Vedete cari lettori, quanto è orripilante l’ignoranza individuale nella nostra città, forse per carenza patologica di istruzione, nutrito il menefreghismo sociale, latitante il civismo, il disprezzo per il bene comune, la disonestà sistematica e patologico il familismo amorale, tanto maggiore è la putrescenza della comunità di cui si è parte. La vicenda dei cosiddetti «loculi sfrattati» tanto cara ai cittadini ha portato in Aula ad un nulla di fatto: con 15 no, 12 sì e 2 astenuti il Consiglio comunale ha respinto la proposta di modifica del regolamento di polizia mortuaria. La politica, anzi questa politica, ha voluto così prendersi gioco dei siracusani, cioè incredibilmente in poche parole significa che rimane operativa la retroattività per il rinnovo della concessione dei loculi al cimitero di Siracusa.
La ‘carenza patologica di istruzione’ a Siracusa diventa una virulente malattia sociale che degenerando oltre i limiti dell’eccezione diviene regolare cancrena, finendo parallelamente nelle istituzioni contagiandole attraverso i loro rappresentanti reclutati nello stesso terreno culturalmente infetto da questa politica da estirpare.
La vicenda dei loculi a detta di qualcuno se la sarebbero scambiata al momento della votazione del Bilancio con un «do ut des». Uno scambio di pannicelli caldi di cordata per accontentare e curarsi il proprio orticello. Altro che interessi popolari dei cittadini da carenza patologica di istruzione politica.
E la povera «zia Peppina» e «zio Angelo» debbono fare colletta e sborsare i denari per rinnovare la concessione dei loculi anche quelli retroattivi al ’97. Altro che la politica per i cittadini, sarebbe questa, come sempre lo è stata, la politica di sempre, dei piccoli bottegai. La politica che non fa crescere il territorio.
E’ risaputo che la democrazia nasce dal basso; essa è il suo popolo. E lo stato di salute in cui versa è specularmente quello del corpo sociale che la caratterizza con la carenza patologica di istruzione (senza offesa per nessuno).
La spregevolezza individuale, l’inettitudine mentale e il dilettantismo professionale diventano marchi Ue, meriti orgogliosamente esibiti e spesso qualifiche di selezione servile, utili a discriminare e lievitare carriere, che non si arricchiscono in ragione di competenze, eccellenze o titoli dei candidati, bensì in ragione della loro adattabilità morale e ottusità intellettuale, allora oltre ogni ragionevole dubbio lo sfacelo di una democrazia è servito e inevitabile. Si può solo scavare tra le macerie per salvare il salvabile.
Il fatto che lascia l’amaro in bocca è il fatto che questi siracusani piagnistei del momento, dopo dimenticano con facilità a chi loro fa del male, si lasciano abbindolare dai falsi profeti e farisei della nuova politica, «del nulla» dell’artigiano dell’imbroglio. Cari imbroglioni di un popolo che non riesce a distinguere il bene dal male. Ma occorre anche dignità che costoro non hanno.
Il salvabile di una democrazia solo in virtù della qualità etiche dei propri cittadini, attraverso il loro impegno, per mezzo della loro partecipazione e grazie alle loro competenze alla luce della consapevolezza del valore della propria cittadinanza, della propria libertà in quanto Uomini e Cittadini e della responsabilità che tale ruolo richiede, dei propri diritti e degli speculari doveri, governanti anzitutto di se stessi con l’esempio e l’onestà. Ci si governa da sé con piccoli gesti quotidiani attraverso l’impegno nella formazione, la dedizione nel lavoro, il rispetto per il valore fondativo della Legge e dell’Altro; curando il territorio, denunciando il malaffare, ogni abuso di potere che minaccia la qualità del bene pubblico, stigmatizzando la corruzione, la vigliaccheria morale e la delinquenza di chi con il proprio agire minaccia ciò che è pubblico e comune con sdegno verso ogni forma di civiltà e giustizia.
Una situazione dei loculi era stata già affrontata nel mese di agosto con una seduta in cui stava passando per intero la linea dell’opposizione e quindi della modifica del regolamento in modo tale da salvaguardare le concessioni rilasciate prima del 1996, da quando il regolamento prevede la scadenza venticinquennale delle concessioni dei loculi al campo santo. Curioso l’atteggiamento del gruppo del M5S, perché sin dal mese di luglio si è detto contrario alla manovra dell’amministrazione, mentre il gruppo si è ulteriormente spaccato: due hanno votato a favore (Si): Roberto Trigilio e Silvia Russoniello; e due contro il provvedimento di modifica (No): Francesco Burgio e Chiara Ficara. Hanno votato a favore della manovra dell’amministrazione Italia: la Federazione dei Verdi: Muccio Salvatore Costantino, Andrea Buccheri e Michele Buonomo; «Amo Siracusa»: Gaetano Favara, Carlos Torres e Michele Mangiafico; «Fuori Sistema Siracusa: Francesco Zappalà (assente), Vincenzo Pantano, Laura Spataro e Antonino Trimarchi; del «Gruppo Misto» hanno votato a favore della manovra: Carlo Gradenigo, Simona Cascio, Pamela La Mesa, Simone Ricupero, Giuseppe Impallomeni (astenuto). Sempre per il «Gruppo Misto» hanno votato contro la manovra: Sergio Bonafede (Si), Chiara Catera, Curzio Lo Curzio, Ezechia Paolo Reale (assente) e Cetty Vinci (assente). Forza Italia ha votato Si: Ferdinando Messina, Federica Barbagallo, Giovanni Boscarino ed Alessandro Di Mauro; infine «Siracusa Protagonista con Vinciullo» per il Si: Fabio Alota, Salvatore Castagnino e Mauro Basile.
Bocciata anche la proposta di dilatare la durata delle concessioni, da 25 a 36 anni, come proposto dal un consigliere di opposizione. In questo caso i contrari sono stati 13, 9 i favorevoli e 6 gli astenuti.
In definitiva permane integra la delibera di giunta con cui viene disposto sia la scadenza di 25 anni per il rinnovo dei loculi, sia la retroattività dei pagamenti. Il Comune ha chiesto agli utenti se vogliano rinnovare le concessioni scadute, e quindi di aderire all’invito di autodenunciare la propria posizione e mettersi in regola con i pagamenti.
Abbiamo subito gli affetti da gattopardismo non è certo principalmente a causa dei personaggi da cabaret che scegliamo come governanti, spesso palesemente miserabili nel loro più volgare squallore sia umano che istituzionale – comunemente indaffarati in patetiche esibizioni di melodrammatica nullità oltraggiosamente definita “politica”, orientata alla spartizione di incarichi e bottini come nel bilancio approvato, un atto oltraggioso contro la città.
Ma cari lettori i veri governanti siamo noi. Chi ci “rappresenta” istituzionalmente altro non è nella fattispecie che l’immagine di noi stessi, quella di cui ci vergogniamo riflessa nello specchio delle nostra povertà intellettuale e morale. I miserabili siamo noi e dalla nostra miseria tiriamo fuori il peggio che servilmente quanto spudoratamente accettiamo e alimentiamo. Il futuro prossimo? Con sincerità non vediamo altre vie d’uscita, siamo destinati al peggio. Se questa politica rappresenta il peggio e al peggio non c‘è mai fine, al meglio non c’è neanche inizio.
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