Il polo industriale siracusano, notoriamente tra i più importanti d’Europa (12,2 miliardi di euro di fatturato nel 2018, equivalente al PIL prodotto da una piccola/media nazione europea), è caratterizzato da una serie di stabilimenti del settore energetico strettamente interconnessi tra loro, incluse tre grandi raffinerie e due stabilimenti per la produzione di prodotti chimici, che attraversano oggi uno stato di crisi che non ha avuto uguali nella storia di quest’area.
La crisi del settore, già in corso in base a fattori di mercato, si è infatti pesantemente aggravata a seguito della pandemia Covid-19, che ha causato un brusco e rilevante crollo dei consumi di idrocarburi, come conseguenza dello stop di aerei e navi e della drastica riduzione del traffico circolante, nonché della contrazione dell’industria manifatturiera.
Tale situazione sta ponendo in seria difficoltà la capacità di sopravvivenza delle aziende del polo industriale, costringendole, quantomeno, a rivedere i propri piani di sviluppo nell’area.
Il rischio principale per l’immediato futuro deriva dalla stretta interconnessione oggi esistente fra le diverse aziende del polo, tale che, nel caso in cui anche solo una di esse dovesse decidere di interrompere l’attività produttiva, tale decisione avrebbe rilevanti ed immediati riflessi sulle altre e sull’economia dell’intero polo industriale (le raffinerie forniscono la materia prima agli impianti chimici, assorbono la maggior parte della produzione degli impianti elettrici e di gas tecnici, generando inoltre la parte più rilevante del traffico navale dei porti di Augusta e Siracusa).

In questo contesto, per supportare tali aziende, che dal periodo del lockdown ad oggi non hanno fatto mancare alle comunità i loro prodotti di prima necessità, dai combustibili per autotrazione ai prodotti per la detergenza, all’energia elettrica come servizio di pubblica utilità, nonostante abbiano lavorato anche in perdita, e non sono state coinvolte in alcun programma di ristoro o agevolazioni economiche, si rendono necessari provvedimenti straordinari da parte del Governo Nazionale e Regionale, al fine di ridare loro fiducia e di incentivarle a riprendere la politica degli investimenti, e di rendere attrattivo lo stesso territorio per nuove iniziative imprenditoriali.
Ciò anche alla luce del fatto che il processo di “decarbonizzazione” (ovvero della riduzione progressiva della produzione di CO2 dovuta ai consumi energetici) è già iniziato ma si completerà nell’arco di alcuni decenni, così come confermato dagli studi scientifici a riguardo, ed in relazione al continuo evolversi degli scenari economico-politici. Pertanto, a nostro parere, il processo va governato, pianificato e reso compatibile con i volumi dell’economia, in maniera realistica, trasparente e realmente sostenibile.
È stato stimato che la domanda di combustibili tradizionali continuerà ad aumentare fino al 2035/2040 in conseguenza del crescente fabbisogno energetico e, in base a tale dato, cresce la consapevolezza che per gestire questa transizione è necessario continuare a produrre dal fossile, ma in maniera sempre più sostenibile. Anche il PNIEC 2030 si pone come obiettivo quello di realizzare una nuova politica energetica, che assicuri la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale e che accompagni tale transizione. In questo scenario l’area industriale siracusana continuerà a ricoprire un ruolo strategico, operando già oggi, e ancor più in futuro, in un’ottica di miglioramento continuo nel rispetto per l’ambiente, la salute e la sicurezza delle persone.
In base a quanto premesso, si ritiene siano da incentivare e promuovere, in particolare:
1) Interventi di miglioramento energetico e produttivo, aventi l’obiettivo di:
a. migliorare l’efficienza energetica dei processi, con conseguente ottimizzazione dei
consumi energetici e riduzione delle emissioni di anidride carbonica;
b. migliorare la resa delle raffinerie e degli stabilimenti chimici, mirando anche alla
realizzazione di prodotti alternativi di alta qualità.
