Cosa si intende per sviluppo sostenibile e qual è il ruolo dell’industria, delle tecnologie e dell’innovazione nel percorso verso un’economia circolare? Le principali tappe, conferenze e accordi che hanno portato agli attuali impegni in materia di sostenibilità e lotta ai cambiamenti climatici e i principi che guidano l’evoluzione dell’industria verso la circular manufacturing.
Ma analizzando il fenomeno dell’inquinamento dove negli ultimi anni, le emissioni atmosferiche generate dal settore industriale sono diminuite. Tra il 2007 e il 2017, le emissioni complessive di ossidi di zolfo (SOx) sono diminuite del 54 %, quelle di ossidi di azoto (NOx) di oltre un terzo e i gas a effetto serra derivanti dall’industria, comprese le centrali elettriche, del 12 %.
Le industrie siracusane rinnovano costantemente gli impianti con le fermate (vedi Isab con l’ultima dell’impianto Nord) e con esso la diminuzione dell’inquinamento, questi progressi nelle prestazioni ambientali da parte dell’industria siracusana si sono verificati per una serie di motivi, che includono una normativa ambientale più rigorosa, miglioramenti nell’efficienza energetica, una transizione a tipi di processi produttivi meno inquinanti e sistemi facoltativi di riduzione dell’impatto ambientale.
Per molti anni la normativa ambientale ha limitato gli effetti negativi delle attività industriali sulla salute umana e sull’ambiente. Tra le principali misure dell’UE che riguardano le emissioni industriali figurano la direttiva sulle emissioni industriali, che copre circa 52 000 dei maggiori impianti industriali, e la direttiva sugli impianti di combustione medi. Come l’inquinamento che periodicamente alcuni sindaci comunicano per fare clamore mediatico e allarmare la popolazione.
Ma in Sicilia e a Catania abbiamo un nemico subdolo, un inquinamento potente, naturale, dovuto alle eruzioni dell’Etna che sembrano non finire più. Gli spettacolari fenomeni che i residenti delle comunità alle pendici del vulcano, fino a qualche anno fa, erano abituati a vedere soltanto come episodi che, al massimo, si replicavano qualche volta l’anno, adesso sembrano essere eventi di ordinaria amministrazione.
Ai fenomeni eruttivi segue la copiosa nube di cenere. Da febbraio, la terra dell’Etna non risparmia nessuna superficie. Sabbia vulcanica che incide nella salubrità dell’aria. A Catania, le analisi effettuate dall’Arpa nelle stazioni di rilevamento posizionale non solo di viale Vittorio Veneto. Ma anche a Siracusa, nelle ultime settimane hanno rilevato dei casi ripetuti di sforamento dei valori delle polveri sottili. Dall’inizio dell’anno a giugno, i valori giornalieri delle micro particelle che, se inalate, potrebbero nuocere anche alla salute umana sono andati per quasi 20 volte oltre i 50 micrometri a metro cubo consentiti che raggiungono anche Siracusa. Un dato importante, considerando che in un anno sono consentiti 35 sforamenti totali. Un aumento dei valori delle polveri sottili è dovuto all’inquinamento e alle alte temperature, a questi influisce pure la caduta della cenere vulcanica.
Quando l’Etna erutta, dal suo cratere non fuoriescono solamente cenere e lava. Anche altre sostanze invisibili vengono rilasciate: si parla soprattutto di gas come l’anidride solforosa (conosciuta anche come diossido di zolfo), l’acido solfidrico e l’anidride carbonica. Ed è proprio a partire dalla fuoriuscita di CO2 che si parla spesso del contributo dei vulcani al peggiorare dell’Effetto Serra, e quindi di conseguenza del cambiamento climatico.
Poi c’è la parte che riguarda le possibili conseguenze negative sugli esseri umani. La sabbia vulcanica contiene degli elementi metallici che in soggetti vulnerabili potrebbero risultare nocivi, potrebbero interferire con i processi cellulari provocandone disfunzioni e alterazioni, quindi, essere causa di tumori, come quello alla tiroide, o malattie del sistema neurodegenerativo come la sclerosi multipla o la sla e gli accessi dei pazienti bronchitici cronici, asmatici e patologie al polomi che sono in aumento.
L’Etna durante i periodi di maggiore attività di ceneri ne produce centinaia di migliaia di tonnellate: cadono sulle strade e sui balconi, viaggiano fino alle reti fognarie, si depositano sui terreni agricoli, nei torrenti e nelle falde acquifere, alterandone l’ecosistema.
Altro genere di inquinamento è quello politico, quello personale, tossico e veleno di un sindaco incapace di saper svolgere il compito affidatogli dall’elettorato del quale si fidato di lui. Questo si che è pesante da sopportare sul groppone per tutto il mandato elettorale.
«Falso! Bugiardo! Ipocrita! Malvagio!». Insulti pesanti, scritti nero su bianco sui manifesti di un Comune siciliano, che però non integrano il reato di diffamazione ma soltanto legittima critica politica. Almeno se ad usarli è l’opposizione nei confronti del sindaco reo di non aver mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale: rinunciare all’indennità di funzione. Parola della Cassazione (sentenza n. 317) che oggi ha respinto il ricorso del primo cittadino del comune di Furci Siculo, contro la sentenza della Corte di appello di Messina, che ribaltando la decisione di primo grado, aveva assolto sei rappresentanti dell’opposizione ritenendo la loro condotta scriminata dal diritto di critica politica.
La vicenda
I consiglieri dopo aver riconosciuto la paternità dei manifesti affissi lungo le vie del comune, ne hanno però recisamente escluso «ogni intento denigratorio». Per i consiglieri si trattava di una «decisione politica diretta ad attaccare il Sindaco e la Giunta da lui presieduta, che aveva deliberato l’erogazione dell’indennità di funzione, così tradendo le promesse elettorali». Per la Corte d’Appello che pure ha ravvisato la natura «offensiva» degli epiteti, dalla lettura integrale del manifesto risulta chiaro che si tratta di critiche «pertinenti, sebbene espressione di un costume politico deteriore ma ampiamente diffuso». Per il sindaco ricorrente, invece, il diritto di critica si deve arrestare di fronte al «rispetto della dignità altrui e non può costituire l’occasione di gratuiti attacchi alla persona ed alla sua reputazione».
La decisione
La Cassazione ricorda che la punibilità va esclusa «purché le modalità espressive siano proporzionate» e i toni utilizzati «pur aspri e forti, non devono essere gravemente infamanti e gratuiti» ma «pertinenti al tema in discussione». Per i giudici però «la critica, ancor più quella politica» ha per sua natura «carattere congetturale, che non può, per definizione, pretendersi rigorosamente obiettiva ed asettica». Mentre l’esimente non scatta qualora le espressioni denigratorie «siano generiche e non collegabili a specifici episodi, risolvendosi in frasi gratuitamente espressive di sentimenti ostili».
Così ricostruito il quadro, per la Suprema corte «gli epiteti rivolti alla parte offesa presentavano una stretta attinenza alle vicende che avevano visto l’opposizione contrapporsi al Sindaco in merito alla erogazione dell’indennità di funzione, a cui il primo cittadino aveva dichiarato di voler rinunciare in campagna elettorale». L’attacco dunque «riguardava specificamente le scelte politiche ed amministrative» del sindaco e della sua maggioranza, per cui «del tutto correttamente, si è escluso che sia trasmodato in un attacco alla dignità morale ed intellettuale della persona offesa».
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