Un vero e proprio interesse ha suscitato la mostra “Il Cristianesimo a Siracusa e nel territorio” a completamento del settore F del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa nel trentennale dell’apertura dello stesso (1988-2018). Il Museo più bello d’Europa dove ogni cittadino ritrova le sue radici nel racconto della storia della sua città.
Tant’è la presenza delle autorità civili col Prefetto Castaldo, religiose con la presenza dell’Arcivescovo Pappalardo, dei Sindaci di Sortino e di Palazzolo Acreide, del dottore Guzzardi, Dirigente della Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, della Soprintendente ai BB.CC. dottoressa Panvini, militari con i loro rispettivi Comandanti e Ufficiali, Dopo il saluto della Dirigente responsabile del polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici-Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” dottoressa Maria Musumeci ha preso la parola il Prefetto Castaldo, il quale ha evidenziato il valore della mostra che completa e integra un percorso espositivo sul Cristianesimo e permette di ammirare e di studiare l’aspetto storico e archeologico, artistico. Di seguito la dottoressa Musumeci ha fatto rilevare le finalità della mostra nel presentare attraverso i reperti l’origine e l’evoluzione del Cristianesimo a Siracusa e nel territorio ibleo parlando anche di Sortino con Pantalica e di Palazzolo con l’antica Acrai nonchè di Priolo e le sue scoperte. Siracusa, ha detto, contiene le più estese e importanti catacombe dopo quelle di Roma, ben testimoniate dall’elevato numero di reperti cimiteriali, di epigrafi. Si è soffermata sulle catacombe di San Giovanni, di Vigna Cassia, di Santa Lucia e sugli ipogei compresi tra l’area dell’antica Acradina fino alla fascia della contrada della Tomba di Archimede. La quantità dei cimiteri cristiani dimostrano la forte impronta religiosa della città, dove secondo la tradizione l’apostolo Paolo si fermò nel suo viaggio verso Roma.
A ciò si aggiunge il culto di Santa Lucia e la presenza del proto vescovo Marciano. Lo stesso vale per le epigrafi in lingua greca e romana, fra le quali ritroviamo i segni della cultura ebraica e di altri popoli che evidenziano la dinamicità di vita di Siracusa. Tale patrimonio consente a Siracusa di essere un polo di eccellenza di grossa valenza culturale. La mostra, ha concluso la dottoressa Maria Musumeci, è il risultato di una sinergia di quanti in veste diversa hanno collaborato alla sua realizzazione dandone pubblico riconoscimento. In mostra, come abbiamo visto, sono esposti affreschi e transenne, epigrafi, ricostruzioni tombali e nelle vetrine lucerne, oggetti in bronzo e vetro in una panoramica dove si colgono i particolari per la cura della distribuzione del materiale e per la luminosità. Completa la visione l’apporto didattico che consente di conoscere il reperto e gli aspetti socio-religiosi del suo tempo.
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