Il silenzio resta la barriera più alta. In Sicilia, secondo il nuovo report di “Rete L’Abuso”, sono 103 i casi documentati di violenze sessuali in ambito ecclesiastico dal 2000 a oggi, con 270 vittime accertate. Si tratta di un quadro drammatico che, a livello nazionale, si allarga fino a 4.396 persone coinvolte, come evidenziato dal presidente Francesco Zanardi durante la conferenza stampa di presentazione.
Nel dettaglio, la mappa dell’isola mostra 10 casi ad Agrigento, 9 a Caltanissetta, 14 a Catania, 7 a Enna, 16 a Messina, 20 a Palermo, 6 a Ragusa, 11 a Trapani e 10 a Siracusa. Tuttavia, secondo quanto risulta a questo giornale, nella diocesi Siracusana i casi effettivamente accertati sono tre: due sacerdoti già condannati con sentenze definitive e un terzo attualmente sotto processo.
Il report nazionale sottolinea come in 86 episodi l’abusante sia un sacerdote, in 4 casi un catechista, in 16 un laico e in uno un educatore scout. Le vittime, nella quasi totalità dei casi, sono minorenni (256 su 270) e maschi (242), mentre 28 sono donne e 12 adulti, tra cui anche una persona con disabilità. «Sono dati sottostimati – ha spiegato Zanardi – perché moltissimi episodi non vengono denunciati per paura o per il clima di isolamento che circonda chi trova il coraggio di parlare».
Alla presentazione del dossier hanno preso parte anche l’avvocato Mario Caligiuri, responsabile dell’osservatorio legale di ‘Rete L’Abuso’ e Tiziana Siletti, garante per i diritti delle vittime di reato della Regione Basilicata. Tutti i casi raccolti derivano da denunce dirette o da riscontri documentati nelle cronache giudiziarie.
Secondo l’associazione, in Italia sono 1.106 i religiosi collocabili tra i ‘sex offender’. Zanardi ha ricordato che non sono ancora stati conteggiati i vescovi eventualmente responsabili di omissioni o insabbiamenti, «perché i casi formalmente riconosciuti sono ancora pochi». Resta attesa per l’evoluzione del processo per falsa testimonianza che vede imputato il vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana, legato al noto caso Rugolo, il cui iter entrerà in fase pre-dibattimentale il 29 ottobre.
A Siracusa, dove i numeri ufficiali dell’associazione indicano dieci episodi ma le verifiche giornalistiche ne confermano tre, il tema resta estremamente delicato. Due sacerdoti sono stati già condannati e uno affronta ora un procedimento in corso. Vicende diverse, ma accomunate da un’unica richiesta di verità e di giustizia da parte delle vittime. «Il problema non è solo giudiziario – ha concluso Zanardi – ma culturale e morale: finché il silenzio prevarrà sulla trasparenza, la ferita non potrà mai rimarginarsi».
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