
E’ naufragato il progetto di social housing «Casa Archimede 2», i quali lavori sarebbero dovuti iniziare entro 12 mesi dalla stipula del contratto. La società, a quanto pare, sarebbe fallita, sancito dalla sentenza del Tribunale di Siracusa nell’aprile 2024.
Nel dettaglio il costo totale dell’intervento era di 6.819.351 euro, 5 milioni dei quali servivano per la realizzazione degli alloggi, 600mila per l’acquisizione dell’area e poco più di 1 milione per le opere di urbanizzazione.
Il primo progetto di social housing della città doveva nascere all’ingresso nord di Cassibile. Prevedeva la realizzazione di 32 alloggi a canone sostenibile, la creazione di un parco aperto alla fruizione pubblica e di una condotta di acque bianche per eliminare il problema allagamento che interessa la zona in caso di piogge abbondanti, prevedendo di convogliare le acque nel torrente Mortellaro.
A fronte di un contributo comunale di 210mila euro, il contributo dello Stato e della Regione Siciliana doveva essere pari a 3 milioni e quello del privato che ha partecipato al bando, e che quindi doveva realizzare l’opera, ammontava poco più di 3 milioni e 600mila euro. A seguito del fallimento della società, la Regione Siciliana ha revocato il programma costruttivo nell’ottobre 2024, obbligando il Comune alla restituzione dei fondi già ricevuti: la somma di 600mila euro.
Ricordiamo ad onore di cronaca, che il signore che occupa lo scranno di Palazzo Vermexio, aveva avviato un programma elettorale per potere trovare consensi a Cassibile nel segreto delle urne.
Il social housing e quello della rigenerazione delle periferie erano alcuni dei temi urbani principali sui quali l’attuale Amministrazione aveva scommesso per innescare processi di riqualificazione urbana che investivano anche aspetti sociali ed economici rilevanti. Non è solo una risposta alle problematiche connesse alle nuove esigenze abitative: è anche la capacità di riqualificare aree della città offrendo al contempo servizi pubblici e spazi collettivi aperti e fruibili improntati sulla qualità e sulla vivibilità: aveva dichiarato l’uomo del Vermexio, all’epoca della partecipazione al bando titolare della rubrica.
Oltre al parco, doveva essere attrezzata una zona dedicata ai bambini, prevista la realizzazione di un locale equosolidale rivolto alle piccole imprese e alle attività artigianali della frazione che praticavano forme di commercio alternativo. Numerosi anche i locali comuni destinati alla socializzazione dei residenti degli alloggi quali cucina, lavanderia, spazio bricolage e una living room, ed altri per la socializzazione tra i residenti degli alloggi ed i residenti del quartiere.
Il progetto era stato ritenuto interessante perché, attraverso le opere di urbanizzazione e una spesa minima per il Comune, si poteva risolvere in quell’area il problema del mancato deflusso delle acque piovane che crea disagi e rischi agli abitanti della frazione. Insomma un’ennesima incompiuta per l’Amministrazione il cui destino sembra voltargli le spalle.
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