La vittoria in questo mondo non appartiene a chi ragiona meglio, ma a chi vuole meglio. La crisi d’identità politica e sociale a Siracusa ha vanificato anni di progressi economici e sociali e messo in luce le carenze strutturali dell’economia aretusea. Inoltre il territorio ha perso le sfide a lungo termine quali quelli della Camera di Commercio, dell’aeroporto Fontanarossa dove deteniamo il 25% delle quote societarie della SAC, Siracusa non ha alcun rappresentante nel Consiglio di Amministrazione, quando perfino la provincia di Caltanissetta ha, inspiegabilmente, un proprio rappresentante; la Banca d’Italia, la ferrovia, il sistema portuale, la riorganizzazione ospedaliera DEA di II livello, le nomine ai vertici delle Aziende sanitarie, eccetera. Ora è arrivato, finalmente, il momento di dire basta a coloro i quali hanno approfittato dello stato di debolezza politico-sociale della quale sta attraversando Siracusa.
Basta alla spirale negativa è stato detto finalmente a chiare lettere nella giornata di martedì scorso quando la delegazione Siracusana compatta e coesa come non mai, ha piantato alla Regione il paletto della vittoria sulle ZES, aree «Zone Economiche Speciali». A Palazzo d’Orleans le previsioni incerte della vigilia sono state ribaltate e il territorio Siracusano fortemente coeso ha ottenuto il risultato con 699 ettari di Zes di cui 146 in tre aree del capoluogo: a Targia, sulla Statale 124 verso Floridia e a Santa Teresa Longarini.
Si era partiti timorosi con la possibilità minima di 67 ettari con la felicità degli sciacalli regionali catanesi e ragusani. Una vigilia negativa però pian pianino tutti uniti con un solo discorso basato sulla crescita e sullo sviluppo con la voglia di portare a casa un risultato con ricadute finanziarie per dare una svolta al territorio era quello auspicabile.
Le Zes, zone economiche speciali, con fiscalità di vantaggio e scorciatoie autorizzative della Sicilia orientale nei piani della Regione prevedeva il 58% a Catania e la rimanente parte agli altri, l’8% a Siracusa (269 ettari).
Nella ripartizione la delegazione Siracusana si rende conto di essere un fanalino di coda alla luce soprattutto che sul loro territorio insiste il porto Core di Augusta, tenuto conto nell’Ue le Zes furono inserite esclusivamente per le aree dei porti Core.
La delegazione siracusana era composta dal presidente di Confindustria Diego Bivona, dai sindaci: di Siracusa, Francesco Italia; di Melilli, Giuseppe Carta; di Augusta, Cettina Di Pietro; e Gianpaolo Miceli della Cna, ed Enzo Rindinella, Presidente di Confcooperative Sicilia. Non è merito del singolo, in questo caso del sindaco Italia peraltro non molto addentrato sulle Zes, dato che il tema è stato seguito dal dimissionario assessore alle attività produttive, Fabio Moschella, che ha partecipato con attività e costanza agli incontri in Confindustria Siracusa con la presenza dello stesso Turano. Si è sentita la presenza coesa attraverso i contatti di tutti deputati regionali e nazionali della compagine aretusea.
Una discussione intrapresa con l’assessore regionale Mimmo Turano che è durata oltre 7 ore: dalle 11 del mattino fino alle 18 del pomeriggio, con carte alla mano e tabulati del presidente di Confindustria Siracusa Diego Bivona, rimanendo solo attorno al tavolo, con l’assessore regionale Turano e il sindaco di Siracusa Francesco Italia. Alla fine dopo un tira e molla si è riesciti a portare a casa un risultato pregevole d’integrazione ad una forza d’urto quella dell’unione messa in campo per la prima volta della delegazione Siracusana della compattezza e coesione che se usata sempre alla Regione potrebbe attrarre investimenti impensabili per migliorare sensibilmente il nostro territorio.
Come non pensare al «Patto di Responsabilità Sociale» di Siracusa che è un elemento vincente per la competitività del territorio e delle imprese e si impegna per promuoverla all’interno e all’esterno della sua organizzazione attraverso un processo di impegni concreti.