2) Un possibile progetto di significativa riconversione del ciclo produttivo mediante la realizzazione di un impianto per la produzione del metanolo partendo da asfalto:
a. tale progetto, operando di fatto una decarbonizzazione del residuo pesante della lavorazione del petrolio, permetterà la produzione di un prodotto chimico che può essere considerato un “e-fuel” (combustibile verde) in prospettiva futura;

b. l’impianto sarà inoltre dotato di una sezione per il recupero e stoccaggio dell’anidride carbonica e garantirà, anche, una riduzione dell’anidride carbonica prodotta da ISAB di circa il 30 per cento (pari a più di un milione di tonnellate/anno di anidride carbonica).
3) Un progetto per la realizzazione di un impianto “peaker” per la produzione di energia elettrica, in grado di sostenere la stabilità della rete elettrica siciliana in considerazione del crescente contributo delle fonti rinnovabili non programmabili per la copertura del fabbisogno di energia elettrica della Regione.
4) Progetti di transizione energetica classificati secondo le seguenti categorie di pari rilevanza:
a. progetti di riconversione basati sulla produzione di idrogeno e syngas “verde” o “blu”, sull’utilizzo di energia verde e sull’impiego di Low Carbon Liquid Fuel (LCLF), questi ultimi già prossimi alla maturità tecnologica, alla sostenibilità economica e con forte
impatto positivo sull’ambiente;
b. progetti di transizione, basati su ammodernamenti sostanziali del processo produttivo e di
asset esistenti, quali, ad esempio, l’adozione di tecnologie “Molex” per l’estrazione delle paraffine, che possono portare fino ad un abbattimento del 15-20% dei consumi energetici, della CO2 prodotta e degli inquinanti convenzionali quali NOx, SO2, etc.
c. progetti per la riduzione dell’impatto ambientale sul territorio, quali l’incremento dell’uso di dispositivi elettrici alimentati ad energia verde, attività volte al contenimento delle emissioni convogliate e diffuse, progetti mirati alla riduzione dell’uso delle risorse idriche o al riutilizzo scarti di lavorazione in ottica di economia circolare.
5) Progetti di investimento a cura dell’IRSAP, socio di maggioranza di IAS (Industria Acque Siracusane), per l’attuazione di un programma di “continuous improvement” e di riqualificazione ambientale dell’impianto, tenuto conto del particolare servizio che svolge per il territorio e per le aziende del polo industriale siracusano.
A supporto degli investimenti privati dovrebbero essere messe in campo misure di incentivazione quali:
1) Interventi a supporto del “pay back” degli investimenti finalizzati alla produzione di e-fuel. Ciò potrebbe avvenire mediante un meccanismo di “price support” di un nuovo prodotto “green”, quale ad esempio il metanolo o l’idrogeno “verde” o “blu”, in linea con i meccanismi già realizzati in passato, ad esempio, a supporto delle produzioni di “energie rinnovabili” o, in alternativa, potrebbero essere previste forme di detassazione sulle medesime produzioni.
2) Interventi di detassazione della Anidride Carbonica prodotta da processi green.
3) Interventi di supporto diretto in conto capitale (CAPEX) da spendere per progetti di rilancio, riqualificazione e sostenibilità dei siti industriali. Si chiedono, specificamente, strumenti di finanziamento e di supporto che non siano soggetti ai limiti previsti dalla normativa sugli aiuti di stato in base all’art. 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Se, indipendentemente dallo strumento o dagli strumenti di finanziamento disponibili ed utilizzabili, gli interventi di sostegno non potessero superare i suddetti limiti, potrebbe risultare molto complicato procedere verso una transizione che non sconti forti criticità sociali e possibili forti problematiche di ordine pubblico.
4) Interventi di supporto alla redditività della produzione di energia elettrica da IGCC e da CCGT, attualmente fortemente penalizzata dallo scenario di mercato, al punto da renderla non redditiva. Ciò potrebbe essere sostenuto mediante applicazione del concetto di “essenzialità” alla produzione dell’energia elettrica del complesso IGCC di Isab-LUKOIL, sia essa da metano o da asfalto, e del CCGT di ERG Power. Tale meccanismo, che consentirebbe l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica in grado di sostenere la stabilità della rete elettrica siciliana, è già stato attuato in passato per tutta la regione Sicilia nell’ambito del Decreto Competitività del 2014.
