«Vincent Lambert non era in stato di morte cerebrale, non stava morendo», è il tema toccante affrontato da Salvo Sorbello.
«Era un disabile molto grave, in stato di ‘veglia non responsiva’, come migliaia di altre persone in Francia ed in altre nazioni che non parlano e, all’apparenza, non reagiscono. Non aveva rapporti con l’esterno e per questo è stato fatto morire.
Ne spiega le ragioni Salvo Sorbello: «Penso allora a tanti anziani in stato di demenza grave, sempre di più in un’Europa opulenta ma sempre più vecchia. Chi deciderà se la loro vita sarà considerata “degna” di essere vissuta o solo un peso da eliminare? Perché dovranno “semplicemente” scegliere se lasciarli in vita o farli morire le persone che li hanno in affido?
«Un pensiero commosso lo rivolgo ai genitori di Vincent, che volevano prendersi ancora cura, come è naturale, del loro figlio e si sono battuti come leoni per il “diritto di vivere”.
Comunque la si pensi, coloro che si trovano in stato di grave fragilità, e con l’età media che avanza saranno sempre di più, da oggi sono meno protetti, meno tutelati.
«Oggi non è davvero un bel giorno».
© RIPRODUZIONE RISERVATA