
Dopo oltre un anno di silenzio, i sindaci della provincia di Siracusa hanno finalmente deciso di prendere posizione sulla nuova proposta di revisione della rete ospedaliera regionale elaborata dalla Regione Siciliana. Con un documento approvato all’unanimità – e dunque inevitabilmente congiunto – i primi cittadini esprimono una netta contrarietà al piano regionale, ritenuto inadeguato rispetto alle reali esigenze del territorio e gravemente carente sul piano del confronto istituzionale.
Il comunicato, reso noto a margine di una conferenza dei sindaci convocata dal sindaco di Siracusa, Francesco Italia – solitamente silente in materia sanitaria, nonostante sia per legge autorità sanitaria locale – è stato trasmesso all’Assessorato regionale alla Salute, al Dipartimento per la Pianificazione Strategica, alla Commissione Sanità dell’ARS, all’ASP di Siracusa e alla Prefettura.
È una presa di posizione tardiva, quella dei sindaci, che arriva mentre le polemiche sulla dislocazione dei posti letto si moltiplicano. Tra le voci critiche già espresse figurano il deputato nazionale Luca Cannata, l’ex parlamentare regionale Bruno Marziano (PD), diversi sindaci del territorio – da Avola a Carlentini, da Lentini a Priolo Gargallo – e realtà civiche come l’Osservatorio Civico di Siracusa.
Nel documento si contesta la bozza del governo Schifani per una presunta mancanza di coerenza con i bisogni sanitari della popolazione siracusana e si lamenta l’assenza di un reale dialogo con gli enti locali. Una critica che, però, solleva un interrogativo legittimo: in tutto questo tempo, i rappresentanti istituzionali del territorio hanno realmente cercato quel confronto o si sono svegliati solo adesso, sull’onda dell’allarme pubblico?
Tra i punti qualificanti della presa di posizione, emerge la richiesta – ormai storica – di riconoscimento del DEA di II livello per il nuovo ospedale di Siracusa, considerato il naturale polo di riferimento per le alte specialità sanitarie a livello provinciale. I sindaci rivendicano anche l’attivazione piena delle strutture complesse previste dalla normativa, sottolineando l’urgenza di garantire ai cittadini servizi in linea con gli standard regionali e nazionali.
Infine, viene ribadita la centralità dei sindaci nella pianificazione sanitaria territoriale e si chiede alla Regione Siciliana un coinvolgimento effettivo e continuo nella definizione della rete ospedaliera e dei servizi di prossimità.
Un’uscita corale importante, anche se in ritardo. Resta da capire se si tratta di una vera svolta o di una presa di posizione dettata solo dall’incombenza del momento. Perché il ruolo delle autonomie locali nella sanità pubblica non può ridursi a un comunicato una tantum. La salute dei cittadini merita coerenza, impegno e continuità.
Infine «Rileviamo con disappunto un comportamento ‘scorretto’ non conforme ai principi di equità e trasparenza istituzionale, manifestatosi nell’omessa interlocuzione con alcuni rappresentanti locali e in un’evidente disparità nel trattamento dei canali comunicativi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA