Siracusa. Inflazione, capoluogo aretuseo è tra i più cari d’Italia: le famiglie temono per il portafogli

di Redazione

Siracusa soffre in quanto si trova ultima nella classifica nazionale sulla qualità della vita e in cima con l’inflazione più alta nel Paese

Siracusa soffre di vertigini per essere ultima in classifica in Italia sulla ‘qualità della vita’ e in cima ai dati Istat dove la città di Archimede sarebbe la città con ‘l’inflazione più alta d’Italia’.

Insomma Siracusa accusa il malessere dell’acrofobia, la paura delle altezze che si manifesta in chi soffre di vertigini quando si affaccia dal balcone o dal terrazzo. La notizia è di quelle che potrebbe far tremare i polsi alle famiglie siracusane, e temere l’incolumità per i loro portafogli.

L’Istat ha reso noto i dati sull’inflazione di gennaio, che l’Unione Nazionale Consumatori ha utilizzato per stilare la classifica delle città italiane più care, in base all’aumento del costo della vita. Non si tratta solo dei capoluoghi di regione o dei comuni con più di 150mila abitanti, ma di tutte le città considerate.

Le città più costose d’Italia

Bolzano è in testa alla graduatoria, con un’inflazione tendenziale pari a +2,6%, pur essendo “soltanto” la terza più alta d’Italia dopo Siracusa (+2,8%) e Rimini (+2,7%): questo per Bolzano si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 753 euro per famiglia media. Rimini, col suo +2,7% d’inflazione, registra un incremento di spesa annuo pari a 734 euro a famiglia, Padova (2,4%) subisce una stangata pari a 617 euro.

Siracusa (+2,8%, +600 euro di spesa), quindi Bologna (+2,1% e +584 euro), Imperia (+2,6%) con un rincaro in termini di costo della vita di 582 euro, poi Piacenza ex aequo con Ferrara col +2,1% e un rincaro di +571 euro per entrambe), e infine Bergamo con +2% di inflazione pari a +559 euro.  In Sicilia, secondo la statistica dell’Unione Nazionale Consumatori basata sui dati Istat, dopo Siracusa col suo rincaro annuo per famiglia di 600 euro e un’inflazione annua al 2,8% si trova Catania, 41mo posto nazionale con 367 euro e l’1,7 e Messina con 364 euro e 1,7%.

Sull’altro fronte della classifica, annota l’Unc, “purtroppo non c’è più nessuna città in deflazione”. La città più virtuosa d’Italia è Lodi, dove con +0,8%, l’inflazione più bassa d’Italia, si ha un aumento annuo di 210 euro. Al secondo posto Caserta, +1% e un maggior costo di 214 euro. Medaglia di bronzo per Catanzaro, +1,3% e +230 euro. Seguono, nella classifica delle città risparmiose, Aosta, Firenze e Forlì-Cesena, tutte e 3 con la seconda inflazione più bassa d’Italia, +0,9%, e un aumento del costo della vita pari, rispettivamente a 234, 235 e 245 euro. Al settimo posto Bari (+1,3%, +255 euro), poi Sassari (+1,3%, +262 euro) e Brindisi (+1,4%, +266 euro). Chiudono la top ten delle migliori, con 279 euro, Trapani (+1,3%) e Cremona (+1%).

In testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione annua a +2,1%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 597 euro su base annua. Segue il Friuli Venezia Giulia (+1,9%, +450 euro) e al terzo posto Veneto ed Emilia Romagna, ex aequo con + 449 euro e un’inflazione pari, rispettivamente, a +1,8% e +1,7 per cento. La regione più risparmiosa è la Valle d’Aosta: +0,9% e +234 euro. In seconda posizione la Sardegna, in terza il Molise.

19 Marzo 2025 | 09:25
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