L’Ambivalenza di un evento che partendo, fatto già di per sé apprezzabile, dalla sua unicità negli annali dei civici consessi aretusei, è riuscito ad affermarsi sia sul piano dell’unità d’intenti che ha superato in tromba gli steccati politici, sia sul pubblico riconoscimento come attività sociale dello sport in generale e del calcio in particolare, che sul piano propositivo e della concretezza. Tutti aspetti colti dall’attuale amministratore delegato del Siracusa Calcio, Nicola Santangelo, e messi opportunamente in risalto, come segno beneaugurante per la soluzione di tanti altri problemi sull’esempio di quanto si sta tentando di fare per la sopravvivenza del calcio nella nostra città. Sul piano della validità del consiglio aperto alla partecipazione di tutti i cittadini il segnale è arrivato dal gradimento dei vari interventi dei consiglieri, tutti ascoltati in religioso silenzio dall’affollata assise, servita anche da cartina di tornasole del maggiore o minore interesse manifestato.
E così sono stati costretti a gettare la maschera tutti coloro che pur traendo dall’operare nella nostra città, industrie in primo piano, i massimi vantaggi, fanno finta di non ascoltare i ripetuti appelli a dare un contributo alla soluzione di un problema non personale ma cittadino, di cui tutto si può dire,fuorché che non fosse noto anche alle pietre. E poiché è giusto che i siracusani sappiano discernere fra chi, potendo intervenire, ha avuto un minimo di sensibilità, e chi non l’ha minimamente avuto, ben venga, alla fine di questa storia la pubblicazione richiesta a più voci di enti, istituzioni ,associazioni di categoria, politici, pubblici amministratori e privati che hanno aderito al grido di aiuto partito l’altra sera dalle austere sale di Palazzo Vermexio. C’è stato però chi è riuscito a dare all’appello contorni di concretezza e di fattibilità, indicando il ruolo che il Comune potrebbe assumere, anche tenendo conto dell’erosione accentuata e continuata di incassi in occasione dei lavori di rifacimento della pensilina del De Simone, del rifacimento di una fidejussione non calcolata all’atto del passaggio del titolo da Cutrufo ad Alì, e di un lungo elenco di entrate venute meno. Molto apprezzato, infine, anche l’invito rivolto a politici e amministratori di acquistare ognuno un abbonamento sostenitore per uso personale o per farne un regalo.
A giudicare del successo riscosso dall’iniziativa chiesta dai consiglieri Gaetano Favara e da Michele Bonomo, c’è solo da domandarsi perché col poco tempo a disposizione si sia aspettato così tanto e, se nelle remore della seduta pubblica del Consiglio, il Comune, attraverso il primo cittadino, abbia svolto una qualche azione per favorire un’iscrizione che oggi, per via dei tempi ristretti, è più che mai a rischio.
Osservazione condivisa da Arturo Linguanti, presidente onorario Confesercenti che le cose non le manda a dire.
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