Studi specifici sull’inquinamento dello smaltimento dei rifiuti risulterebbero altamente inquinanti più del polo industriale di Siracusa, della raffineria di Milazzo ed anche della nuova industria riconvertita di Gela. Lo scorso agosto i controlli Arpa hanno avvertito la maggiore puzza nella discarica di «Oikos» nella zona di Motta Sant’Anastasia ad alcune decine di chilometri d’aria dalla provincia di Siracusa.
L’azienda, lo scorso mese ha avuto modo di far ripartire, dopo la condanna in primo grado del titolare e il pronunciamento del Tar, il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale sul rinnovo concesso lo scorso anno dalla Regione.
Inoltre la discarica «Sicula Trasporti» della famiglia Leonardi, è stata travolta da uno scandalo giudiziario su un presunto smaltimento illecito di rifiuti in odor di mafia. Nella discarica scaricano i rifiuti indifferenziati Messina e altri 239 Comuni dell’isola. “La ricezione di rifiuti” nella discarica della «Sicula Trasporti» di Lentini, la più grande presente in Sicilia. La Sicula Trasporti» è stata sequestrata il 4 giugno scorso dalla Guardia di finanza per una presunta illecita conduzione della discarica della famiglia Leonardi. I reati ipotizzati a vario titolo dalla Procura di Catania sono associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture e corruzione continuata.
Per non parlare di tante discariche di materiale tossico disseminate illegalmente sul territorio poste sotto sequestro periodicamente dalle forze dell’ordine. Infine lo stabilimento ex Eternit di Siracusa; le aree umide delle Saline di Priolo e di Augusta. Le indagini ambientali svolte hanno evidenziato un grave stato di contaminazione dei suoli e delle falde, dovute alle cause prodotte indicate prima.
Una situazione difficile che non può sostenere la responsabilità la sola industria.
Lo smaltimento incontrollato dei rifiuti sul suolo determina una serie di impatti negativi sulle componenti ambientali e sulla salute pubblica. Detti impatti nella loro generalità hanno una forma di inquinamento di più immediata percezione. Sebbene sia tipica di ogni tipologia di rifiuto, si manifesta nei suoi aspetti più vistosi per depositi incontrollati di RSU. Chiaramente, un impatto estetico-paesaggistico negativo ha riflessi immediati sulla possibilità di fruizione dell’area interessata e sul valore economico dei beni in essa insediati. Ma, al di là di questo aspetto, i rifiuti depositati rappresentano un rischio immediato o potenziale di sviluppo degli altri fenomeni di inquinamento descritti.
I contaminanti contenuti nei rifiuti possono infiltrarsi nel sottosuolo, direttamente (nel caso di rifiuti liquidi concentrati sversati accidentalmente o dolosamente sul terreno) o tramite dilavamento da parte delle acque di pioggia.
Sono tipici i fenomeni di inquinamento delle falde acquifere causati dal percolato di discariche non controllate di rifiuti solidi, e da sversamenti abusivi sul terreno di solventi industriali assai poco assorbili dalle formazioni geologiche del sottosuolo (solventi aromatici e solventi clorurati).
La pericolosità di questi abusi ambientali è connessa all’alta concentrazione di composti inquinanti, anche fortemente tossici, tanto da poter contaminare vaste estensioni dell’acquifero rendendolo inutilizzabile per l’uso potabile.
L’inquinamento dell’aria è un altro tipico fenomeno che caratterizza lo smaltimento incontrollato dei rifiuti sul terreno. Sono molteplici le cause di inquinamento dell’aria da composti maleodoranti o tossici.
Un aspetto rilevante è dato dal «progetto Nose» gestito dall’Arpa, presentato lo scorso anno in prefettura, che consente si cittadini di segnalare la percezione di odori molesti. Un sistema molto usato.
La Regione Siciliana chiederà al ministero dell’Ambiente la sospensione delle procedure di riesame Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e procederà, nel frattempo, a insediare due gruppi di lavoro per superare tutte le criticità fin qui emerse per la piena applicazione del Piano regionale di tutela della qualità dell’aria.
Definita l’agenda dei lavori: entro metà settembre verranno convocati un Tavolo tecnico tra rappresentanti delegati dal governo regionale e gli esperti degli impianti industriali e un Tavolo di programmazione politica, richiesto dalle sigle sindacali.
Gli industriali siciliani chiederanno nei tavoli tecnici della Regione di pianificare, quantificare e tenere sotto controllo una mappatura, un catasto di tutte le discariche o aziende sul territorio che producono inquinamento affinchè si abbia un quadro chiaro dei fattori inquinanti.
Il secondo momento di confronto servirà invece a definire la strategia di sviluppo, di innovazione e di transizione energetica che le industrie hanno dichiarato di volere perseguire, tenendo fermo l’obiettivo della tutela dei livelli occupazionali e della difesa dell’ambiente e della salute pubblica. Una strategia per la quale il governo Musumeci è pronto a fornire il proprio sostegno anche attraverso i finanziamenti comunitari in tema di new green deal.
L’obiettivo è quello di pervenire a una soluzione condivisa che risolva tutte le questioni allo stato pendenti e che ci consenta finalmente di definire, e applicare, un piano di sviluppo sostenibile.
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