Con l’estate ormai alle spalle, la città si avvia mestamente a riprendere il ritmo grigio di sempre, con il ritorno a lavoro e tra qualche settimana riaprono le scuole, i siracusani si devono scontrare con una dura realtà, fatta di disorganizzazione dell’Amministrazione e di mancata comunicazione da parte delle istituzioni in ordine ai lavori stradali sperimentali che stanno bloccando e rallentando la vita di tutti giorni.
Le nuove rotatorie, iniziati in coincidenza con la riapertura delle scuole e con la ripartenza del normale ritmo cittadino, stanno creando disagi ai residenti, ai commercianti e tutti coloro che transitano in quelle zone per andare da Nord a Sud. Tutti, senza distinzioni, si ritrovano incolonnati e ‘in ostaggio’ del traffico lungo delle vie sperimentali della nostra città, perdendo prezioso tempo e salute in quanto l’aria diventa irrespirabile.
Dopo il disastro delle Piste ciclabili, mal progettate e pericolose, da qualche settimana invece assistiamo alla sperimentazione delle nuove Rotatorie tra corso Gelone ed i viali Teracati e Paolo Orsi, nonché vie limitrofe. Non v’è dubbio che siano stati sbagliati i tempi e i modi nella programmazione dei lavori, che avrebbero potuto essere eseguiti in orario notturno, dove possibile, e nel periodo estivo appena trascorso.
Settembre vede l’inizio del nuovo anno scolastico e gli istituti aretusei che non sono un vanto strutturalmente per Siracusa, il corpo docente preparato e attento alle sensibilità degli alunni, che per la preparazione dei nostri ragazzi. Problemi atavici strutturali.
L’auspicio è che affrontino al meglio le sfide del nuovo anno, sia di carattere culturale, sia per quanto riguarda le belle e molteplici iniziative extrascolastiche anche a difesa dell’ambiente che ci trovano perfettamente d’accordo per una città più bella, più vivibile e più pulita, ma nutriamo dei dubbi
Molti sono i disservizi che ci attendono. Anche per questo, siamo pronti e a fianco dei cittadini, pronti ad ascoltare le loro necessità e affrontare con loro possibili soluzioni soddisfacenti ai nuovi e vecchi problemi e alle nuove sfide che la nostra comunità è chiamata ad affrontare.
Crediamo che la domanda ponga uno degli interrogativi più discussi nella vita siracusana: come affrontare il calo dell’entusiasmo nel tempo? Forse licenziando l’Amministrazione dal Vermexio. Come?
• Dimissioni volontarie del sindaco;
• Sfiducia in Consiglio comunale (deve avvenire dopo 24 mesi ed un giorno dall’elezioni);
• I consigli comunali possono essere sciolti nel caso di dimissioni di oltre la metà dei consiglieri (ultra dimidium), ma anche qui devono trascorrere per legge 24 mesi ed un giorno dall’insediamento del sindaco.
• Per infiltrazioni mafiose, come è avvenuto in provincia: Augusta e Pachino.
La città è in ginocchio, Siracusa vive un profondo malessere generale, l’attenzione delle politiche pubbliche al fenomeno delle aree di degrado urbano che ha seguito le evoluzioni della città nella storia.
Siracusa accusa la malattia degenerativa del proliferare di aree urbane marginali delle grandi città dove non sono state adottate azioni volte a rivitalizzarle e a recuperarle: nei centri urbani maggiori le grandi funzioni di rango elevato (centri commerciali, centri di divertimento, alta formazione, attività finanziarie, centri sanitari, ecc. provenienti da aree limitrofe come Città Giardino) sono diventate elementi catalizzatori di mobilità, di nuove urbanizzazioni, di occupazione.
Ma Siracusa ha molto da reinventarsi nei prossimi anni per le aree urbane marginali sviluppatasi negli anni novanta come Mazzarrona, Tivoli, Pizzuta, Tremilia, Contrada Isola e derivati, Arenella, Fanusa e prim’ancora Ognina e Fontane Bianche. Il prossimo sindaco di Siracusa deve guardare molto all’integrazione territoriale come non hanno fatto i suoi predecessori, ad iniziare con le frazioni di Belvedere e Cassibile, isolate e sofferenti di servizi.
A Siracusa non devono esistono cittadini di serie B, come le periferie decentrate in cui abitano. La città va riconsiderata nel suo complesso, decoro e sicurezza vanno garantite al centro così come ai margini del suo perimetro urbano.
