Vi siete mai chiesti perché quando si parla di credere o non credere ci si riferisce automaticamente alle religioni? Eppure nella vita di tutti noi ci sono tanti valori in cui credere o non credere, per esempio l’amore, l’amicizia, la bellezza, la felicità… ma nessuno di questi è oggetto di discussione, di scontri, e perfino di guerre come e quanto, invece, lo sono state e continuano ad esserlo le religioni.
Ma aallora perché l’intero genere umano è così appassionatamente diviso fra credenti e non credenti? Evidentemente le religioni contengono un elevato tasso di potere fortemente temporale.
Chi sono dunque i non-credenti? Per scoprirlo bisogna entrare nel multiforme mondo dell’incredulità, un mondo dove si è liberi di fare le proprie scelte perché i non-credenti non devono risponderne a nessun ministro di culto, non devono confrontarsi con le dottrine religiose e sono del tutto indifferenti agli ipotetici tribunali ultraterreni con il loro ipotetico corollario di premi e di castighi.
Ecco perché si può tranquillamente affermare che l’eterogeneità dei non-credenti esiste nella misura in cui gli ateismi e gli agnosticismi sono tanti quanti sono gli atei e gli agnostici. Ciò che li unisce è soltanto il non credere nell’esistenza, poiché indimostrata e indimostrabile, di un qualsivoglia essere sovrannaturale. Difatti, avendo rinunciato alle svariate morali imposte dalle religioni, i non-credenti la propria visione etica, atea, agnostica o scettica che sia, devono costruirsela e assumersene la responsabilità.
Ma quanti sono i non credenti? Di sicuro sono nell’ordine dei milioni ma non è facile saperlo con esattezza perché le statistiche fanno fatica a identificarli a causa delle innumerevoli categorie create proprio dai sondaggisti. In altre parole, occorrerebbe capire la differenza tra un generico non-credente, un ateo, un agnostico, uno scettico, un non-religioso, un a-religioso, un miscredente, un umanista, un razionalista, un senza-dio e un anticlericale. Ma proprio facendo riferimento a questo singolare glossario, è stato possibile calcolare che almeno un sesto della popolazione mondiale (e almeno un decimo di quella italiana) non si riconosce in alcuna religione. E la diffusione di questo dato è stata raggiunta proprio perché le religioni hanno sempre disprezzato, perseguitato e ucciso i non-credenti come infidi e pericolosi malfattori. “Sono corrotti, fanno cose abominevoli” dice infatti la Bibbia. Quali cose non è dato sapere. E, sempre nella bibbia, Giovanni Battista li minaccia apertamente: “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio incombe su di lui”.
Dal canto loro, i non-credenti hanno argomenti a iosa per criticare le religioni ma le loro critiche non sfociano mai nella violenza, ciononostante trovano spazi mediatici con grande difficoltà, giacché sono poche le testate che danno informazioni sul denaro, le proprietà, i commerci, gli abusi, i delitti, gli scandali delle religioni. Eppure la miscredenza è sempre esistita perché sono sempre esistite le persone che non credono nel soprannaturale. Persone comuni e persone famose nei diversi campi dello scibile umano, che spaziano dalla semplice indifferenza all’ateismo conclamato, da Epicuro a Kant, da Albert Einstein a John Lennon, a Charlie Chaplin, alla regina Elisabetta I d’Inghilterra, alla nostra Rita Levi Montalcini e così via: l’elenco è lunghissimo e comprende ben 55 premi Nobel. Per non parlare dei miscredenti creativi la cui creatività si esprime in mille modi, dalle poesie alle canzoni, alla cinematografia, all’umorismo, e soprattutto alla scrittura che annovera firme di fama mondiale come Albert Camus e Oriana Fallaci. I non-credenti hanno una grande passione per la cultura e il civile confronto tra di loro e con i credenti di tutte le religioni. Difatti l’Uaar, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (di cui parleremo in un prossimo servizio) ha creato un gruppo fb e un forum dove è possibile inviare e leggere messaggi sui temi dell’ateismo e della laicità. Tutto ciò malgrado, i politici italiani continuano a discriminare e svalutare in non-credenti ignorando i loro molteplici impegni a servizio della società civile, primo fra tutti l’impegno per l’affermazione concreta della laicità dello Stato, dichiarata nella Costituzione ma di fatto non applicata.
Qui di seguito una nota dell’Uaar: La discriminazione verso gli atei, detta ateofobia, comprende la violazione dei diritti e la persecuzione delle persone irreligiose e non credenti, cioè dalla loro negazione esplicita di una o più fedi religiose, o dalla loro mancata adozione di qualunque credenza legata al soprannaturale. Generalmente i non-credenti sono soggetti a persecuzioni e discriminazioni in Paesi con un alto livello di religiosità, dove sono presenti lobby e/o istituzioni religiose potenti, o dove comunque la religione ha un rilievo particolare per l’ordine costituito.
Nelle democrazie costituzionali la discriminazione giuridica contro i non-credenti non esiste, ma alcune associazioni laiche e umaniste, specie negli Stati Uniti, come l’International Humanist and Ethical Union e l’Atheist Alliance International, due ONG riconosciute dalle Nazioni Unite che monitorano lo stato e le violazioni dei diritti umani delle persone non-credenti in ogni Paese del mondo, hanno contestato leggi e regolamenti discriminatori o lesivi nei confronti delle persone non-credenti.
In totale sono 13 i Paesi nel mondo (fra cui Afghanistan, Iran, Iraq, Nigeria, Arabia Saudita, Pakistan e Somalia) dove l’ateismo o la non-credenza costituisce un reato punibile con la condanna a morte.
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