
Si è concluso a Torino il III World Summit for Accessible Tourism (WSAT), il vertice internazionale dedicato al turismo accessibile organizzato da CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà e IsITT, in collaborazione con UN Tourism. Un incontro che ha riunito oltre 400 delegati da 30 Paesi, per un obiettivo comune: trasformare l’inclusione da concetto etico a motore di sviluppo economico e sociale.
Turismo accessibile: un mercato che cresce e include
Durante il Summit è emersa una verità ormai innegabile: il turismo accessibile non è un settore marginale, ma un mercato in espansione che genera valore e occupazione. Le imprese che hanno investito in accessibilità tra il 2019 e il 2023 hanno registrato una crescita media del fatturato del 28,8%, con punte oltre il 50% nelle realtà più innovative. A livello europeo, il comparto vale 400 miliardi di euro l’anno, ma solo il 9% dei servizi turistici è pienamente accessibile. Colmare questo divario significherebbe far crescere la domanda del 44%.
«Il turismo accessibile non riguarda loro e noi,” ha ricordato Igor Stefanovic, coordinatore UN Tourism per l’Accessibilità. “Riguarda tutti, perché prima o poi ognuno di noi avrà bisogno di servizi accessibili per viaggiare e godersi l’esperienza.”
Il Manifesto di Torino: una nuova agenda mondiale
Il Summit si è concluso con l’adozione del Torino Manifesto on Tourism for All 2025, che segna un nuovo punto di partenza per il turismo globale. Il documento impegna governi, istituzioni e imprese a:
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integrare il Design Universale nella pianificazione delle destinazioni;
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promuovere formazione obbligatoria sull’accessibilità per gli operatori turistici;
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adottare standard comuni e pubblicare informazioni chiare sulla fruibilità dei servizi;
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co-progettare esperienze turistiche con le organizzazioni delle persone con disabilità;
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investire in tecnologie inclusive per migliorare autonomia, fruibilità e sicurezza.
Prevista anche la creazione di un Osservatorio Globale sul Turismo Accessibile, per monitorare i progressi e condividere buone pratiche a livello internazionale. «Il turismo per tutti non è solo una meta da raggiungere, ma un viaggio collettivo verso esperienze di viaggio dignitose e gioiose per ogni persona», recita il Manifesto.
Siracusa e la sfida siciliana: la voce di Bernadette Lo Bianco
Il messaggio del vertice trova eco immediata in Siracusa, città da sempre pioniera in Italia per il turismo inclusivo.
Proprio da Siracusa parte l’impegno di Bernadette Lo Bianco, presidente dell’associazione Sicilia Turismo per Tutti, nata e attiva nel cuore della città aretusea, oggi punto di riferimento nazionale e internazionale.
«Il summit ha cristallizzato un dato: l’inclusione non è più un’opzione, è un imperativo economico e sociale, sottolinea Lo Bianco. La Sicilia vanta un patrimonio straordinario, ma non possiamo permettere che resti inaccessibile. Ogni barriera che non abbattiamo è una perdita di opportunità per le nostre imprese e una negazione di dignità per i nostri ospiti».
Da Siracusa al resto dell’isola: una «Call for Action» concreta
L’associazione siracusana Sicilia Turismo per Tutti è pronta a portare in Sicilia la “Call for Action” del Manifesto di Torino, partendo proprio dalla propria esperienza maturata nella città di Archimede.
Primo passo: mappare e certificare le strutture realmente accessibili e avviare percorsi di formazione professionale per gli operatori del settore.
«I nostri professionisti dell’ospitalità devono essere formati per accogliere con competenza e sensibilità, spiega Lo Bianco. Solo così la Sicilia potrà garantire esperienze autentiche e inclusive, valorizzando il proprio patrimonio culturale, naturale e umano».
L’obiettivo è ambizioso: fare di Siracusa e della Sicilia un modello di turismo per tutti, dove l’accessibilità diventi sinonimo di qualità e innovazione. «Investire in accessibilità, conclude la presidente Lo Bianco, significa investire nel futuro competitivo della nostra isola. Siracusa è pronta a guidare questo cambiamento, da capitale morale dell’inclusione a laboratorio concreto del turismo del domani».
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