Riportiamo la celebre frase attribuita a Socrate: «Tanto tuonò che piovve», per indicare che il manufatto sorto all’interno dell’area di piazza d’Armi da oggi è chiuso, per revoca concessione, a causa delle intimazioni di notifiche ricevute dopo il sopralluogo degli Ispettori dell’Assessorato regionale ai BBCC e l’avvenuta consegna della Sovrintendenza di Siracusa; dalla notifica della Commissione Ortigia e relativo verbale di difformità infine la magistratura con la disamina di tutte le carte poste sotto sequestro. Intanto l’area di piazza d’Armi per via della chiusura del manufatto non rimane fruibile per la cittadinanza e turisti, quindi cancello chiuso.
Dalla storia abbiamo ereditato una città splendida per posizione, cultura, architetture, patrimonio dei siracusani e del mondo. La Contemporaneità si distingue per l’indifferenza ai valori ed ai segni del passato, anche quelli più meritevoli di attenzione e di rispetto. L’inchiesta è partita dalle colonne del quotidiano LIBERTA’, a pagina 3, lo scorso 28 giugno 2018, con un intervento intriso di particolari di Italia Nostra.
La realizzazione del manufatto nell’area del Castello Maniace è stato il tormentone dell’estate. Le ragioni sollevate sono quelle che sappiamo, sintetizzando: il bando del Demanio, abbastanza discutibile: il bando per costruire una struttura mobile di ristoro e non di intrattenimento; le autorizzazioni della Sovrintendenza che non tiene conto della valutazione impatto della struttura avveneristicamente mostruosa sul Castello e del Comune poi con la Commissione Ortigia che forse ha omesso il controllo periodico idem Sovrintendenza da evitare possibili difformità e l’uso del calcestruzzo: Il tizio ha costruito in silenzio il manufatto senza alcun controllo delle autorità competenti; infine i parametri sconfessati della legge sulla navigazione.
Insomma gli ispettori dell’Assessorato regionale ai BBCC hanno lavorano sodo e hanno scoperto che il tizio ha commesso delle notevoli difformità: i rilievi dei tecnici dei beni culturali attengono alla realizzazione del basamento in calcestruzzo per l’ancoraggio della sovrastruttura che sarebbe stato realizzato in difformità con il progetto approvato il quale non doveva esserci; ‘un sostanziale incremento di oltre 50 centimetri dell’altezza’ complessiva della struttura rispetto al progetto che ha ottenuto il beneplacito degli organismi competenti e infine ‘un’apertura di porta in più’. Senza considerare l’impatto ambientale consistente di tale astronave luccicante che sovrasta il paesaggio antistante.
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