Il prossimo sindaco, che eredita una città distrutta, deve essere un gladiatore nella mente e nel cuore, un trascinatore di popolo, una persona che è nata per vincere e vive di comunicazione; coinvolgendo tutti. No demagoghi e filosofi, ma pragmatici che devono risolvere questioni incancrenite nel tempo, nell’interesse della città. Finiamola con le piccole nomine politiche, con i piccoli uomini, occorre guardare nel sociale con curriculum in mano.
Basta con i sindaci mediocri che sono come gli struzzi con la testa sotto la sabbia per non vedere che manca all’appello l’asset Asili nido (carenti) dalla gara igiene urbana insoddisfacente, servizio trasporti inesistenti, il risultato è sotto gli occhi di tutti; servizio idrico con la rete colabrodo; le ferrovie hanno isolato Siracusa; collegamento con Fontanarossa mai esistito e poi si parla di turismo (fai-da-te) senza un valido progetto; inesistente il piano commerciale; i progetti di sviluppo ZES-SIN; il Piano Urbano della Mobilità; PPO e PRG scaduti; il porto di Siracusa incompleto; l’area artigianale inesistente; la spada di Damocle sul nuovo Ospedale; i Servizi alla collettività; le Periferie come detto sempre più isolate; le Strade colabrodo; il libro bianco sul Turismo; l’Industria e l’Agro-alimentare. La Protezione civile merita un capitolo a parte. Scusate, non credete che sia un fuoco di sbarramento? Mentre la vicina Catania vola alto. Niente di personale con nessuno ma solo nell’interesse di Siracusa, occorre svegliare le coscienze dei cittadini con l’«elettroshock».
E’ la fine. Siracusani pronti al suicidio collettivo per una classe politica e manager inesistenti, magistralmente imbecilli. Il tempo corre e supera tutti gli ostacoli che noi ci frapponiamo. Un errore imperdonabile che il tempo oggi ci presenta il conto: ultimi sulla Qualità della Vita e su tutti.
L’evento del G7
Agricoltura e Pesca
Siracusa (capitale dell’isola fino all’«800» prima della sconfitta degli Arabi) si appresta ad ospitare dal 21 al 29 settembre in Ortigia il «G7 Agricoltura e Pesca», un summit che riunirà nel cuore di Siracusa i rappresentanti di Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito, assieme a quelli di nove Paesi africani, in linea con il Piano Mattei del governo nazionale.
«La Regione Siciliana – dichiara il presidente Renato Schifani – è profondamente onorata di ospitare questa importantissima iniziativa internazionale, un evento che evidenzia l’importanza strategica della nostra Isola come fulcro di dialogo e cooperazione tra gli Stati. Siracusa si conferma protagonista non solo come terra di storia e cultura, ma anche come punto di riferimento per l’innovazione e la sostenibilità in ambito agroalimentare.
Per Siracusa è stato un bel colpo, non c’è dubbio, grazie al mirabile Luca Cannata, vicepresidente della V commissione Bilancio, Tesoro e programmazione alla Camera e al Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: Siracusa internazionale si tratta di un evento che non può essere sottovalutato per rilanciare con il prossimo sindaco la città in una nuova orbita di sviluppo.
Ricordiamo che lo scorso settembre 2023 l’incontro Bilaterale tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente della Repubblica Federale di Germania Frank-Walter Steinmeier e il ritorno del presidente Mattarella a Siracusa per la terza volta in 5 anni che ha sancito la validità della città di Archimede per incontri di scenari internazionali importanti.
Repetita iuvant che Siracusa ha ospitato nel 2009 il G8 Ambiente, vertice dei ministri dell’Ambiente che si apriva significativamente in quella che veniva celebrata in 174 paesi del mondo come la «Giornata mondiale della terra» da quando, il 22 aprile del 1970, 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una spettacolare dimostrazione a favore della salvaguardia dell’ambiente. Il G8 Ambiente si svolse presso il castello Maniace e fu presieduto da un’altra siracusana, la nobile Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Ancora oggi il siracusano stenta a conoscere sé stesso socratico è il miglior consiglio che si possa dare a un uomo che voglia evitare il fallimento in un conflitto interiore che lo consuma, lo logora e lo distrugge con un sindaco incapace e superficiale. Occorre la «Resilienza».
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