«Il dibattito all’interno della CGIL nel 2020 si è intensificato, incalzato dalla crisi economica e occupazionale, con l’aggravio di quanto generato dalla pandemia. Il Settore Industria della CGIL, che rappresenta i lavoratori della chimica e dell’energia, dei servizi e del commercio, dei trasporti, i metalmeccanici e gli edili, si è posta obiettivi programmatici per far fronte alla crisi occupazionale ed economica che rischia di diventare irreversibile.
Presto saranno rese disponibili imponenti risorse e intendiamo incalzare le aziende ad investire su nuovi progetti per la transizione energetica e digitale, sollecitando la Regione e lo Stato ad incentivare gli investimenti, a snellire i processi autorizzativi e soprattutto a intervenire con finanziamenti pubblici per bonificare, risanare e infrastrutturare le aree di loro pertinenza» esordisce così la nota della Cgil a firma del segretario generale Roberto Alosi e del responsabile settore industria Carmelo Rapisarda.
«Il primo obiettivo è una Piattaforma Unitaria con CISL e UIL per poi avviare tavoli di confronto mirati.
«In sintesi, ecco cosa pensa la CGIL: Condivisione immediata fra organizzazioni sindacali, Confindustria con tutte le sue componenti, cittadinanza attiva, Istituzioni, politica, di un Piano territoriale che cofinanzi la transizione energetica e digitale del sistema industriale in un’ottica eco-compatibile, socialmente sostenibile e che rilanci lo sviluppo della zona industriale, promuovendo anche nuovi insediamenti produttivi. Un Piano territoriale che parta da bonifica e risanamento delle aree dismesse, in un processo di reindustrializzazione sostenibile, a partire da Punta Cugno e Marina di Melilli che esprimono ancora altissime potenzialità per la nascita di un polo metalmeccanico di eccellenza.
«Occorre un netto miglioramento del Piano infrastrutturale provinciale, attraverso il potenziamento dei trasporti, della logistica e della mobilità locale, con integrazione del sistema industriale del porto di Augusta anche attraverso l’accelerazione delle ZES (Zone Economiche Speciali).
«Occorre altresì una contrattazione di sito che unifichi le condizioni normative affinché allo stesso lavoro corrispondano gli stessi diritti, che disciplini la normativa degli appalti e che consenta di sostenere piani occupazionali a lungo termine, eliminando la possibilità di utilizzare aziende che applicano contratti pirata, dando valore alla qualità e alla professionalità di aziende che devono garantire legalità, sicurezza e rispetto dell’ambiente. Sotto questo profilo, richiamando la responsabilità sociale delle grandi aziende della zona industriale, la CGIL chiede alle stesse di sospendere le gare d’appalto e di prorogare i contratti in essere fino alla ripresa delle condizioni normali. Allo stesso tempo chiede a Confindustria Siracusa di promuovere un tavolo di confronto che riprenda i temi appena indicati.
«È necessario, inoltre, una riconversione professionale dei lavoratori già impiegati e, per facilitare l’ingresso di nuovi, coordinare il passaggio dal mondo dell’istruzione e della formazione a quello del lavoro, anche riformulando le offerte formative CIAPI, sia in correlazione alle richieste del polo industriale, sia con una virtuosa co-partecipazione pubblica e privata. È necessario creare una rete tra Università, imprese e territorio per favorire ricerca, innovazione e formazione continua a imprese e lavoratori.
«Il Direttivo e l’Assemblea provinciale della CGIL di Siracusa, concludono Alosi e Rapisarda, impegna l’organizzazione sindacale in tutte le sue articolazioni a porre in atto alleanze quanto più ampie possibili, al fine di realizzare le iniziative di confronto e di mobilitazione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati».
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