Dinanzi l’invasione russa dell’Ucraina i giovani siracusani non possono non tacere, restare muti, per quanto sia debole, la loro voce che sentiamo obbligata a gridare l’indignazione e l’orrore di una guerra nel cuore dell’Europa che nessuna immaginazione mai avrebbe pensato di vedere e che mai troverà alcuna legittimazione nel diritto internazionale e nell’etica del bene comune. Tutto ciò è intollerabile.
Registriamo la notizia che don Maksym Kolodchak, cappellano della comunità greco – cattolica ucraina nella Diocesi di Nola sta rientrando in auto dall’Ucraina. Dalle fonti in suo possesso sarebbero morti anche bambini. Noi dobbiamo essere molto preoccupati su quello che possa succedere in Ucraina. Il popolo ucraino vuole solo pace e vivere in fraternità. Il popolo ucraino non vuole la guerra ma vuole solo la pace e sono pronti a tutto per la pace. Don Maksym: «Abbiamo parenti in Ucraina, ci sono figli, genitori, fratelli, sorelle e siamo davvero preoccupati per loro».
Don Maksym sta rientrando in auto dall’Ucraina da dove è partito nella giornata di ieri. Don Maksym è in viaggio da ben 30 ore.
Preoccupa non poco il silenzio dei giovani siracusani e delle associazioni pacifiste aretusee, ci chiediamo dove sono? In altre zone d’Italia, come nel milanese, di fronte all’invasione dell’esercito russo in Ucraina, ‘Giovani per la Pace’, il movimento giovanile di Sant’Egidio, ha promosso il flashmob permanente «#nowar» in collaborazione con altre realtà giovanili (Gioventù Aclista, Azione Cattolica Giovani).
A Firenze regna l’inquietudine, a scuola i bambini chiedono: «Maestra, ma la guerra verrà anche qui? Bombarderanno le nostre case?». E ancora: «Com’è possibile fare la guerra nel 2022?». «Non bastavano due anni di pandemia? I potenti della terra non pensano al bene delle persone…».
A Siracusa sembra cristallizzato, i giovani sono avvolti in un’atmosfera refrattaria, da un clima politico locale ammorbato che pensa alla capitale della cultura anziché al lavoro per i giovani e dare servizi ai cittadini, come se non contasse il contesto sociale e il tempo in cui si vive.
I Giovani sono ovattati, studiano comodamente a casa, quasi sempre accuditi dai genitori, e raramente lavorano per pagarsi gli studi. Ma forse la realtà siracusana è più complessa di quella che appare. Emerge con virulenza un’insoddisfazione malcelata. Molti giovani non lavorano e solo uno su dieci si rimbocca le maniche. Il resto si dedica a lavoretti nei ritagli di tempo per recuperare qualche punto percentuale in estate mentre nelle piazze calde del Paese i giovani sono a migliaia nelle strade contro Putin, contro la guerra. La situazione in Ucraina è più che critica, sta degenerando di ora in ora.
Inquietudini, timori ed interrogativi sono emersi anche nelle scuole fiorentine. Gli studenti sono rimasti molto colpiti dalle immagini di guerra che rimbalzano sui media. Nelle chat scolastiche girano brevi video realizzati su TikTok per raccontare, per immagini, quel che sta accadendo. E lo choc tra i giovani è palpabile, anche perchè le ferite della pandemia sono sempre lì, che fanno male.
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha spiegato che le decisioni prese nelle ultime ore hanno uno scopo difensivo e preventivo. Non solo. «L’Ucraina è un partner di valore, ma non abbiamo truppe [nel Paese] e non abbiamo piani né intenzioni di dispiegarle». Ai soldati italiani, almeno per ora, non verrà quindi chiesto di combattere nel Paese.
«Facciamo un appello ai giovani siracusani per reclamare la pace. I giovani perché non scendono in piazza a contrastare l’insorgere della guerra con tutta la sua drammaticità. Solo un movimento giovanile anti guerra potrà fermare l’incontrastato potere di un popolo che brama dominare su altri popoli con il latente rischio di trascinare il mondo in una terza guerra mondiale. Ove succedesse sarebbe un catastrofico conflitto nucleare», afferma preoccupato Giuseppe Rosano di Noi Albergatori Siracusa.
«Noi da giovani scendevano in piazza a lottare contro la guerra in Vietnam e per tante altre ingiuste guerre. Invitiamo i giovani ad alzarsi di sentire la loro voce, affinché il loro forte appello possa servire come unico e forte mezzo diplomatico per acquietare la paranoica volontà di chi vuole trascinare gli uomini desiderosi di pace in una guerra senza soluzioni» conclude Rosano.
La scelta della Russia è inaccettabile per tutta la comunità internazionale, porterà conseguenze gravissime per tutti: per i russi, per gli ucraini ma certamente anche per noi europei e italiani. Invitiamo tutte le cittadine e i cittadini a mobilitarsi e a partecipare, nelle forme che riterranno opportune, alle pacifiche manifestazioni di protesta contro la guerra e di solidarietà al popolo ucraino e invito i credenti a unirsi alla giornata di preghiera e digiuno indetta da Papa Francesco per il 2 marzo. Una veglia di preghiera per la pace avrà luogo lunedì 28, alle ore 20, nel Santuario della Madonna.
delle Lacrime.
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