Quando la diga Siracusa che trattiene il dolore e la disperazione, oggi, si spezza nel cuore, vengono a galla anche le cose che dormono immerse nel fondo buio dell’anima.
Siracusa da alcuni lustri si trova in un vicolo cieco, senza economia e senza un futuro.
Occorre ritrovare la politica per rifondare la nostra società. Dobbiamo ritrovare a Siracusa il senso della (parola) politica. Si è perso con l’andare del tempo, è come se lo avessimo consumato. Eppure un senso c’è e ci deve essere. Fare politica come la si fa oggi a Siracusa e provincia non ha senso. La politica affaristica, di gente piccola provinciale (che trova coma cassa di risonanza alcuni organi di informazioni, con scadente formazione letteraria e/o giornalistica ma con nomi di testate altisonanti, fatta per ritagliarsi piccole fette di mercato a loro compiacenti ma nulla più), fatta solo per il raggiungimento del potere non è politica, è puro agonismo egocentrico e cieco.
Nel siracusano si è perso il senso delle cose comuni e quotidiane. Il senso dello stare assieme e del vivere quotidiano, della progettazione del territorio in termini di futuro. A Siracusa si è persa la socialità e l’umanità. Più di qualcuno rimpiange la vecchia politica della DC. Quella vera, quella di don Sturzo.
Questo falso nuovo processo innovativo, forse innescato dal consumismo, dalla globalizzazione, che ha reso l’uomo schiavo, oggi è anacronistico e astorico. Ma coerenza, così come storia sono anch’esse in declino. L’alienazione oggi a Siracusa è palpabile. Ed è un fenomeno tanto più grave perché ad essere alienata oggi è l’intera società o, volendo, l’intera non società. In quanto la struttura fondamentale del vivere umano, la società appunto, si è ormai disgregata. I siracusani sono giunti ad un punto di non ritorno. Eppure la nostra vita deve ancora avere senso. Non possiamo deporre le armi proprio ora. Occorre riscoprire la vera politica, la progettualità, per ritrovare (o forse per rifondare) la società.
La società siracusana deve ribellarsi all’alienazione, ad una politica mendace che pur di raggiungere i propri obiettivi reconditi è bugiarda, ipocrita. Una politica che ha svenduto Siracusa ai Catanesi.
I Siracusani amano e soffrono. Molto amore per una politica dal retrogusto amaro e molta sofferenza. E soffrire senza consolazione. Chiaro soffrire, aperto, limpido, spettrato, celeste, cristallino soffrire. Questo è virile. E dico virile non nel senso di gagliardo bensì, se mai, di virtuoso: degno di un uomo siracusano intero e sano e saldo, e della sua umana consapevolezza. E senza surrogati: compreso quello della religione, che di tutti i surrogati è il più universale perché il più a buon mercato e più comodo.
Come nei campi delle antiche battaglie rimangono sul terreno solo i corpi agonizzanti dei tanti che hanno lottato per una causa giusta, cioè contro la presunta malapolitica, pensando oggi ad un eldorado mercificato, egoista e senza scrupoli.
Ma ormai di loro non rimarrà altro che un odore acre, che certo non tarderà a scomparire del tutto. Per il resto i siracusani hanno iniziato a dimenticare i loro nomi, i loro volti, le loro vite, la loro ipocrisia.
L’unica società nella quale vale la pena vivere è, e deve essere, retta da una buona politica seria. Il tempo che abbiamo a nostra disposizione non è illimitato. E noi possiamo agire solo qui e ora.
Occorrono regole, certo, buon senso e sopportazione. Ma dobbiamo provare di nuovo a vivere. Dobbiamo ritrovare il senso.
E non perché può prevalere la volontà di ognuno (questa è anarchia), e non perché prevalga la volontà di tutti (questa è utopia), ma perché tutti possano vivere la propria vita nel rispetto di quella altrui. Questo è il miracolo della vita. E per di più questo è il vantaggio della vita associata.
E a proposito di vita associata, i siracusani adesso ripongono l’auspicio sulla nascita della Consulta delle Associazioni di categoria tenutasi giovedì scorso, nei locali della sede di Siracusa della Camera di Commercio del Sud Est, nel quale è stato eletto coordinatore il presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale.
La Consulta, costituita con lo scopo di affrontare le esigenze socio-economiche del territorio della provincia di Siracusa e di proporre soluzioni, progetti e linee strategiche di sviluppo, è composta, come è noto, dai rappresentanti delle Associazioni categoria AGCI, Casartigiani, CIA, CLAI, CNA, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, CopAgri, Sicilia lmpresa.
«Continueremo a lavorare in maniera coesa per il nostro territorio, ha commentato il presidente di Confindustria Siracusa, affrontando le diverse tematiche locali, regionali e nazionali per far crescere le imprese e promuovere sviluppo economico».
Noi al di là delle riflessioni come è dire nei nostri editoriali è quello di essere sempre propositivi come adesso.
Coinvolgiamo la Consulta delle Associazioni di categoria in questa nostra riflessione, alla luce dell’attività di ricerca e produzione per far crescere le imprese e promuovere sviluppo economico e occupazionale, nell’ottica dello sviluppo del territorio.
Il percorso della Consulta delle Associazioni di categoria, dovrebbe avere due principi cardine: l’attenzione al protagonismo degli attori locali e la coerenza con gli obiettivi dell’Agenda dello sviluppo. Per quanto riguarda il primo aspetto, la Consulta dovrebbe fornire occasioni costanti di confronto tra tutti gli stakeholder locali pubblici e privati.
A tal proposito, sarebbe opportuno valorizzare i dati già in possesso degli enti del territorio, finora scarsamente integrati tra loro. Inoltre sarebbe opportuno stilare nelle previsioni la mappatura delle informazioni raccolte dai Comuni, dagli Enti gestori, delle organizzazioni datoriali, delle funzioni socio-assistenziali, dall’Asp, dall’Ufficio Scolastico Territoriale così come quelle di Caritas, e di rappresentanza sindacale, degli Enti del Terzo Settore. Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta anche ai dati di livello provinciale raccolti e messi a disposizione da istituti statistici e di ricerca europei, nazionali e regionali.
L’altro principio operativo della Consulta dovrebbe essere rappresentato dalla conformità agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il lavoro della Consulta dovrebbe adottare la visione di lungo periodo che è alla base del futuro che può e deve essere sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico.
La Consulta delle Associazioni di categoria rappresenterà, per Siracusa e provincia, un fondamentale punto di arrivo ma anche di partenza: il lavoro di selezione e di raccolta degli indicatori che si dovrebbe concretizzerà in un documento strategico per il territorio e di grande valore dal punto di vista della ricerca. Bisogna però riconoscere che il Rapporto dovrebbe segnare solo una prima tappa della Consulta: non essere possibile, per ragioni organizzative o di ordine pratico, rilevare alcuni degli indicatori selezionati inizialmente e in molti casi i dati attuali che non registrano ancora gli effetti sociali, economici e demografici.
La Consulta delle Associazioni di categoria sotto l’egida del Presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale sicuramente avvierà con la collaborazione di tutti la costruzione di solide basi per poter affrontare problemi complessi con un approccio efficace e poter disporre di strumenti e metodologie di osservazione che sostengano le scelte e i processi decisionali delle organizzazioni pubbliche e private del territorio.
E’ tempo della riscossa della società civile siracusana?
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