“Attorno all’ospedale Umberto I di Siracusa la sosta è diventata, di fatto, un costo aggiuntivo anche per chi si reca lì per ricevere cure, per fare una visita specialistica o per assistere un familiare.
Oltre alla prestazione sanitaria ed al ticket, bisogna aggiungere alla spesa pure il costo del parcheggio su strisce blu. È una situazione che merita una riflessione e soprattutto un intervento di buon senso da parte dell’amministrazione comunale”. Lo dice il deputato regionale Carlo Gilistro, del Movimento 5 Stelle, intervenendo sulla questione dei numerosi stalli blu presenti lungo tutto il perimetro del principale presidio sanitario cittadino.
Gilistro riconosce la logica che ispira la sosta a pagamento. “È comprensibile che si voglia garantire un ricambio costante dei veicoli ed un ordine complessivo nell’area. Ma attorno ad una struttura ospedaliera che non ha un vero e proprio parcheggio interno, andrebbe considerata prima di tutto la funzione pubblica e sociale del luogo. Non si tratta di una zona commerciale o turistica, ma di un’area dove ogni giorno si recano persone fragili, spesso anziane o con difficoltà motorie”.
Il parlamentare siracusano evidenzia come la presenza di parcheggi gratuiti a qualche centinaio di metri non rappresenti una vera alternativa. “È vero che poco più lontano ci sono stalli bianchi, ma la distanza non è sempre sostenibile per chi deve raggiungere i reparti, magari con un tutore, una gamba ingessata o semplicemente accompagnando un parente anziano. In questi casi – aggiunge – anche cento metri in più possono fare la differenza”.
“Sarebbe moralmente apprezzabile – propone Gilistro – che il Comune di Siracusa rivedesse il piano della sosta in quell’area, prevedendo un maggior numero di stalli bianchi nelle immediate vicinanze dell’ospedale; oppure introducendo sistemi più tolleranti come la sosta a tempo con disco orario, che consentirebbe di coniugare il ricambio con l’accessibilità che deve avere un ospedale”.
Gilistro invita infine a guardare oltre le mere logiche economiche. “Parliamo di un presidio sanitario pubblico, non di un centro commerciale. Serve un segnale di attenzione e umanità che restituisca equità ad un luogo che, più di ogni altro, dovrebbe essere accessibile a tutti”.
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