L’argomento del Piano Paesaggistico rimane il tema principe del momento con le varie prese di posizione di esponenti politici dei vari schieramenti, in sintesi: rivedere le condizioni del Piano? Con relativi interventi a seguire che rasentano il livello qualitativo non eccelso del dibattito. Ospitiamo la nota dell’avv. Giovanni Randazzo il quale si inserisce nel dibattito soffermandosi sui reiterati interventi, anche sorprendentemente aggressivi nei confronti dei propri interlocutori, tra cui esponenti di Lealtà e Condivisione, del Presidente dell’ANCE Siracusa Ing. Massimo Riili a contestazione del Piano Paesaggistico e a generica difesa del Progetto Torre Ognina, recentemente disatteso in conferenza di servizi comunale, nonché a rivendicazione della supposta utilità anche di nuove iniziative edificatorie. «Trovo che i toni sprezzanti ed ingiustificati usati dall’Ing. Riili alimentino tensioni e polemiche, di fatto scoraggiando un confronto di merito che pure viene auspicato.
«Credo che non vada piuttosto perduta l’occasione di un dibattito che, anziché prendere la piega rovinosa ed insulsa degli insulti e del vacuo reciproco dileggio, possa finalmente avere ad oggetto il confronto delle idee contrapposte sulla città futura, senza essere deviato dagli spettri del passato che pesantemente ne inquinano il corso ed il senso, con una specie di cattiva coscienza che sembra gravare sulla collettività tutta, anche in ragione dello sregolato scempio delle coste, un tempo meravigliose, che è stato attuato nel nostro territorio.
«Chiarisco, al di fuori di ogni equivoco, a proposito di scempio, che non intendo riferirmi ai costruttori edili, la maggioranza dei quali svolge il proprio lavoro con correttezza ed onestà operando, almeno al giorno d’oggi, – ha ragione Massimo Riili – in conformità ai permessi edificatori conseguiti. Penso anch’io che della miriade di abusi edilizi che punteggiano il territorio e lambiscono il mare, in tanti casi di piccola entità, siano in qualche modo colpevoli i pubblici poteri che ha lasciato fare per sottovalutazione o ignavia, e la speculazione edilizia spesso incarnatasi nei volti di tanti privati che non hanno resistito alla tentazione di investire i propri faticosi risparmi in una casa abusiva, tante volte con la velleità di appropriarsi anche di una fetta di mare.
«Non ho quindi pregiudizi nei confronti dell’ANCE, che anzi apprezzo laddove sta avendo una collaborazione che mi pare proficua con l’Amministrazione Comunale, e che da ultimo ha svolto e svolge un ruolo informativo importante con i cittadini a proposito di superbonus e quant’altro, e meno che meno con il suo Presidente, che conosco sin da quando portavamo i pantaloni corti e cui son legato da ragioni di affetto e stima antica, al di là dei suoi coloriti affondi verbali delle ultime occasioni, più scomposti che divertenti. Lui usa il termine “ambientalista” con livore, io non mi sento degno di definirmi tale, mi mancano sensibilità, conoscenza ed esperienza più ampie.
«Sono però, almeno in linea di principio e sul piano del rispetto delle regole, per la difesa del Piano Paesistico, strumento programmatorio importante a tutela del territorio, adottato già dal 2012, che ha tra l’altro superato varie fasi di controllo sia nel merito, con la sua approvazione definitiva in sede regionale (con accoglimento tra l’altro di alcune delle osservazioni proposte dai privati), sia in diritto a livello giurisdizionale con il rigetto allo stato degli svariati ricorsi proposti per il suo annullamento» sottolinea Randazzo.
«Sono altresì dell’idea che se un progetto è in contrasto con il Piano, va semmai cambiato il progetto del privato e non certo il Piano, questo è il senso della programmazione territoriale. Certo ambientalista, per la storia di molti suoi autorevoli rappresentanti, è l’associazione che ho l’onore di presiedere, che già si è in più occasioni levata a difesa del Piano Paesistico, strumento efficace e vincolante indipendentemente dal suo futuro recepimento nel P.R.G., propugnando la necessità di una forte limitazione, se non dell’arresto, dell’ulteriore consumo di suolo.
«Questa è l’idea che mi sembra più adeguata all’attuale momento storico, volta al recupero dell’esistente anziché alla realizzazione del nuovo. Ritengo tuttavia che sia giusto che si ascoltino, con la serietà ed attenzione che meritano, anche le ragioni altrui opponendosi nel merito delle idee, e non dei giudizi sulle persone. Lo stesso mi aspetto facciano anche i fautori della tesi opposta. L’invito è a disarmarci, ed a ragionare sulla città che vorremmo, anche confrontandoci in un pubblico convegno che affronti tutti gli aspetti coinvolti; di un tale confronto, aperto al pubblico, si sente a mio avviso il bisogno, tantopiù in assenza del Consiglio Comunale» conclude l’avv. Giovanni Randazzo. «Ritengo in ogni caso decisivo ed indilazionabile che si crei un clima più disteso e si abbassino i toni, perché in questo momento, è doveroso che le forze politiche, associative, sindacali e professionali, siano tutte concentrate a dare il meglio del proprio contributo all’Amministrazione Comunale perché la stessa, pur nelle difficoltà di risorse in cui si dibatte, concorra al meglio e per quanto possibile, alla stagione irripetibile di avvisi e finanziamenti per il Sud che il PNRR ha già messo in moto».
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