5) Confronto sulla Sostenibilità. Da anni le aziende del polo industriale siracusano investono in sostenibilità ambientale, oltre ad un rinnovato rapporto con il territorio e le comunità locali. L’obiettivo delle imprese è già da diversi anni quello di operare in maniera etica e consapevole, seguendo gli indirizzi del programma dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che ha fissato i 17 Sustainable Developments Goals (SDGs) per rispondere alle più grandi sfide del futuro dell’umanità. In particolare, seguendo gli obiettivi 6, 7 e 12 sul rispetto dell’ambiente, nel decennio 2010-2020 le imprese hanno migliorato in modo sostanziale le performance ambientali ponendo l’Ambiente come valore e obiettivo primario e non come mero vincolo normativo. È necessario che la politica avvii un confronto su questo importante tema senza preconcetti derivanti da una obsoleta impostazione in sede regolatoria e legislativa.
6) Nuova centralità delle Conferenze di Servizi, che possono fungere da camera di compensazione, sia per evitare lungaggini burocratiche, sia per trovare intese pubblico – privato sulle soluzioni tecniche. Spesso però vengono percepite dalla parte pubblica come un obbligo da assolvere, senza una reale volontà di ascolto, arrivando con soluzioni predeterminate, senza un approfondimento del merito delle questioni.
7) Ridiscutere il vincolo paesaggistico nella zona industriale. Mantenendo i livelli di tutela dell’ecosistema, introdurre un confronto con la parte pubblica su una concezione non solo conservativa del vincolo paesaggistico, dando anche un nuovo impulso ad Enti oggi dormienti, quali ad esempio l’IRSAP. Ciò soprattutto a fronte di un non rilevabile o significativo risultato in termini di tutela ambientale, che spesso blocca qualsiasi progetto venga proposto.
8) Un’urgente azione dell’Assessorato Regionale delle Attività Produttive nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare la stipula dell’accordo con il settore della raffinazione e della bioraffinazione, finalizzato alla promozione degli investimenti da parte delle imprese operanti in tale settore per la realizzazione di iniziative volte agli obiettivi della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile mediante l’utilizzo di quota parte delle risorse derivanti dal gettito delle accise e dell’imposta sul valore aggiunto, come previsto dalla Legge nazionale di bilancio 2021, recentemente approvata.
Un supporto di questo tipo garantirebbe la solidità industriale degli investimenti strategici, garantendone quindi la sostenibilità di medio termine nel rispetto degli obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione, fissati sia nel PNIEC che nelle linee guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, così come quelli fissati nello “European Green Deal”.
Confidiamo nella comprensione da parte di codesta Amministrazione dell’attuale grave momento di crisi attraversato dal polo industriale siracusano e auspichiamo che sia possibile definire insieme un’efficace strategia per il rilancio dell’intero comparto industriale nella nostra Regione ed intervenire, cogliendo i superiori suggerimenti, per integrare le gravi carenze che, a nostro parere, pregiudicano le legittime aspirazioni di sviluppo del nostro territorio, consentendoci, fra l’altro, di approfittare di quello che è da considerarsi un momento unico in ogni senso, in considerazione dei finanziamenti disponibili nell’ambito del Recovery Fund.
Nel medio e nel lungo termine, il viaggio verso la Sostenibilità potrà portare a insediamenti compatibili dal punto di vista ambientale, in linea con gli obiettivi della transizione energetica al 2050, incrementando contestualmente l’occupazione e consentendo una crescita di valore le cui ricadute interessino l’intero Territorio. A tal fine ci appelliamo alla ragionevolezza di chi è anche responsabile di tutelare gli interessi della Sicilia nei confronti del Governo nazionale, perché ci consenta di uscire più forti da questa crisi e di non doverci rammaricare dell’ennesima occasione mancata.
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