«Oggi è bello fermarci a guardare la Madonna e a parlare di Lei. Questo significherà per tutti noi, certamente, un passo in avanti verso il Signore e, di conseguenza, un passo in avanti nella nostra vita cristiana, nella nostra vita di fede», così mons. Francesco Lomanto nella sua omelia per il capitano Sebastiano Russo, il quale era devoto alla Madonna delle Lacrime, in quanto la Madonna è colei che si oppone al peccato e al male, sempre, in ogni sua forma, in ogni suo grado.
La Madonna è Colei che è senza peccato. In che modo la Madonna Immacolata ci porta a Gesù? Ci porta a Gesù perché, quando guardiamo Lei, scopriamo ancora una volta che la nostra vita è piena e bella nella misura in cui è capace di opporsi, senza condizioni, al peccato e al male. Guardando la Madonna riscopriamo che la vera bellezza e la vera gioia della vita è la grazia, cioè la vita di Dio donata a noi».
Nella basilica del Santuario gremita in ogni ordine e grado, i fedeli, amici e conoscenti, hanno pregato per l’uomo giusto, per il capitano Russo. L’uomo dal cuore nobile. Nel libro della Genesi (cf 3, 9-15.20). Si racconta l’inizio della vicenda umana, una vicenda insieme bella e drammatica. Bella, straordinariamente bella, perché iniziata in un rapporto di amore tra Dio e l’uomo. Ma anche drammatica, perché questo rapporto si è infranto a motivo del peccato dell’uomo.
Sebastiano Russo, 47 anni, capitano dei carabinieri, in servizio al comando provinciale di Siracusa, in qualità di comandante del Nucleo Informativo. L’ufficiale è scomparso a causa di una brutta patologia, con cui lottava da tempo, solo che, nelle ultime settimane la sua condizioni si è aggravata fino all’epilogo drammatico. Con il capitano ci sentivamo un giorno si e l’altro anche, non conoscevamo festività. Una eccellentissima persona amabile. Lascia la moglie Francesca e due meravigliosi figli piccoli che dinanzi al carro funebre invocavano il loro papà tra il cuore straziante e le lacrime dei presenti.
Nativo di Enna, il capitano Sebastiano Russo era entrato nell’Arma nel 1998 prestando i primi servizi in provincia di Reggio Calabria; dal 1999 al 2001 ha frequentato il corso biennale per Allievi Marescialli, per essere impiegato prima presso il Comando Provinciale di Milano e, successivamente, dal 2007 al 2011, all’ufficio Pubblica Informazione del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e, fino al 2015, presso lo Stato Maggiore della Difesa di Roma. Dopo aver frequentato il 55° corso applicativo per Ufficiali del ruolo speciale dell’Arma dei Carabinieri, ha ricoperto l’incarico di Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile delle Compagnie di Vicenza e dal 2016 di Alcamo. È stato quindi chiamato, nel 2019, al comando del Nucleo Operativo e Radiomobile di Noto.
Grazie, caro Sebastiano, per il tuo essere stato faro che illumina le tenebre dell’egoismo in cui precipita la nostra società, e in cui spesso precipitiamo noi; grazie per il tuo essere stato luce di speranza, anche fino al tuo sacrificio, fatto per amore dei giusti e degli ingiusti, per amore dei giovani che, come gli occhi dei tuoi amati figli hanno appreso il tuo amore, che sono la speranza di futuro dell’umanità.
Continua a sostenere la speranza dei tuoi cari, perché sentano ogni giorno teneramente vicino te e operante la fecondità del dono della tua vita, come quello di Cristo. Continua a sostenere la speranza dei tuoi colleghi e amici, di tutti gli uomini delle Istituzioni, perché abbiano la forza di lottare come te per il «bene comune», senza protagonismi o proclami, ma nella dedizione silenziosa, costante, amorevole.
E continua a sostenere la speranza della nostra comunità, della Chiesa tutta, particolarmente chiamata a sostenere il nostro amato territorio in quella «vocazione alla pace» che essa può meglio comprendere anche grazie al dovere e alla fedeltà, al sacrificio e all’amore di carabinieri, di militari, di uomini come te. La lettura di commiato è stata tenuta dal nuovo colonnello Dino Incardone. Alla cerimonia erano presenti le più alte cariche delle istituzioni tra cui il colonnello Gabriele Barecchia, il colonnello della Guardia di Finanza, Lucio Vaccaro ed altri ufficiali dell’Aeronautica, dei Vigili del Fuoco e della Polizia di stato.
Al termine è stata letta la preghiera del Carabinieri alla Virgo Fidelis, l’inno a Maria fatto proprio dall’Arma fin dal 1949 è un richiamo all’amore per Dio e per la Patria.
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