Siracusa. Reflui, giochi di potere e silenzi: il depuratore IAS in bilico tra promesse, ritardi e lavoratori a rischio

di Salvo Baio

L’Ati non decide, la Regione rinvia e le industrie si distaccano mentre i tempi si restringono. La gestione del depuratore più discusso d’Italia diventa una bomba ad orologeria e il prezzo del disimpegno pubblico lo pagheranno i cittadini e l’ambiente

In foto: il depuratore IAS

di Salvo Baio*

L‘ipotesi di convogliare i reflui urbani dei comuni di Siracusa, Floridia e Solarino nel depuratore IAS è meno semplice di come la si rappresenta. 

Occorre anzitutto che l’Ati (Assemblea territoriale idrica), composta dai sindaci, approvi l’inserimento del depuratore IAS nel piano d’ambito, dove sono inventariati gli impianti a disposizione del nuovo gestore del servizio idrico integrato. Questo passaggio implica da un lato la disponibilità, su cui non ci dovrebbero essere dubbi, della Regione a trasferire, nei modi che saranno concordati, l’impianto di Priolo e dall’altro la compattezza dei sindaci della provincia e in particolare di quelli dei suddetti tre comuni che, pur non essendo contrari in linea di principio al cambio di depuratore, prima di decidere vogliono conoscere i costi dell’operazione.

Nel rapporto tra Regione, Ati e Aretusacque va tenuto conto che l’impianto IAS, anche in futuro, dovrà trattare i reflui industriali delle piccole e medie imprese insediate in prevalenza a Priolo. E’ possibile dunque che l’impianto abbia due gestioni distinte, una per la depurazione dei reflui urbani in capo al gestore idrico e l’altra per la depurazione di quelli industriali il cui responsabile è da individuare, dando comunque per scontato lo scioglimento della società mista che in atto gestisce il depuratore IAS.

Sembra che il socio privato, Acea Molise, sia interessato ad acquisire il depuratore Ias o comunque a poterne disporre. Acea Molise, che fin qui si è mossa secondo logiche professionali, ritiene che quello consortile sia un buon impianto. Questo gradimento agevola tutta l’operazione, che però presenta non poche incognite tenuto conto della ristrettezza dei tempi.

A settembre del prossimo anno, le grandi industrie si distaccheranno infatti dall’impianto IAS e utilizzeranno i propri depuratori per gli scarti della lavorazione del petrolio. Se a quella data non sarà resa operativa l’opzione voluta dalla Regione di dirottare i reflui urbani fin qui depurati dall’impianto di Canalicchio, si determinerà il blocco produttivo del depuratore con tutte le conseguenze che si possono facilmente immaginare.

Ecco perché è fondamentale che la Regione istituisca con immediatezza un tavolo tecnico presieduto dall’ingegnera Giovanna Picone per coordinare le iniziative necessarie. Salvare quel che resterà del depuratore IAS e l’occupazione deve essere la madre di tutti gli impegni della politica, anche se i tempi non giocano a favore della causa.

Sul convogliamento dei reflui comunali da Canalicchio all’IAS resta da chiarire, e non a parole, se la relativa conduttura di collettamento, che fu realizzata più di quarant’anni fa, è interamente utilizzabile e se e quali lavori di congiunzione sono necessari.

Personalmente, non vi è un pensiero ottimista né sulla fattibilità dell’operazione e né sui tempi della sua realizzazione. Più in generale ritengo sbagliato aver consentito alle grandi industrie di dotarsi di propri depuratori sia perché sul piano dell’efficacia depurativa non danno le stesse garanzie che può dare il depuratore IAS e sia perché questa scelta, voluta dal presidente della Regione Schifani, col consenso dei sindaci dell’area industriale e di alcuni sindacati, indebolirà i controlli pubblici. 

Anche la magistratura ha avuto un ruolo nel creare un clima che ha spinto le grandi industrie al distacco dal depuratore IAS. L’amministratore giudiziario dell’impianto consortile, Mariolo, nel consiglio comunale aperto dello scorso ottobre ha detto chiaramente che l’autorità giudiziaria lo nominò col preciso compito del distacco dei grandi utenti industriali.

*Opinionista, già esponente politico locale

di Salvo Baio 06 Novembre 2025 | 14:50
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