Oggi è la Sicilia a fermarsi con un corteo di oltre seimila persone che ha preso il via stamane dalle 9 in poi da piazza Marconi con lo sciopero generale indetto dalla Cgil e Uil. La Sicilia si è fermata, e alla manifestazione di piazza a Siracusa è intervenuto il numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, atteso, fra gli altri, da una platea di lavoratori dei petrolchimici che al momento non vedono prospettive nel loro futuro lavorativo. Un problema grave che si aggiunge ai tanti della piattaforma di rivendicazioni di Cgil e Uil contro la Manovra del governo Meloni e per difendere il diritto allo sciopero. Un Bombardieri a tutto campo che non si sottrae nè alle provocazioni, nè alle domande sulla Sicilia.

Insomma troppe disparità con il nord. «Prima dell’autonomia differenziata il governo deve garantire pari condizioni su scuola, formazione, lavoro e sanità. Per Gianpaolo Bombardieri: «E’ un’ulteriore giornata nella quale Cgil e Uil volgono alcuni problemi, salari, sicurezza, fisco, pensioni, mezzogiorno, la possibilità di far rinascere questa terra ed investire ancora di più nel mezzogiorno. Una giornata di democrazia».

«La manifestazione non si fermano qui, osserva Luisella Lionti, segretario generale Uil Sicilia e Area Vasta. «Oggi siamo in piazza, lo abbiamo fatto anche il 17 davanti le Prefetture di tutta la Sicilia e davanti all’Ars a Palermo. I pensionati, i lavoratori, i giovani, sono stanchi di promesse non mantenute. In campagna elettorale tante e tante cose si possono fare, passano un mese, due mesi e purtroppo tutto rimane fermo. Abbiamo scelto Siracusa perché ospita l’hub percostante del Mediterraneo, si parla di transizione energetica, ma non si può parlare di questo senza pensare al presente. Occorre investire per mettere in sicurezza l’impianto chimico, i lavoratori e assicurare loro e alle loro famiglie un salario dignitoso».

Erano presenti i vertici delle organizzazioni sindacali e tra gli interventi ci saranno quelli di Roberto Alosi, segretario generale della Cgil Siracusa, Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia.
«Oggi dal mondo del lavoro siciliano venga un messaggio chiaro, afferma Mannino, non vuole essere protagonista di una stagione di cambiamento, soprattutto la Sicilia che è una delle aree più fragili dove ci sono le maggiori sofferenze. Noi reclamiamo non soltanto un cambio economico ma soprattutto investimenti per il nostro apparato produttivo. Ognuno esercita la propria azione sindacale come ritiene opportuno. Noi riteniamo che vista la qualità della condizione economica sociale che bisogna provare ad alzare il livello del confronto, e che sin qui i tavoli prodotti non hanno dato i risultati che speravamo».

Per Roberto Alosi, segretario generale della Cgil Siracusa: «C’è una sola ragione per cui oggi non si possa e non si debba scioperare, la politica economica di questa finanziaria ha un tratto antimeridionalista, non ci sono risorse per la sanità, non ci sono risorse per le pensioni, si allarga il precariato, si mortifica l’istruzione, non c’è un futuro per i giovani. Questa è una terra che adesso dice basta, non si fermerà fin tanto che non si mette al centro la dignità delle persone, i salari, la fiducia e la libertà che qualcuno prova ad imbavagliare».
Per questo lo sciopero oggi oltre che un diritto è un obbligo e il segnale che viene da Siracusa è che il mondo del lavoro vuole essere protagonista del cambiamento. Questa mobilitazione dunque continuerà affinché non cambieranno le politiche scellerate del governo.
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