di Salvo Baio*
Da alcune settimane si parla dell’imminente nascita nel Partito Democratico di un correntone a cui starebbero lavorando Dario Franceschini, Andrea Orlando e Roberto Speranza.
I segnali sono numerosi. Il Corriere della Sera di ieri descrive lo scenario in maniera dettagliata e spiega il senso dell’iniziativa dell’ex ministro della Cultura e attuale leader nazionale della corrente Dem. “Franceschini propone – scrive il Corriere – una separazione delle carriere: la leadership del partito divisa dalla premiership della coalizione. Tradotto: non è su Elly che (Franceschi ndr) punterebbe nella sfida per Palazzo Chigi”. Come dire: cara Elly puoi continuare a fare la segretaria, ma non puoi essere anche la candidata a premier.
Quali gli addebiti? “Non hai rapporti con il Colle – scrive ancora il Corriere – e tra te e gli altri fondatori dell’Ulivo c’è una distanza siderale”. Perfino Pier Luigi Bersani ultimamente si è mostrato tiepido:”Un leader si trova, che problema c’è”?”.
Supponiamo che il retroscena del Corriere sia verosimile, quale sarebbe l’impatto di questo sommovimento nel PD siracusano? L’area riformista che fa riferimento a Tiziano Spada vedrebbe favorevolmente il coinvolgimento di quel mondo cattolico-democratico che da qualche mese spinge perché si costruisca un programma concreto e si scelga una leadership autorevole.
L’attuale “area Schlein” invece si scomporrebbe in maniera verticale e da essa si staccherebbe l’area Dem e forse un pezzo della sinistra riformista. In ogni caso i rapporti di forza cambierebbero notevolmente e potrebbero determinare nuove maggioranze e nuovi organigramma.
L’attuale maggioranza del partito a Siracusa, e più precisamente l’area Schlein, si sta contorcendo sulle nomine che dovrebbero completare l’assetto dirigente postcongressuale. In particolare resta da eleggere il segretario cittadino; la proposta in campo è quella di Matilde Di Giovanni, sul cui nome però non c’è l’accordo dell’area Dem che verrebbe tagliata fuori da ogni incarico di vertice, benché faccia parte organicamente e lealmente della maggioranza.
Per trovare la quadra si dovrebbe nominare presidente del partito Riccardo Gionfriddo (che sarebbe un’ ottima scelta) e chiedere a Renata Giunta, attuale presidente, di dimettersi dalla carica. Naturalmente (e giustamente) Renata Giunta non intende prestarsi a queste alchimie e pertanto, non trovando la quadra, non resta che rinviare ogni decisione. E di rinvio in rinvio il PD cittadino sprofonda nella palude dell’immobilismo.
*Opinionista, gia esponente politico locale
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