
di Salvo Baio*
Alcune forze del centrosinistra hanno recentemente sollevato il problema della gestione idrica, prendendo spunto dall’ ulteriore proroga alla Siam e dall’indagine giudiziaria sull’appalto milionario di Agrigento.
La proroga alla Siam era inevitabile altrimenti si sarebbe lasciata a secco la città (e oltre 130 mila abitanti). Quanto al caso Agrigento, se non ricordo male, sia esponenti del M5S che del Forum dell’acqua parlarono di esempio virtuoso di gestione pubblica, prendendo un clamoroso abbaglio in quanto il sistema di gestione idrica in provincia di Agrigento è privato (tanto è vero che i lavori sono stati affidati con gara d’appalto a ditte private) con governance pubblica.
Queste forze del centrosinistra vogliono inoltre appurare se dietro il repentino cambio di gestione da interamente pubblica a quella mista ci sia qualche intrigo, se non qualche traccheggio. Sarebbe opportuno evitare la politica del sospetto e concentrarsi sulle questioni di merito. La gestione interamente pubblica è realizzabile solo se i comuni interessati hanno le necessarie risorse finanziarie, il personale tecnico e amministrativo e il know how, condizioni, queste, inesistenti nella nostra provincia.
La società mista ‘risolve’ i problemi
Ciò non vuol dire che, in astratto, la società mista sia migliore di quella pubblica, ma solo che, in base ai dati di contesto, l’opzione scelta dal sindaco Italia e dagli altri sindaci sia quella più appropriata. In tal senso, le spiegazioni di Francesco Italia sono corrette e convincenti. Aggiungo che, se io fossi stato sindaco, avrei votato per la gestione mista.
Va tuttavia detto che la società mista può funzionare bene a condizione che il partner privato abbia la necessaria professionalità e il partner pubblico scelga i propri rappresentanti in base ai requisiti di competenza. Voglio sperare che le assicurazioni date dal sindaco a tale ultimo proposito saranno puntualmente rispettate.
Quanto alle forze di opposizione, in questa fase dovrebbero vigilare sulla tempestiva adozione degli atti necessari, in particolare il passaggio del personale Siam e/o subappalto dal know how acquisito nel tempo, a far entrare in funzione la nuova società col primo gennaio 2026. Il mancato rispetto di tale termine sarebbe un pessimo segnale.
*Opinionista, già esponente del PD aretuseo
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