Il «Patto di Responsabilità Sociale» di Siracusa è un elemento vincente per la competitività del territorio. Il manifesto elaborato da Confindustria Siracusa ha un valore fondamentale sul tessuto produttivo locale in questo momento fortemente deficitario.
Partendo dal Patto di Responsabilità Sociale per Siracusa e dalla felice intuizione di creare coesione sociale tra diversi portatori di interesse politico e privato per puntare ad uno sviluppo sostenibile del territorio.
Oggi bisogna affrontare uno scenario nuovo rispetto al passato che richiede un ripensamento del modello di sviluppo che punti sull’innovazione e la sostenibilità all’interno di un sistema in grado di creare valore condiviso per tutti. E’ in questo contesto che Confindustria considera la Responsabilità Sociale un elemento vincente per la competitività del tessuto sociale produttivo e si impegna per promuoverla all’interno e all’esterno della sua organizzazione attraverso un processo di impegni concreti. Oggi il successo dell’impresa è strettamente connesso e condizionato dal territorio in cui opera. Il sostegno alle comunità, la collaborazione tra impresa, i fornitori, i clienti, le Istituzioni, la promozione culturale e del territorio costituiscono variabili che entrano in diritto nelle politiche aziendali e diventano nuove leve che influenzano l’economia. Non compensazione quindi né tantomeno beneficienza ma utilità di una impresa che attraversa il dialogo con le comunità di appartenenza, crea valore condiviso ed aumenta la sua capacità di fare business, quindi coesione come è avvenuto con le ZES e Patto di Responsabilità Sociale per Siracusa.
Come non pensare il «Libro Bianco sul Turismo» elaborato nell’ambito delle attività del Patto di Responsabilità Sociale, è stato oggetto del convegno di presentazione presso un noto hotel in Ortigia. Ma ancora lontano per la messa in pratica.
Alle sessantadue sigle tra organizzazioni di categoria, sindacati, ambientalisti, ordini professionali, sistema scolastico, terzo settore, CCIAA ed ADSP che hanno condiviso il metodo della conoscenza e competenza per creare in provincia di Siracusa un clima di coesione sociale e di condivisione di obiettivi per lo sviluppo del territorio si è aggiunto un soggetto istituzionale importante qual è la Sovrintendenza di Siracusa che ha fatto sapere di condividere il progetto e di sottoscrivere un protocollo d’intesa con il Patto.
«Viene il turista e deve trovare soprattutto una cultura dell’accoglienza, afferma il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, perché questo è un territorio che non è abituato ad accogliere flussi turistici, quindi la cultura dell’accoglienza parte innanzi tutto dalla formazione dei giovani. Se vogliamo che il turista ritorni lo dobbiamo fare andare via da qui contento, soddisfatto, perché è la migliore propaganda rispetto a tutti gli altri mezzi in quanto porta la sua esperienza positiva e la diffonde a tutti gli altri la fidelizzazione.
L’importante è stare attenti a questa cultura dell’accoglienza perché questa è la strada per consolidare le presenza e fidelizzare il turista». Sono fondamentali i servizi. La realtà a quello che noi diciamo viene data dal trend negativo del 2019 dove il turismo ha subito un tracollo verticale. E non dobbiamo attendere le disgrazie di altri Paesi in guerra per attivate un processo produttivo sul turismo. La riapertura delle frontiere nel Nord dell’Africa, in Egitto e in Turchia, in particolare, incoraggia i turisti stranieri a prediligere quei luoghi a prezzi accessibilissimi.
Ed ecco che il «carrozzone» grezzo e per certi versi ignorante che sorregge il nostro turismo si è fermato per la forte carenza formativa sull’accoglienza e la scadente qualità dell’offerta. Sono inutili le lacrime di coccodrillo. Basta associazioni improvvisate, di gente sapientona che dura il tempo di una stagione politica, occorre affidarsi a gente competente professionalmente così come la stesura del «Libro Bianco sul Turismo» elaborato nell’ambito delle attività del Patto di Responsabilità Sociale.
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