SIRACUSA (3-4-2-1): Gomis 5; Di Sabatino 6 (78’ Rizzo s.v.), Turati 6,5, Bruno 6, Daffara 6; Palermo 6,5, Tuninetti 5,5 (71’ Russini s.v.), Franco 6; Del Col 5, Catania 5,5; Vazquez 5,5. All. Michele Pazienza 5.
LEONZIO (4-3-2-1): Narciso s.v.; De Rossi 5, Laezza 5, Aquilanti 6,5, M. Esposito 6; Marano 6, G. Esposito 6 (61’ Cozza s.v.), D’Angelo 6; Gammone 6,5 (78’ Sainz-Maza s.v.), Gomez 5; Ripa 5 (67’ Ferrini s.v.). All. Paolo Bianco 5.
ARBITRO: Gino Garofalo di Torre del Greco – Assistenti: Claudio Gualtieri di Asti e Mattia Massimino di Cuneo
NOTE: cielo coperto, temperatura di 16°c, umidità 83% – spettatori 1.807 con circa 100 sostenitori ospiti arrivati con cinque minuti di ritardo rispetto all’inizio dell’incontro – ammoniti Aquilanti (SL), Palermo (Sr), De Rossi (SL). Al 62’ espulso De Rossi (SL) per doppia ammonizione.
E’ finita con un salomonico pareggio la sfida fra Siracusa e Sicula Leonzio dominata dalla reciproca paura di perdere. Meglio tuttavia la squadra di Paolo Bianco che, quanto meno, ci ha messo un pizzico di impegno in più, favorita da una manovra più fluida anche se sterile. Di fronte ad una squadra, come quella ospite, solo desiderosa di interrompere la striscia negativa di tre consecutive sconfitte anche con uno striminzito pareggio, il Siracusa ha confermato la crescente, e a questo punto, preoccupante involuzione nella manovra e negli schemi che la cura Pazienza, con un organico di molto sovrastimato come quello di cui oggi dispone il Siracusa, non poteva di colpo attenuare. Ma pur partendo da un così vistoso handicap, contro i bianconeri, complesso non eccelso anche se meglio preparato, qualcosina in più era lecito attendersi. E’ vero che dei “se” e dei “ma” sono piene le fosse, ma un Russini e un Rizzo noi non l’avremmo lasciato in panchina, né avremmo sprecato oltre mezzora di superiorità numerica mantenendo quattro e a volte anche cinque difensori, lasciando inalterate le distanze siderali fra reparto e reparto, perdendo regolarmente i duelli sulle seconde palle, rallentando ripetutamente la manovra con passaggi e passaggetto il più delle volte all’indietro e non creando in tutti i novanta minuti una sola azione da rete. Anche sotto il profilo dell’organizzazione del gioco, meglio la Sicula Leonzio che al 31’ è andata almeno vicinissima al vantaggio, con Gomis a smanacciare su tiro di Gammone e, sulla repinta, con Gomez a scheggiare la traversa. Tutto qui il derby che non ha offerto ulteriori emozioni, deludendo quanti pensavano che gli allenamenti a porte chiuse sostenuti dagli azzurri avessero portato a un pur minimo miglioramento rispetto alle ultime prestazioni. In particolare è apparso accentuato lo scollamento fra centrocampo e reparto avanzato, quest’ultimo mal servito e quindi incapace per tutto l’arco dell’incontro di impensierire il portiere ospite Narciso, mai severamente impegnato al di là dell’ordinaria amministrazione sui palloni mal calibrati per gli inutili scatti di Federico Vazquez che da uomo-gol, la deriva di questa squadra lo ha costretto a sfibrarsi nella ricerca della profondità. Inutile però continuare a soffermarsi sui difetti congeniti di una squadra che non ha grossi margini di miglioramento. Meglio a questo punto concentrarsi sull’obiettivo di arrivare a Gennaio con i minori danni possibili concludendo con un rassegnato “ha da passà’a nuttàta”, tanto caro al grande Eduardo De Filippo.
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