Ministero dell’Ambiente si esprima a riguardo e se il Ministero dell’Ambiente non gli dice che deve cambiare alcuni parametri del piano la Regione non cambia. Quindi il discorso del rimpallo di responsabilità andrà alla Regione o al Ministero, chi dovesse assumere l’onere di modificare alcuni parametri del piano.

E’ chiaro che nelle more di questa aspettativa da parte del Ministero e della Regione v’è il processo di prosecuzione, dell’iter in corso al Tar Sicilia che si deve esprimere addirittura entro il mese, dall’altra parte continua l’iter del Ministero dell’Ambiente dato che la Regione non modifica i dati previsti dal piano per la qualità dell’aria saranno le prescrizioni soggetti alle imprese e in tal caso decideranno cosa fare.

Si spera che il Tar si pronunzi quanto prima, invogliando anche la scusa alla Regione di dire «guardate abbiamo cambiato i dati del piano» non perché abbiamo sbagliato ma perché ce l’ha prescritto il Tar, non è colpa nostra. Perché è in quel contesto assumersi la responsabilità di modificare i dati del piano, la responsabilità di perdere il consenso di quelle parte di ambientalisti che non vogliono entrare nel merito del tecnicismo e gli va bene chiudere qualsiasi cosa.

Insomma, le imprese attendono la decisione del Tar Sicilia.

di Giuseppe Bianca 26 Luglio 2020 | 12:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli correlati