Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Siracusa nasce con una grande promessa: ridisegnare la città dei prossimi dieci anni. Ma nella realtà si sta trasformando in uno strumento calato dall’alto, usato per giustificare scelte già prese, senza una reale consultazione dei cittadini, senza una reale pianificazione basata su dati obiettivi e idea di favorire lo sviluppo dei quartieri.
A intervenire è Davide Biondini, portavoce del Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente, che denuncia una gestione “improvvisata” e “priva di visione”, e accusa l’amministrazione comunale retta dal sindaco Italia: “Il PUMS nasceva con la promessa di ridisegnare la città dei prossimi dieci anni — afferma Biondini — ma nella realtà si sta trasformando in uno strumento calato dall’alto, usato per giustificare decisioni già assunte, senza una reale consultazione dei cittadini e senza una pianificazione basata su dati oggettivi”.
Secondo il portavoce del comitato, la mancanza di coinvolgimento della popolazione è il principale vulnus del piano. “Nonostante la legge preveda la partecipazione attiva degli stakeholder, tra cui i comitati civici, nessuna consultazione effettiva è mai avvenuta. Si parla di un’indagine conoscitiva a cui hanno risposto 200 cittadini: chi ne ha mai saputo qualcosa? Possiamo dire che 200 persone rappresentino davvero la popolazione siracusana?”
Biondini punta il dito anche contro la gestione delle Zone a Traffico Limitato, sia quelle già esistenti sia le nuove previste nella zona Umbertina e nella Borgata Santa Lucia. “I cittadini non sono mai stati coinvolti o informati sulle modifiche alla ZTL. Tutto è stato deciso dall’amministrazione Italia senza criteri chiari, senza analisi dei flussi veicolari o dei posti auto disponibili, e senza considerare le esigenze dei residenti e dei lavoratori. Così si rischia di replicare gli errori già vissuti in Ortigia”.
Il comitato critica anche l’approccio tecnico e infrastrutturale del PUMS, giudicato inadeguato rispetto alle caratteristiche della città. “Le piste ciclopedonali vengono realizzate su strade dissestate, strette e spesso in salita, senza continuità né sicurezza. Il caso di via Von Platen è emblematico: una carreggiata ristretta da cordoli di cemento che rende difficile persino il passaggio dei mezzi di soccorso”.
Per Biondini, ciò che manca al piano è soprattutto una visione di lungo periodo. “Un vero PUMS dovrebbe immaginare la Siracusa del 2035, con una visione policentrica dei quartieri, valorizzando i poli di attrazione e creando nuovi servizi di mobilità e sosta diffusi. Invece il documento si limita a fotografare l’esistente, ignorando le trasformazioni in arrivo, come il nuovo ospedale o l’aumento dei flussi turistici”.
Denunciato anche un approccio “punitivo” nei confronti dell’uso dell’auto privata: “Si parte dal presupposto che Siracusa soffra di una ‘patologia’ di eccesso di auto, e si restringono i parcheggi senza alternative. Così si penalizzano famiglie e lavoratori, senza offrire trasporti pubblici adeguati o parcheggi scambiatori”.
Il comitato chiede quindi la sospensione di ogni modifica permanente alla viabilità e alla sosta, proponendo al contempo la creazione di un tavolo tecnico con rappresentanti civici non politici, per discutere soluzioni condivise e affrontare le principali criticità.
“Siracusa merita un piano vero, costruito insieme ai cittadini, basato su dati reali e su una visione coerente di sviluppo urbano — conclude Biondini — non un documento formale usato per coprire scelte sbagliate e non condivise, come il ponte ciclopedonale o la passerella in villetta Aretusa, opere inutili che creano solo disagi”.
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